INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO DEI PARACADUTISTI A CASAZZA
18 Jul 2006
Autore:par (El Alamein) Emilio Camozzi


INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO DEI PARACADUTISTI A CASAZZA

Devo recitare una cinquantina di "mea culpa".

Alla mia età  il ricredersi significa dover rinunciare ad opinioni che si sono radicate dentro e che tu sei propenso a giudicare esatte perchè fanno ormai parte della tua dannata cultura. Bastano invece poche ore per spazzare via tutto e fare finalmente chiarezza,
Il tutto è successo a me, e ne sono felice e rigenerato. Sono da poco tornato da Casazza. A malincuore direi. Ho dovuto farlo perchè i congedati Folgore del luogo pretendevano di mantenere me e mia moglie.

Se non scappavo ero ancora là , a spese loro! Non potevo permetterlo. Ed ora sono qua, entusiasta quanto alla mia età  si possa esserlo, voglioso di raccontare come parecchie delle mie idee siano andate a farsi benedire e non sapendo da dove iniziare.
Ha cominciato Antonio Zamblera.

Mi invia una e-mail informandomi del monumento ai caduti della Folgore. Il furbastro sa benissimo quanto io sia sensibile quando si toccano questi argomenti. Lo scambio di posta si infittisce, finchè mi prega di dargli qualche ragguaglio storico della battaglia di El Alamein. A questo punto avevo già  deciso di andare a Casazza. Ed in quella mi arriva l'invito. Per me e mia moglie. Ci sono rimasto male, poichè avevo intenzione di fermarmi in zona qualche giorno.

Venerdì pomeriggio arrivo a Casazza. Mi avevano sistemato, come avevo chiesto, in un agriturismo il cui proprietario era paracadutista. Meglio di così! Alla sera vado in sede. Devo precisare che non sto parlando di una sezione, ma di un nucleo di trenta congedati dipendente da Bergamo. Ho subito la sensazione di essere tra gente speciale, con paracadutisti quali eravamo noi. Si parla di argomenti inerenti al paracadutismo, alla cerimonia, e mi pregano di essere io a presentare il monumento. Era quello che temevo. Specie quando si tratta di cose del genere, non riesco a spiaccicare una parola.

Un groppo mi chiude la strozza è va a finire che resto là  imbambolato. Glielo dico, e fanno buon viso a cattivo gioco. Meno male che altri due reduci, arrivati il giorno dopo, confessavano il medesimo inconveniente.

Il sabato pomeriggio scendo dalla montagna su cui ero sistemato per andare a vedere se potessi essere utile i qualche faccenda. Arrivo giù ed era il diluvio universale. Gli infelici stavano dando gli ultimi ritocchi al palco per le autorità  ed al piazzale dove avrebbe dovuto svolgersi la cerimonia sotto un acquazzone che avrebbe potuto infastidire anche un pesce.

Io me ne sono stato buono buono rintanato nella mia auto. Al primo accenno di calma, me ne sono tornato alle alte. Alle dieci di sera, quando ero già  quasi addormentato, li sento arrivare facendo, come dovrebbe essere sempre il buon uso di noi svitati, un casino d'inferno. Mi avevano portato un Folgorino, l'inossidabile Zagati, che era arrivato nel pomeriggio.

Con alle spalle giorni e notti di lavoro e di tensione con un domani che si presentava ancora colmo di incognite, avevano trovato la forza di farmi ancora questo graditissimo omaggio.

Il giorno della cerimonia ero all'appuntamento un'ora prima dell'inizio. Tutto filò via liscio che meglio non avrebbe potuto essere.

Trovarono persino una jeep dove sistemare per la sfilata noi quattro residuati bellici. Era infatti arrivato da Trieste anche Vigentini e si era aggiunto a noi un reduce del luogo che aveva subito recentemente l'asportazione delle corde vocali, e che non aveva voluto sottrarsi all'avvenimento.

Sfilata, messa, scopertura del monumento, servizio di buffet seguito da un pranzo luculliano e gratuito saranno in seguito documentati dal servizio fotografico di Luigi Zagati.


Commenti:
30 congedati Folgore attivi in un paese di, credo 2000 anime!
Un monumento che sarà  additato come esempio di buon gusto, modernità  e sobrietà .
Nessun mugugno per gente che avrebbe dovuto essere presente e che non si è nemmeno scusata per l'assenza.


E molte, moltissime altre considerazioni.
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