MISSIONE COMPIUTA!!!
14 Apr 2003
Autore: Mllo c. art. par. (ris.) RENZO DI BERT

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARACADUTISTI D'ITALIA
Sezione Provinciale di Ancona "M.A.V.M. Luciano Maiolatesi"

Ancona, lì 13 maggio 2003


"EL ALAMEIN" Dalla 1^ alla 4^ volta.



PREMESSA

Siamo nell'agosto 2002 e mi viene data la possibilità  di recarmi in Egitto per un lavoro di consulenza presso una ditta italiana che opera in lavori petroliferi in mare, dove, tra i suoi dirigenti, c'è un nostro socio il par. Andrea MARIOTTI, il quale due anni fa ha frequentato il corso allievi paracadutisti superandolo brillantemente con i tre lanci di Abilitazione.

Egli dotato oltre che fisicamente, di elevati sentimenti di italianità  ed amor patrio oltre a quelli di lealtà , onestà  e tanta voglia di lavorare , dopo il conseguimento del Brevetto di paracadutista l'attaccamento all'ardimentosa specialità  e conseguentemente all'interesse storico delle aviotruppe ed in particolare alla gesta della "Folgore" hanno prodotto in lui il particolare interesse per la nota località .

I PRIMI APPROCCI SUL TERRENO EGIZIANO

Infatti, al mio arrivo ad Il Cairo, oltre che ospitarmi a casa sua, da buono fratello che è, mi organizza un viaggio da favola: El Alamein, Marsa Matruh (museo di Rommel), Alessandria d'Egitto (tomba di S.A.il Re V.Emanuele III). Il primo impatto con la maestosità  e silenzio che regna nel Sacrario è stato un'insieme di sensazioni indescrivibili , culminate poi dalla vista dell'Area della Battaglia a quota 33.

Il mare color turchino a nord e l'immensa distesa color giallo ocra del deserto a sud sino a perdersi alla vista dell'occhio, tagliato dalle piste è stato il momento in cui mi ha balenato l'idea ed il grande desiderio di entrare in quell'area, poter raggiungere i capisaldi che gli eroici ragazzi della Folgore avevano realizzato, scavando con i pochi utensili a disposizione il duro sedime desertico per opporsi agli alleati di un potente Esercito superiore di 1 a 4 come rapporto di forze, logisticamente dotato sia di armi e mezzi.


Trasmetto il mio pensiero al fratello Andrea e trovo in lui la sinergia per realizzare l'ambizioso progetto, e qui debbo ancora una volta elogiare la sua disponibilità  e genialità .


LA DECISIONE È PRESA

Tramite una accurata elaborazione di dati, ricerche librarie e ricognizioni sul terreno al fine di poter realizzare quel sogno scatenato da quel caldo giorni di agosto del 2002.
Il 23 ottobre 2002, giornata della celebrazione del 60° anniversario della Battaglia, non ero presente alla cerimonia, ma Andrea si, con il nostro Labaro di Sezione.


ULTERIORE RICOGNIZIONE

Io sono tornato a dicembre 2002 in pellegrinaggio con l'Istituto delle Guardie d'Onore alle Tombe Reali del Pantheon per rendere onore alla tomba di S.A. il Re V.Emanuele III nella Chiesa di S.Caterina in Alessandria d'Egitto ed al Sacrario di "El Alamein", durante questa settimana trascorsa per la maggior parte al Cairo, viene dato l'input per la missione: PELLEGRINAGGIO NELL'AREA DELLA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN.

Il problema maggiore era quello di trovare la stagione più indicata ed il periodo di fruibilità  di tempo libero da impegni di lavoro da parte dei componenti della missione, decidendo di optare per il periodo 1° - 04 maggio 2003 . Durante i primi del mese di marzo si parte con la parte operativa: prenotazione dei biglietti, acquisizione di vestiario idoneo , calzature e materiale logistico da parte nostra; permessi governativi egiziani, la ricerca delle guide beduine, la logistica tutta con i mezzi di locomozione da parte del fratello Andrea.


INIZIA LA MISSIONE 2003

Si parte da JESI il 1° maggio alle ore 03.30 ed i componenti della missione sono:

-Renzo DI BERT ;
-Flaminio COEN ;
-Guglielmo BUTTINO ;
-Franco DAL MONTE ;
-Claudio RISI.


Il quinto lo troviamo a Roma Tiburtina con il treno navetta per Fiumicino. Arriviamo al Cairo con circa un'ora di ritardo e dopo la solita prassi doganale facilitata dal rappresentante di Andrea, lo possiamo abbracciare nel piazzale degli arrivi e dove riabbraccio con calore l'autista del Taxi il caro amico Xamir. Raggiungiamo la casa di Andrea nella zona residenziale di Zamalek dove troviamo parcheggiato il fuori strada Nissan carico di tutto il materiale necessario.

Invasione dell'appartamento di Andrea e sorpresa! Il cuoco della ditta "Jonnj" per gli amici ci ha preparato per cena delle ottime tagliatelle al ragù bolognese, da fare invidia a quelle che prepara la mia Franca che è di sangue emiliano. A letto dopo la solenne mangiata per svegliarci presto e trasferirci ad El Alamein dove Andrea aveva fissato l'appuntamento con le guide beduine.

Non c'è molto traffico nell'autostrada (siamo il venerdì giorni di festa islamica) ed arriviamo al rendez vouz con leggero ritardo e dopo aver completato il pieno di carburante ai mezzi, imbocchiamo la pista che ci porta verso sud in direzione della depressione di El Qattara.

IL VIAGGIO DI AVVICINAMENTO
Siamo nell'area della Battaglia, superiamo il passaggio a livello della ferrovia alla stazione di El Alamein, a fare la guardia un beduino con tanto di turbante seduto su di una pietra , qui il tempo sembra si sia fermato. Proseguiamo su una pista asfaltata ma con delle buche enormi e seguiamo il fuori strada delle guide beduine notando di come siano lisci i pneumatici del loro mezzo.
Proseguiamo per circa un ora e mezzo superando ed incrociando numerosi camion che trasportano merci alla base di stoccaggio dei pozzi petroliferi, infatti prima di lasciare la pista d'asfalto notiamo ai bordi sulla sinistra e difronte a noi dei pozzi che stanno pompando l'oro nero.

Si gira a sinistra e si prosegue su di una pista di sabbia che a confronto dell'asfalto sembra un tappeto. Da questo punto in poi i beduini ci dicono di seguire rigorosamente loro, perchè inizia il pericolo di mine. Dopo vari zig-zag fra collinette e depressioni , bidoni ometti e segnali vari, arriviamo su delle postazioni che sembrano siano state utilizzate da mezzi dell'artiglieria semovente, nei pressi della famosa linea palificata. Ci fermiamo per vedere da vicino e notiamo resti di scatolette, bottiglie di vetro, schegge, mentre le postazioni sono tutte coperte di sabbia, come pure le postazioni individuali site intorno a quella grande. Troviamo anche gli isolatori in porcellana della linea "palificata", proseguiamo e giungiamo sotto una collina al QARET EL KHADIM , dove si trovava il Comando della Pavia. Troviamo alcuni colpi completi per il cannone da 47/32 con granate EP EPS e HE, le fotografiamo e le imboschiamo in luogo sicuro, mentre giriamo intorno alla montagnola alla ricerca di qualche reperto, proseguendo risaliamo un Deir (depressione)ed andiamo in direzione di tre colline, località  che viene chiamata dai beduini EL MUNASSIB (i tre sostegni per reggere la pentola per cucinare usata dai beduini)dove era sistemato il Comando della Divisione Folgore, mentre in lontananza scorgiamo la meta della nostra missione: QARET EL HIMEIMAT , sono due alture alte 230 metri circa situate nella posizione più a sud dello schieramento italo tedesco, esso ha la sembianza di un cammello sdraiato.

Arriviamo alla meta che è già  pomeriggio, si fa una ricognizione rapida, mentre un beduino ci fa notare una targa posta in maniera ordinata su di un cumulo di pietre che ricorda i paracadutisti del V° btg e d i Genio Guastatori Alpini, lo stesso ci racconta che la targa è stata posta dal Direttore del Sacrario il Mar.Magg.inc.par. Pellegrino due settimane prima.



LA BANDIERA ITALIANA E QUELLA DELLA FOLGORE SVENTOLANO SOLITARIE NEL DESERTO DELLA FOLGORE


Maggio 2003
località : passo del Cammello.



Accanto, organizziamo la messa in posa di due aste per le bandiere da far garrire sul campo base e decidiamo di sfoderare il tricolore sabaudo, sicuri di interpretare il desiderio dei Caduti che con quella insegna combatterono e che nell'assalto molti gridavano oltre "Folgore" anche "Avanti Savoia" oppure "Viva il RE".

Accanto al tricolore, l'insegna dell'attuale Folgore e quella del Genio Guastatori Paracadutisti, in onore ai mitici Genieri del 31° Guastatori di Caccia Dominioni.

Provo ad effettuare alcune ricerche con il cercametalli, ma l'impresa si presenta subito difficoltosa, per la presenza di numerosi metalli ferrosi , per la sensibilità  del rilevatore stesso che impedisce di effettuare una ricerca metodica più razionale e spedita per cui ci dedichiamo alla ricerca a vista.


AVVERTIAMO LE ANIME DEI NOSTRI FOLGORINI

Lo scenario da qui è affascinante, si domina gran parte della depressione del Qattara a sud mentre a est, nord e ovest tutto deserto con delle piccole collinette, mentre il vento la fa da padrone. Organizziamo una piccola cerimonia di alza bandiera e la deposizione di una targa posta tra le pietre dove accanto alla data del 02 maggio 2003 ricorda che n° 06 Italiani in quel giorno stavano lì. Ricordo, onore ai Caduti ed a tutti i combattenti che per ragioni fisiologiche ci lasciano in continuazione. Cerchiamo di trovare un posto riparato dal forte vento da nord che ci perseguita dietro il Qaret e cerchiamo di montare una tenda per la notte e per confezionare la cena da parte del nostro Jonnj, riusciamo solo a metà , infatti la tenda non si riesce a montarla, mentre riusciamo a mala pena trovare un ricovero adatto per poter cucinare delle ottime penne al pomodoro e parmigiano, dopo di che ci si prepara per la notte che si preanuncia fredda, in quanto il termometro è già  sceso al di sotto dei 10 gradi:Spuntano le stelle e da lì a poco diventa un manto meraviglioso, peccato che manchi la luna , la zona della depressione diventa di un colore plumbeo.

La notte passa lentamente e dopo la mezzanotte dalla depressione cala un nebbione così fitto come una pioggerellina che bagna ogni cosa compresi i nostri sacchi a pelo, mentre il vento non da tregua e quindi il freddo si fa ancora più pungente. Mi ritornano in mente i racconti dei Reduci, e mi sembra che questa situazione l'ho già  vissuta, li senti sussurrare nelle loro buche coperte dai teli e loro affogatati nelle coperte da campo.

Il mattino del giorno 03 maggio 2003 ci trova infreddoliti con i sacchi a pelo intrisi di umidità  ma enormemente soddisfatti per aver tenuto fede alla promessa che ci eravamo prefissi per il compimento della missione. Aspettando che il sole asciughi l'umidità , dopo aver sorseggiato del buon "te" caldo preparato da Jonnj, facciamo una camminata verso la depressione verso la quota "0", che spettacolo notare anche la poca vita vegetale ed animale del deserto.

Torniamo alla base per eseguire la cerimonia con il labaro della nostra Sezione che è intitolato alla M.A.V.M. Luciano Maiolatesi, in questa circostanza abbiamo ricordato i Folgorini più fortunati, coloro che qui hanno combattuto ma che sono ritornati e che ora piano piano ci lasciano il testimone della loro storia, oltre a Luciano, William Tabone, ed Alberto Frattini che cinque giorni prima di partire ci ha lasciati per raggiungere anche lui quell'angolo di cielo riservato a tutti noi dove riposano in eterno Santi, Martiri, Eroi.

SI TORNA A CASA CON IL CUORE CHE RIMANE NELLA SABBIA

Dopo la preghiera del paracadutista, spiantiamo e ci dirigiamo decisamente verso nord al Deir El Munassib. Troviamo numerose buche in posizione circolare a caposaldo e ricordando i racconti di Luciano, ho la vaga sensazione di trovarmi nello schieramento della 6^ Compagnia Grifi del II/187 schierata con il raggruppamento Ruspoli, tutto intorno un manto di schegge e bottiglie di vetro infrante, ci riserviamo di accertare meglio il tutto alla prossima missione, si perchè non abbiamo intenzione di fermarci!.

Proseguiamo per il Deir El Munassib ed il Deir Alinda dove si trovavano le posizioni del II , IV e IX btg/187° le quali confinavano con lo schieramento Ramcke e lì raccogliamo la "sacra sabbia" da portare in Italia.

Siamo stanchi ed anche un po' affamati ed intorno alle 15.30 siamo fuori dall'area dopo aver incontrato anche cammelli e capre al pascolo.
COLPO DI SCENA!!!!!!!
Verso le 16.00 siamo al Museo Militare Egiziano per una rapida visita che consiglio a tutti, muniti di buona macchina fotografica per immortalare i mezzi d'epoca, le divise di tutti gli eserciti, armi e materiale logistico di ogni sorta.

Siamo nel piazzale d'ingresso del Sacrario e ci apprestiamo a marciare inquadrati lungo il vialone sino all'altare con il nostro Labaro. La cosa non viene filmata perchè nessuno vuole rinunciare a quell'atto, bene, rendiamo gli onori ai caduti e recitiamo ancora la nostra preghiera. Il Sacrario è in fase di ristrutturazione, perchè stanno sostituendo le casse di legno con quelle di zinco e le lapidi anzichè caratteri in rilievo, i caratteri fissi su marmo di Carrara. Prima di ritornare al Cairo, andiamo a rendere visita a casa delle guide beduine che ci offrono il loro "te", e tra una tazza e l'altra, ci fanno bella mostra di vari cimeli che loro hanno raccolto, fregi, distintivi, fibie, placche, elmetti ecc. Zma noto fra le cose qualche piastrino di riconoscimento. Dico ad Andrea che sono particolarmente interessato all'acquisto e dopo una contrattazione che è durata qualche ora e grazie ad Andrea che dopo 18 anni di Egitto parla un'ottimo arabo sono riuscito ad averli. Essi risultano essere posseduti da:
-MORONI Adriano di Graziano e di BUONCRISTIANI Ortensia Classe 1917 ORENTANO (PI);

-CISI Pierino di Pietro e di BETTONI Erminia Classe 1920 S.MARTINO del LAGO (CR);

-MAROSSI Tullio di Luigi e di Gazzane Rosa Classe 1919 CA' D'ANDREA (CR);

-COLI Felice di Giovanni e di DELL'ANGELO Giulia Classe 1912 CALCIO (BG) ;

-MELORIO Vincenzo di Salvatore e di Rosa ALFIERI Classe 1912 AVERSA (NA).


Sarà  nostra cura far recapitare e consegnare direttamente, dopo le ricerche presso i Comuni di nascita, ai parenti più stretti o meglio ancora anche se la cosa è aleatoria, al titolare.
Termino questo breve e succinto diario ringraziando i Camerati della missione: oltre al fratello Andrea; Flaminio a presto papà  di una femminuccia; Guglielmo, fratellodi latte; Franco il silenzioso ma estremamente produttivo; il romano Claudio.

Scusatemi se a volte a causa della mia anzianità  sono stato da freno. Un affettuoso a presto a tutti pensando alla prossima!
IL PRESIDENTE
-Renzo DI BERT-
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