Dai diari di Tano Pinna, di Umago d’Istria
art.
parac. della 3^, poi 2^ btr. \ I°
Gruppo
MALEDETTO
SETTEMBRE QUARANTATRE
E’ un pezzo dei diari di Tano molto particolare, una
riflessione, che seguirà di li a due giorni la domanda
di andare al 305.
L’amarezza di un giorno di festa, l’amarezza di una
catastrofe solo conosciuta dai pochi giornali inglesi trovati, persino l’anziano
maresciallo scozzese del campo, di fronte al caos in Italia, prova un misto di
pietà e di repulsione
”Where is Italian Navy?” disse rivolgendosi a Tano al momento della notizia
dello sbarco alleato in Sicilia.
Ora, di fronte ai prigionieri che non vogliono lavorare
per gli inglesi, il sottufficiale dalle gambe storte non li minaccia più, li
lascia da parte, soli, quasi li avesse compreso, un nascosto
“rispetto” per coloro che “..non hanno la crosta del mercenario o la schiena
curva del servo.”
“1.1.1945
Villaggio Luigi di Savoia
Si festeggia il primo dell’anno
come si può.
Non è un capodanno allegro.
Ci portano in paese, in chiesa,
il parroco celebrerà per noi la messa.
Non siamo soli in chiesa, ci sono
inglesi ed arabi.
In fondo alla chiesa c’è un
gruppo di soldati: hanno una divisa blu ed una strana bustina con sul davanti una stella rossa.
Trampus si avvicina ad uno di essi.
Si stringono la mano, si
sorridono, parlano.
Alla fine della messa escono
assieme e si salutano.
“Chi era quello che hai salutato in chiesa?” chiedo a Trampus
“E’ un mio conoscente goriziano, era dell’aviazione, era prigioniero ad
Alessandria, è passato con gli slavi di Tito.
Mi ha detto che con lui sono molti i giuliani.
Tanti sono stati
sbarcati in Dalmazia e combattono come partigiani, quello era motorista e lo è
ancora, fa parte di una squadriglia che lancia i rifornimenti ai partigiani in
Jugoslavia”.
Povera Italia!
Povero esercito italiano!
Tutto è sfasciato, è la fine di
tutto.
L’esercito del nord è con i
tedeschi, l’esercito dl sud è con gli anglo americani,
soldati prigionieri collaboratori e soldati prigionieri non collaboratori,
soldati italiani che combattono a fianco degli slavi, ci saranno altri soldati
italiani che combattono contro gli slavi.
Carne da cannone.
Povere mamme, perché avete
partorito?
Quanto tempo ci vorrà per colmare
un solco tanto profondo che si è aperto tra fratelli?
Dominano il caos, la morte, la
prepotenza, la fame, la prostituzione morale e materiale, l’odio, la vendetta.
Quando finirà?
Noi siamo spettatori o pedine di
tanto dramma?
Qualche volta mi sono chiesto: se
fossi in Italia, a Trieste, contro chi combatterei?
E se fossi nel sud dell’Italia?
Troppo semplice è rispondere a
questa domanda da questa posizione, troppo facile, meglio non pensarci.
Qui una cosa posso e devo fare:
ricordare agli inglesi che non tutti gli italiani hanno la crosta del
mercenario o la schiena curva del servo.
Maledetto settembre quarantatre.”