IL GENERALE BERTOLINI LASCIA LA FOLGORE
3 Aug 2004
Autore: Redazione Congedati Folgore
LIVORNO-29 luglio 2004- Strano destino quello dei Comandanti : appena raggiungono la massima efficienza ed il massimo affiatamento con gli Uomini sono destinati ad altri comandi. Un meccanismo che nel tempo dà  i suoi frutti ed arricchisce entrambi, ma che genera momenti dolorosi e toccanti come quelli di ieri.

Il Generale Bertolini ha urlato la formula di passaggio delle consegne:"In Nome del Capo dello Stato riconoscerete il Generale Costantino quale Vostro Comandante", ed ha chiuso con un lungo applauso un discorso di quelli che noi ben conosciamo, avendoci già  infiammato altre decine di volte in occasioni meno tristi.

La Croce di San Sava, consegnatagli come Comandante da Sua Grazia il Metropolita ortodosso del Montenegro AMFILOHJIE RADOVIC , si aggiunge, con il suo significato di massimo onore, alle molte altre attestazioni ed onorificenze guadagnate durante il suo ciclo alla testa della Folgore, dove ha raggiunto tutti gli obbiettivi "tecnici" ma anche, e soprattutto, tutti gli obbiettivi umani .


L'AMMIRAZIONE DEL PRIMATE ORTODOSSO

"I PARACADUTISTI della Folgore hanno dimostrato senbibilità , coraggio e speciale capacità  nel difendere i nostri secoli di storia, senza la neutralità  di altri contingenti europei, che hanno assistito alle distruzioni senza intervenire" ha detto la massima autorità  religiosa ortodossa dei balcani, elogiando con commozione l'opera dei nostri colleghi in servizio. La onorificenza è stata per la prima ed unica volta nella storia secolare della Chiesa Ortodossa, consegnata ad un reparto Militare. E questo onore è spettato alla FOLGORE. . ..


LA STIMA DEL SUO DIRETTO SUPERIORE

Belle anche le parole del Comandante del 1° FOD, ten. generale Romeo:" il Generale Costantino sa che da oggi il suo primo compito, il suo principale dovere sarà  quello di essere geloso custode delle Tradizioni e delle Capacità  operative della Folgore. Si tratta di un impegno d'onore di fronte al quale tutti gli altri obblighi saranno secondari. Di questo il gen Costantino è pienamente consapevole".

Con toni di sincera ammirazione ha parlato delle speciali capacità  del Generale Bertolini, "che va ad assumere un incarico da Paracadutista, dove potrà  e dovrà  fare ancora molto per la Folgore".

"Una direzione eccezionalmente ferma, attenta e previdente. . Personalmente sono stato testimone della qualità  del lavoro svolto, di come ogni aspetto sia stato curato in modo esemplare e di come l'esecuzione sia risultata sempre rispondente alle aspettative". E ancora: " mi sento di dover sottolineare la sua schiettezza ed immediatezza che mi hanno fatto subito entrare in sintonia con lui, ed il suo carisma. A Lui va il mio grazie sincero, onorato, mi si consenta, di aver avuto alle mie dipendenze lui e questa magnifica FOLGORE. "
Dopo il lancio ed il toccante e simbolico momento del primo ordine dato dal Br Gen Costantino come Comandante allo schieramento, il generale Romeo ha voluto ritagliare uno spazio per i giornalisti, nella accogliente sala ospiti del Circolo Ufficiali.


LA GRINTA E LA DETERMINAZIONE DI UN "MARTELLO PNEUMATICO"

In quelle stanze è venuta fuori la "grinta" del nuovo Comandante: parlando con un giornalista dell'ANSA che chiedeva di fargli capire, non senza una certa malizia, la differenza tra invasione e missione umanitaria, non ha esitato a sfoderare la sua profonda esperienza del Medio Oriente.

Con eccellente dialettica, alla pari con qella del Suo amico e Collega appena rilevato, ha riportato l'intervista nei binari "militari", spiegando da tecnico cosa succede in Iraq. Una risposta calibrata, con qualche riferimento storico che denota padronanza dell'analisi del teatro, ed una serie di esempi. Cose che a molti di noi sfuggono, impastate di storia millenaria e attitudine alla violenza di alcuni gruppi.
I dialoghi scambiati in inglese fluente con le autorità  religiose ortodosse, e la familiarità  con cui parlavano di luoghi, fatti e operazioni di difesa dei Monasteri, hanno confermato che, nonostante sia stato poco conosciuto ai più, il Br Gen Costantino si è sempre occupato di cose operative (leggete il Curriculum) , anche se da posizioni di Comando superiori al livello della Brigata.

PRIMO ATTO DI CORTESIA VERSO I "CONGEDATI"

Un piccolo aneddoto: avvicinato dal cav par SIMONINI, grande paracadutista di Reggio Emilia, presidente della Sezione ed Istruttore di Bertolini, non ha esitato a REGALARGLI il proprio brevetto militare da mimetica, con nome e gruppo sanguigno.

Ha capito che i "suoi" congedati li dovrà  conquistare così: con gesti simbolici che ci facciano capire la sua appartenenza alla famiglia dei "COMANDANTI" e non dei Generali semplicemente.

Il Webmaster, salutandolo, gli ha chiesto se potevamo soprannominarlo "MARTELLO PNEUMATICO" , vista la decisione con la quale ha "pilotato" i giornalisti all'interno del suo argomento, senza farli deviare verso il politichese. Ha risposto sorridendo ed annuendo.


LA CHIESA ORTODOSSA DEL MONTENEGRO HA RESO PUBBLICA LA SUA STIMA VERSO LA FOLGORE

Toccanti e cariche di ammirazione e sincero affetto sono state le parole degli alti prelati ortodossi. «È la prima volta nella storia della chiesa serbo ortodossa - ha detto il metropolita Radovic - che un'onorificenza religiosa viene conferita a una brigata militare. Ed è per me un grande onore essere qui a ringraziare i militari italiani per il loro sacrificio verso il nostro popolo. San Sava era contemporaneo di San Francesco e simboleggia gli stessi valori che rappresenta per la vostra religione». E poi Livorno, una città  «bellissima di cui conserverò il ricordo, un'esperienza personale finalmente serena. È bello vedere gente felice. E se siamo qui c'è un motivo: il militare italiano non si è mai comportato come straniero, come invasore. Ecco perchè mi auguro che tornino i parà  in Bosnia e in Kosovo. Gli italiani nei Balcani hanno svolto un lavoro professionale e di grande umanità . Hanno garantito stabilità  e pace in un modo che distingue i vostri soldati dai loro colleghi di altre nazioni: abbiamo ancora negli occhi, ad esempio, l'incomprensibile neutralità  dei tedeschi di fronte alla distruzione di decine di luoghi di culto e monasteri avvenuta in Kosovo».

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