RICORDANDO TAKROUNA
9 Apr 2006
Autore: par A. CARLINI

PARMA- Il 25 aprile di ogni anno si celebra in Italia la "festa della liberazione", ovvero dell'invasione di eserciti stranieri sul suolo italiano, nel 1945.
Prima nemici e dopo,aiutati da disertori e partigiani alla macchia da tempo, salvatori. I "liberatori" avanzarono bombardando spietatamente e coscientemente città , scuole, ospedali, monumenti e uccidendo centinaia di migliaia di civili inermi in tutta Italia. Stupri , linciaggi ed esecuzioni di massa di sospetti collaborazionisti dei tedeschi, si contarono a migliaia. Si guadagnarono l'appellativo di "esercito di liberazione" da una popolazione ormai vinta e senza più guida e dignità , che offriva sguaiatamente le proprie donne ,in tragico e perverso omaggio di guerra, alle colonne di americani, neri africani, marocchini, inglesi, pakistani, indiani. Si contaminarono così due generazioni di italiani , interrompendo per sempre ogni cammino di rinascita morale.

Fame e miserie si unirono alla corruzione ed alla meschinità  di commercianti astuti che cavalcarono l'affare, trasformando alcune città  in casbah degne della migliore letteratura di Sodoma. Curzio Malaparte, nel libro "La pelle", ben descrive il decadimento morale di quel periodo di "liberazione".


Fiumi di inchiostro sono disponibili in letteratura ( soprattutto straniera) su come eravamo levantini e ruffiani per vendere donne , uomini e cose all'esercito invasore.
Fiumi di inchiostro sono stati scritti per narrare le "gesta" delle imboscate a preti e reduci della Rsi o semplicemente dell'Esercito Italiano..
Nemmeno una riga, ovviamente, per chi ha continuato, dopo le disfatte del 42 e del 43, a credere che essere Italiani d'Onore fosse più importante di una stecca di cioccolato. Sui fronti esteri, la disfatta e le ritirate imperversavano ormai da due anni. Solo pochissimi, nel 1942, con le armi in pugno e, successivamente, come prigionieri onorati con il presentat-arm dei nemici, non si piegarono. Tra questi la Folgore, che vendette come al solito cara la pelle, e dimostrò come si può rimanere Combattenti senza svendersi, senza cedere, senza umiliare le proprie mostrine, senza gettare la propria uniforme alle ortiche.

Mentre l'italia veniva "liberata", i prigionieri nei P.O.W. egiziani , tunisini ed americani,scampati al massacro di El Alamein, tenerono "la schiena dritta", per usare la frase del presidente Ciampi. Una strana coincidenza vuole che la fine di Aprile abbia per i Paracadutisti un significato diverso dal resto degli Italiani.

Nell'aprile del 1943, infatti, la Folgore si immolava anche in Tunisia.


Ecco perchè, dal 21 al 24 aprile DEL 2006, il par Rolando Giampaolo, figlio del Ten art par Ronaldo Giampaolo ( combattente di El Alamein e di Takrouna,Tunisia) , chiama a raccolta , come ogni anno, chi vuole ricordare i guerrieri " della parte sbagliata",ovvero quelli che nessuno ricorda mai nelle manifestazioni della "liberazione" e talvolta anche in quelle dei Paracadutisti, che involontariamente accomunano in El Alamein tutta la gloria conquistata dalla Folgore. Si ricordano, in altre parole, quelli che un ministro ha definito della "parte sbagliata".

Dopo El Alamein c'è infatti un altro capitolo , altrettanto doloroso e glorioso per i Paracadutisti italiani: la battaglia per la conquita di una collina ed un paese dominante, chiamato Takrouna. Pagina quasi insignificante, nel libro della Soria della 2a guerra, se non fosse per l'ardimento dei Nostri Folgorini


Il par Rolando Giampaolo lo fa per ricordare suo Padre e tutti gli altri. Molti di Voi conoscono il volto del Tenente art par Giampaolo: è diventato involontariamente famoso per essere apparso su alcune foto d'epoca mentre dà  il fuoco ai serventi paracadutisti di un pezzo di artiglieria e per quelle dove sorride al fotografo di guerra con il suo volto duro ma sereno.

Gli stessi volti sereni, duri e sorridenti che troviamo in tutte le altre immagini dei giorni di Tunisia e, dopo ,di Takrouna.


Eppure ognuno di loro era reduce da una ritirata di 2000 kilometri, senza cibo e munizioni sufficienti.

Nomi che conosciamo per averne incontrato a volte i figli, in associazione o alla Folgore : il Sergente Gado, padre di chi ora custodisce ora il Museo a Pisa, il ten Andreolli, il cap Lombardini, il ten Artusi e tanti altri.

Poche centinaia di uomini che si trovarono in Tunisia, dopo El Alamen, per onorare la propria fama di Soldati Paracadutisti. Perchè, come dice Arena nel suo articolo a cui ci colleghiamo alla fine del mio pezzo, "c'era da menar le mani".

Fu un massacro, ovviamente. Uno contro venti anche in questo caso. Mentre in Italia i vincitori balleranno in Piazza per un altro Aprile, c'è chi andrà  mestamente a celebrare, negli stessi giorni, una vittoria dentro la sconfitta.

Il sito della 2A ZONA ANPDI ha pubblicato, insieme al programa di viaggio organizzato dal par Rolando Giampaolo, presidente di Sezione e fino a poco fa anche Vice Presidente Nazionale, anche un articolo di Nino Arena, che ripercorre quei giorni di combattimenti. Sconosciuti ai più. Leggiamo il pezzo ed Onoriamoli.



LEGGETE IL PEZZO DI NINO ARENA GRAZIE AL SITO DELLA 2A ZONA ANPDI (LOMBARDIA)


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