LA PATRIA ERA IL NOSTRO VERO ED UNICO IDEALE........
19 Nov 2002
Autore: sgt par Emilio Camozzi



Sono andato a vedere il film di Monteleone: El Alamein.

Anzi sono stato invitato assieme a tutti i reduci di tutte le specialità  ancora presenti sulla piazza. Malgrado l'invito,non ne sono venuti molti.

Siamo rimasti in pochi. Alla fine della proiezione c'è stato un dibattito organizzato dal proprietario del cinematografo.

Ognuno poteva esprimere liberamente la propria opinione.

Ci sono stati molti interventi, ma nessuno contrario al film.
Dopo quel tam-tam organizzato da Tremaglia, mi aspettavo una bordata di fischi.

Ho chiesto ai miei sei amici reduci la loro opinione: bello, vero, onesto. Il regista aveva fatto proiettare, qualche ora prima, in forma privata, il documentario" I ragazzi della Folgore", composto da interviste fatte ad alcuni reduci della Folgore.

Durava un'ora ed era veramente interessante. Ma non aveva nulla a che fare con il film.

Detto questo, vorrei sapere del perchè di tanto accanimento contro il film.

Dai commenti sinora sentiti, mi parrebbe che siano cose dette sull'onda di quanto affermato da Tremaglia, che, mi pare, non abbia spiegato il perchè di tali affermazioni.

Ho sentito, ahimè, chiamare i fanti "proletari dell'esercito".

Questo con l'intento di mettere sul piano politico l'eroismo di ogni singolo combattente in Africa.

E' ora di levarci dalla testa l'idea che noi combattenti, di qualsiasi reparto, combattessimo per un ideale politico. La Patria era il nostro unico, vero ideale.

Era questo che ci dava la forza di andare avanti, malgrado le beghe dei grandi, i carri armati buoni per il luna-park, la Folgore distrutta perchè si temeva potesse dar fastidio agli eventi incombenti, la mancanza di acqua, di cibo, di assistenza, le cisterne segnalate alla partenza e non arrivate a destinazione, migliaia di vite umane sacrificate sull'altare del tradimento, della negligenza, della pressapocagine.

Di fronte ai caduti, è inutile giocare ascaricabarile. Di fronte alle sofferenze ed alle malattie che hanno decimato l'esercito italiano, di fronte all'Istria ed alla Dalmazia perdute, all'inefficenza dei nostri comandi, ci sarà  pure qualche responsabile! Parlare così, a detta di qualche fanatico, è parlare da cattocomunista.

E sia, se questo mi lascia dire come stavano le cose. C'è nel film, unica nota stonata, il cavallo di Mussolini che era portato in giro per il deserto, non so per quale ragione.

Ma so che Mussolini era a Tripoli, l'ho visto fotografato mentre brandiva la spada dell'Islam. E so anche che ci siamo fatti delle grasse risate quando ha dovuto tornarsene a Roma con le pive nel sacco.

Nello stesso periodo Churcill era in Egitto a strigliare i suoi generali che ancora non erano riusciti a battere Rommel, e girava per i caposaldi a rincuorare i combattenti.

Faccio notare che, da prigioniero, mi sono fatto tre anni di Fascist Criminal Camp, e che la mia guerra è durata fino al 1954.

Emilio Camozzi





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