LA VERA STORIA DI EL ALAMEIN INIZIA A CIRCOLARE
8 May 2002
Autore: Carlo De Risio recensito dal par GIANBATTISTA COLOMBO

Sarà  raccontata nelle scuole la vera storia di El Alamein

CARLO DE RISIO



Con lodevole iniziativa, il ministero della Difesa intende promuovere un ciclo di conferenze nelle scuole per far conoscere ai giovani che cosa accadde a El Alamein ‑ ricorre quest'anno il sessantesimo anniversario della battaglia ‑ e come si comportarono gli italiani, nonostante la loro inferiorità  nell'armamento, contrapposto a quello potentissimo dell'Ottava Armata britannica. Di recente, nel Circolo delle Forze Armate di Palazzo Barberini, l'evento bellico è stato ricordato e l'iniziativa per le scuole è stata precisata.

El Alamein ‑ che in arabo significa «due bandiere» ‑ era soltanto una ignota località  del deserto occidentale egiziano, destinata tuttavia a passare alla storia. E la storia, come è noto, la scrivono i vincitori (fino a un certo punto, aggiungiamo noi).

Uno dei segreti di quel lontano evento è legato ‑ cosa tuttora non molto nota ‑ a un memorabile colpo realizzato, a Roma dagli «uomini ombra» del Sim, Servizio Informazioni Militare.

Capita a proposito a questo riguardo, la contestazione a quanto scrive Stephen Budiansky ‑ storico della crittografia americana il quale. attribuisce ai tedeschi lo «sfondamento» del «Black Code» col quale l'ufficiale americano distaccato al Cairo, colonnello Frank Bonner Fellers, comunicava quotidianamente al Dipartimento della Difesa, a Washington, i piani e le intenzioni del Comando inglese nel Medio Oriente e le operazioni dell'Ottava Armata nel deserto. Niente di più falso. Perchè? Perchè gli americani sono sempre stati restii ad ammettere che erano stati giocati dal Sim, nell'autunno del 1941, prima dell'intervento in guerra degli Stati Uniti.

Due uscieri, infiltrati da tempo nell'ambasciata degli, Stati Uniti, Palazzo Margherita, in via Veneto, riuscirono a prendere il calco delle chiavi della cassaforte del capo missione militare, colonnello Norman Fiske. Le chiavi furono riprodotte e provate. Dopodichè, nottetempo, la Sezione P (Prelevamento) del Sim entrò nell'ufficio del colonnello Fiske, trafugò il «Black Code» e lo fotografò, rimettendolo in cassaforte, senza destare alcun sospetto.

Il Dipartimento della Difesa americano, una volta in guerra, non cambiò il «Black Code», nella presunzione che fosse a prova di «sfondamento»: una leggerezza inaudita.

In tal modo, le antenne di Forte Braschi, ogni sera, captavano i messaggi trasmessi dal Cairo, che venivano messi. in chiaro: informazioni di prima mano pervenivano così ai comandi in Africa Settentrionale e allo stesso Rommel, il quale cominciò a chiamare «piccoli Fellers» i dispacci del colonnello americano.

Questo flusso ininterrotto di informazioni ridimensiona anche il sistema «Ultra Secret» col quale gli inglesi mettevano in chiaro le comunicazioni dell'Asse eseguite con la macchina cifrante «Enigma». Come mai, se il sistema «Ultra Secret» era in grado di leggere i messaggi trasmessi con «Enigma» non fu dato l'allarme? Da Monte Cavo, sopra Frascati, le antenne del Comando Forze Sud di Kesselring, ricevuti i messaggi di Fellers messi in chiaro dal Sim, li riversava al comando di Rommel, il cui fiuto va ridimensionato, perchè poteva origliare alle pareti dei comandi inglesi.

L'Ottava Armata pagò a caro prezzo la disattenzione del colonnello Norman Fiske e Frank Bon Fellers fu il tramite inconsapevole di una vicenda che ha dell'incredibile.

Da gennaio a giugno del 1942, l'Ottava Armata inglese perdette 611mila uomini e più di duemila mezzi corazzati; la piazzaforte di Tobruk capitolò e l'Egitto fu aperto all'invasione.

Quando, il 23 giugno 1942, l'ennesimo dispaccio di Fellers rivelò che le forze corazzate inglesi erano a terra, che metà  dell'artiglieria era andata perduta e che le truppe avevano perduto la fiducia nei capi, nessuno fu più in grado di trattenere Rommel, che si spinse per centinaia di chilometri a oriente. Chi dissenti fu Kesselring: «Non credo ‑ disse ‑ che Rommel possa andare oltre El Alamein; di questo giudizio mi rendo responsabile davanti alla storia».

Dal 1° al 3 luglio del 1942 Erwin Rommel tentò di forzare la posizione, che si estendeva dalla costa alla Depressione di El Qattara ma fu respinto. Le truppe italo‑tedesche erano ormai a corto di fiato, lontane dalle basi di alimentazione, mentre gli inglesi avevano il Delta atte spalle e rinforzi stavano affluendo dalla Siria e dall'Iraq.

Nel corso di uno dei combattimenti, gli australiani della 9^ Divisione piombarono sulla compagnia intercettazione dell'«Afrika Korps» e rinvennero tracce dei «piccoli Fellers». Finalmente, fu dato l'allarme. Il colonnello Frank Bonner Fellers fu richiamato in patria su ordine del Presidente, Roosevelt e si è sempre ignorato l'esito dell'inchiesta che seguì; perchè il vero responsabile di quell'infortunio clamoroso era stato il colonnello Norman Fiske, a Roma.

Nel 1970, la Bbc incaricò il signor Bruce Norman di condurre un'inchiesta una troupe venne a Roma e intervistò il generale Cesare Amè, che era stato capo del Sim nel 1940‑43.

I retroscena dell'intera vicenda furono rivelati e la Bbc, il 17 novembre 1970, trasmise un servizio dal titolo «Occhi nel deserto» acquistato dalle televisioni americana, tedesca, francese, svizzera, il servizio fu semplicemente ignorato dalla Rai.

Amè, in seguito, precisò quanto segue: «Dopo il 1945, fu palese ed insistente il proposito americano di soffocare l'episodio nell'oblio ed a tale intento furono rivolte sollecitazioni e cauti inviti anche all'ex Capo del Sim, da parte del Servizio Informazioni americano. Ma senza esito. Da parte inglese, l'episodio non creò nè alimentò suscettibilità , per quanto fossero stati proprio gli inglesi a sopportarne le conseguenze».

TORNA ALL'INDICE
RICORDIAMO I NOSTRI UTENTI CHE DALLA SEGNALAZIONE DI INCORRETTEZZE O ERRORI NELLA BACHECA ALLA CANCELLAZIONE, PER MOTIVI TECNICI, PASSERANNO CIRCA 24 ORE.