di Francesco Crippa coordinatore ANPD'I della IV Missione 2010 - 25-28 Settembre
MONZA- Incominciamo dalla fine, ovvero dal quel triplice urlo di "FOLGORE" che ha scosso le anime lasciando un segno indelebile nel cuore di tutti i partecipanti alla Missione.
La Cerimonia al Sacrario di El Alamein è stata il suggello di una missione, la quarta di questo progetto, che ha visto 14 persone provenienti da tutta Italia recarsi nel deserto egiziano.
Quattro paracadutisti della sezione ANPd'I di Firenze, quattro della sezione di Monza (compreso il sottoscritto), uno da Padova, uno da Torino, due esperti di storia militare e il bravissimo e preparatissimo Lamberto Fabbrucci del SIGGMI. Anche se nel mio caso non si tratta della prima missione o della prima visita ad El Alamein è sempre difficile riuscire a condensare in poche righe tutte quelle emozioni, tutti quei brividi e quelle sensazioni che nascono da un' esperienza come questa.
La prima cosa che mi viene in mente è di ringraziare tutti indistintamente per la collaborazione, la disponibilità e anche la capacità di immedesimarsi subito nel compito affidatoci.
Era molto importante riuscire subito a formare un gruppo unico, ompatto e che si muovesse nella stessa direzione. Si potrebbe pensare che possa essere semplice calarsi immediatamente in una realtà completamente diversa da quella che ogni giorno ci circonda, ma invece i fatti dicono che ci sono (come in questo caso) 14 teste, 14 anime che, non solo di regioni diverse, ma la cui vita, cultura e carattere sono profondamente diversi. E non è assolutamente scontato che ogni volta si riesca a creare quel clima di coinvolgimento e (parola importante) Cameratismo senza i quali non sarebbe possibile lavorare ne tantomeno ottenere risultati.
Lascerò ad ogni singolo componente della Pattuglia Deir Alinda esprimere, se lo vorrà, i propri sentimenti e le sensazioni vissute, ma io come coordinatore mi sento di dire che anche questa ci siamo riusciti. Anche stavolta il gruppo che ha lasciato El Alamein non porterà solo con se un tesoro interiore ma anche amicizie e legami che si protrarranno nel tempo e credo che anche questo sia uno degli scopi di queste missioni.
Ne tantomeno voglio valutare il risultato del lavoro sul campo perchè questo spetta a chi è competente in materia. Dunque grazie. Grazie a chi ha creato questo meraviglioso progetto permettendoci di sentirci protagonisti di una storia che per molti era solo scritta sui libri e vista in televisione, grazie a chi con impegno, determinazione e caparbietà ha superato le tante difficoltà incontrate per arrivare a questo punto. In questo caso grazie a Lamberto che anche questa volta è stato per noi una guida instancabile, una fonte continua di informazioni e notizie (senza le quali ben poco avremmo capito), ma sopratutto è stato un amico con cui il rapporto di Cameratismo si stringe sempre più e come dicevo anche la scorsa volta: è uno di noi! Grazie alla volontà di tutti i paracadutisti che hanno dato prova di serietà e senso del dovere nei momenti di lavoro, grande spirito di corpo improntato anche alla più sana goliardia e l' emozione che leggevo nei loro occhi quando ci si fermava per commemorare i nostri caduti. Grazie all' Alpino Aviani e al suo fido collaboratore De Luca che con la loro conoscenza della storia e la loro simpatia ci hanno conquistato. Tutto questo dimostrato nell' ultimo energico e sincero abbraccio che tutti si sono scambiato prima a Roma (visto che alcuni prendevano altre direzioni) e poi a Milano. Per me è stata un' altra "pioggia di emozioni" accentuata dal fatto di aver prima ritrovato e poi ripristinato la buca comando del IV° Battaglione.
Buca che ha visto gli ultimi istanti di vita del Magg. Aurelio Rossi a cui è intitolata la nostra sezione di Monza
Una considerazione finale.
Ogni volta che torno da El Alamein penso di aver raggiunto il massimo delle sensazioni e che il mio cuore non possa ospitarne di più, invece la volta successiva e come se fosse la prima volta e al mio ritorno sento di aver lasciato qualcosa di me. Tra tutto quello che potrei dirvi di quello che provo il pensiero più forte sono le preghiere che recito davanti all' altare del Sacrario. Chi non sa non può capire cosa si provi in quel momento, io so solo che sento di dover ringraziare quei ragazzi che ad El Alamein, lontano dalla Patria, ci hanno donato, con il loro sacrifico, l' orgoglio di essere Italiani.
LA CRONACA
Operazione El Alamein, IV° Missione 26 / 29 Settembre 2010 Diaro del coordinatore ANPd'I par. Francesco Crippa GIOVEDI' 26 SETTEMBRE Sono le 05,15 e siamo tutti puntuali davanti al check-in Alitalia per Il Cairo. Primo tra tutti Lamberto (Fabbrucci), responsabile operativo del SIGGMI con il quale farò coppia anche in questa Missione. Un grandissimo piacere. Ci siamo intesi subito e anche questa volta bastano quattro parole per pianificare le operazioni. In attesa dell' imbarco si comincia a fraternizzare, d' altronde sono così diverse le zone di provenienza dei partecipanti che i vari dialetti la fanno da padrone. Quattro sono gli iscritti della sezione di Monza, quattro di Firenze, uno da Padova (il più anziano), uno da Faenza, uno da Torino, due friulani che sappiamo non essere paracadutisti ma esperti di storia militare e scrittori. Ma proprio perchè non paracadutisti alla fine saranno stati particolarmente apprezzati da tutti per lo spirito, le conoscenze e la simpatia. Lamberto comincia a consegnare ai capi-gruppo la cartellette con mappe e coordinate gps e comincia a fornire le prima nozioni fondamentali per portare a termine i lavori. Foto di gruppo e alle 07,30 si decolla. Puntuali. Questa volta non si riesce ad effettuare il briefing sull' aereo in quanto è praticamente pieno e dunque tutto viene rinviato all' arrivo. Ore 12.15 si arriva al Cairo, nessun problema con la dogana, Samer ci attende all' uscita e dopo neppure 30 minuti siamo già sul pulman che ci porterà fuori dalla capitale egiziana. Il clima è il tipico egiziano: sole, caldo (39°) che uniti allo smog e all' afa della grande città ci fa percepire una sensazione di caldo molto maggiore. Durante il tragitto impartisco le ultime raccomandazioni su comportamenti e atteggiamenti da tenere. Pur consapevole del fatto che queste non fossero necessarie e avendo già sufficientemente indottrinato i partecipanti durante i mesi precedenti, preferisco effettuare un' ultimo "rinfresco della memoria". Alle 14 si cambia mezzo, Ahmed ci aspetta con le jepp e immediatamente si riparte. Sosta ad un "autogrill" per un te caldo e poi via verso El Alamein. Ci arriviamo alle 17,30 circa con ancora il sole abbastanza alto e nell' attesa (come sempre lunga) che l' ufficiale che accompagnerà il nostro gruppo arrivi approfitto per invitare i ragazzi a visitare il cimitero di Guerra inglese e per accompagnarli a vedere (seppur solo dall' esterno) il museo militare di El Alamein. Finalmente prendiamo la strada per El Alamein e la luce del sole ci accompagnerà fino alle 19,15. In base a questo, con Lamberto, cominciamo a stabilire orari di sveglia e tempi lavorativi. Poco prima delle 20,30 siamo a Deir Alinda. Si scaricano le jeep e si prepara il campo. Tende a semicerchio davanti al gruppo delle jeep e il pennone che viene montato in mezzo alle tende. Qualche problema con il pennone stesso ma alla fine le bandiera sventolano tutte: quella italiana, quella egiziana e quella della Folgore. Finito di approntare il campo, nell' attesa delle cena qualcuno pensa di fare una prima ricognizione e con grande stupore ed emozione dopo qualche minuto fanno ritorno con un stupefacente ritrovamento: dentro una buca a 100 mt dal campo hanno rinventuto e prelevato ben 2 molotov intatte, piene di liquido e con attaccati ancora gli inneschi. INCREDIBILE!! Alle 23 la cena, impartiamo le direttive per la mattina (sveglia alle 05,00, alle 05,30 alzabandiera, alle 05,45 colazione, alle 06,00 partenza) e dopo immediatamente (quasi) tutti in branda.
VENERDI' 27 SETTEMBRE La sveglia suona alle 05,00 e in mezz'ora siamo inquadrati per il nostro primo alzabandiera con tanto di Inno di Mameli. Terminata la veloce ma frugale colazione le squadre sono pronte a partire, gli ultimi dettami e consigli di Lamberto e tutti ci mettiamo in marcia. La giornata si preannuncia calda con un sole già limpido all' orizzonte e perciò il nostro uniforme abbigliamento è improntato verso una tenuta più estiva che autunnale. Ci dividiamo tra le zone del IV° e del X° Btg e dentro di me sento che mi sto avvicinando a qualcosa di storico anche perchè Lamberto, durante il viaggio mi aveva dato delle anticipazioni interessanti. Con Giancarlo Zaramella e Raffaele Carrino percorriamo i circa 600 mt che ci dividono dal primo punto GPS che dobbiamo mappare. Rispetto alla scorsa missione il lavoro è più semplice e veloce perciò saranno sicuramente molte di più le postazioni che riusciremo ad individuare e mappare. Dopo aver risolto qualche problema con il GPS il lavoro prosegue spedito e alla 10,45 abbiamo finito di individuare tutte le postazioni della nostra zona e Lamberto (che faceva da spola tra le varie squadre) ci raggiunge. Giancarlo e Raffaele si sono immedesimati subito e non tralasciavano commenti e pensieri ad ogni rilevamento. Avevo in squadra il più anziano del gruppo e un paracadutista che nella sua tranquillità dimostrava un interesse profondo e sentito per quello che stavamo facendo. Due ottimi colleghi di squadra. Con Lamberto decidiamo che alle 11,30 le squadre dovranno fare ritorno al campo e lo comunichiamo via radio. Tutti rispondono tranne la squadra 4, quella che aveva le postazioni più a nord da rilevare. Lamberto mi dice: "seguimi devo farti vedere una cosa". Con la squadra percorriamo circa 300 mt e arrivati su una cresta indicando una grossa postazione e altre buche più piccole vicine mi dice: " con ogni probabilità questo è il comando del IX° Btg". Non riesco a spiegare quello che ho sentito dentro ma è stata un' emozione fortissima e irripetibile. Mi trovavo proprio dove il Maggiore Aurelio Rossi era caduto all' alba del 4 settembre colpito da una raffica di mitragliatrice mentre dalla buca comando dirigeva il tiro dei suoi ragazzi. Dopo anni e anni passati a parlare di lui, a ricordarlo in ogni momento associativo, a portarlo come esempio da seguire ora stavo calpestando la sabbia intrisa del suo sangue e di quello dei suoi soldati. IMPAREGGIABILE EMOZIONE. Tutte le squadre fanno rientro al campo tranne la squadra 4 che non risponde alla radio, Ahmed e Lamberto partono per andare a recuperarla. Al rientro scopriamo il perchè del loro silenzio: la radio non funzionava. Il pranzo è l' occasione per scambiarsi le impressioni e le emozioni di questa prima giornata, ma tra un piatto di riso e una minestra di verdure inizia a crearsi quel clima di allegria e goliardia che in seguito non abbandonerà mai i nostri momenti di relax. Tutti si dicono già soddisfatti del cibo e a mancare è una cosa sola......un buon bicchiere di vino. Alle 13, 30 siamo già sulle jeep, destinazione Qaret El Himeimat e Naqb-Rala. Sembra breve il traggito perchè il Qaret è all' orizzonte, ma ci vuole un' ora per arrivare e durante il tragitto transitiamo per Quota 105 dove si combattè una delle fasi più cruente della battaglia. Siamo alle pendici delle due cime dell' Himeimat e decidiamo di salire prima sulla cresta piccola per lasciare il segno della nostra visita firmando il "libro delle presenze". La salita è veloce, c'è in tutti i ragazzi l' entusiasmo per risalire queste piccole storiche vette e anche Giancarlo (il vecio) non resta indietro anzi ...... Per chi sale la prima volta su queste cime lo stupore di vedere davanti a se tutto il deserto è palpabile, i discorsi corrono sull' immaginare cosa videro i Ragazzi della Folgore quella notte del 23 Ottobre 1942.... Dissotteriamo la scatola e Lamberto ci invita a lasciare tutti la nostra firma. In pochi minuti discendiamo la cima piccola e dopo aver preso i labari risaliamo anche la cima grande. E' venuto il momento di ricordare i nostri "Ragazzi" e tutti si inquadrano, i labari di Monza, Firenze e Padova sventolano e la Preghiera del Paracadutista rompe il silenzio. Poi finalmente cantiamo, "cuori d' acciaio all' erta il cielo è una pedana........" e alla fine un triplice Folgore al quale risponde un' eco che da qui non è sempre facile sentire, ma probabilmente è merito anche di una giornata non particolarmente ventosa. Prima di scendere un gesto che seguiamo sull' attenti e che tocca il cuore di tutti fino all' emozione; il Par. Alasia seppellisce il basco del fratello, anche lui Paracadutista della Folgore morto pochi anni fa in un tragico incidente. Un gesto che lascia tutti senza parole mentre una lacrima scorre sul viso di Mauro. Un gesto che pochi saprebbero fare perchè separarsi da un ricordo come può essere il basco ha un enorme e profondissimo significato. Ripieghiamo i labari e scendiamo, ci aspetta il Naqb-Rala. Percorriamo una pista che, molto scherzosamente Ahmed ha ribattezzato Ahmed-piste in quanto la percorre quasi quotidianamente. Fà caldo e la stanchezza comincia a farsi sentire ma si và verso quelle che furono le postazioni dei mortai del Ten. Gola e la famosa "rampa". Lamberto illustra passo passo, partendo dal comando del V° Btg, quelli che furono i movimenti del Magg. Izzo e del Cap. Zingales fino alla rampa dove avvenne il contrassalto che costrinse i francesi e gli inglesi a ritirarsi. Percorriamo anche tutto il costone che dominava il fronte sud con le buche delle Breda e sopratutto ci fermiamo alle postazioni dei mortai del Ten. Gola. Ancora inquadrati leggo la motivazione della MOVM di cui fu insignito. Si ritorna alle jeep, è ora di rientrare. Siamo stanchi ma troppo felici ed emozionati. Alle 18,45 siamo al campo. Dopo una fantastica birra gelata (e anche una pompata di gruppo perchè "non si beve mai da soli") si consegnano a Lamberto le schede di rilevamento e con grande sorpresa e soddisfazione scopriamo che sono stato quasi 180 le postazioni censite. Un opttimo risultato. Serata esilerante dove i "toscanacci" tengono banco ben supportati dai friulani e dal trevigiano Zavanella, è una piccola "guerra" dei dialetti dove non bisogna perdere una battuta. A tavola non bisogna perdere neppure un piatto perchè tutto è veramente ottimo, fioccano i bis e anche i tris ! Alle 23 (come già comunicato) c'è il silenzio e chi non va in branda fa un giro nelle vicinanze senza mai perdere di vista (come da regola) il campo. Una giornata importante lascia il posto ad una giornata che sarà indimenticabile. SABATO 28 SETTEMBRE Alle 05,15 uscendo dalle tende una sorpresa ci attende: la nebbia. E' uno spettacolo insolito ma affascinante e tutti ne siamo favorevolmente impressionati, regala un' alone quasi mistico a quella che sarà la nostra giornata. Alle 06,30 siamo già in marcia, zaini, badili, carriole e cantando ci avviamo verso quello che sarà il luogo del nostro lavoro. Il Comando del IV° Btg ecco il luogo individuato da Lamberto su cui abbiamo deciso di operare. E' chiara l'impronta della buca comando e altrettanto chiaramente si notano altre 8 / 9 buche intorno ma guardando bene notiamo anche che si distingue il camminamento che le collega tra loro. Decidiamo che primo obbiettivo è il ripristino delle buche poi, se il tempo lo permetterà procederemo anche con il camminamento. Divisi in squadre da tre ci mettiamo al lavoro ed è un lavoro ben coordinato ma quasi frenetico. L' entusiasmo e la voglia di portare a termine tutto quanto deciso prende il sopravvento su qualsiasi forma di stanchezza o rilassatezza. Ogni tanto si sente una squadra cantare o un' altra fischiettare le canzoni...........che bello! Non ci si ferma e verso le 10 il sole riesce a "bucare" la nebbia e ci restituisce gli orizzonti. La giornata è ideale per lavorare e ci sentiamo tutti in forma nonostante le ore di sonno siano state vermante poche in queste tre notti. Alle 10,30 briefing per fare il punto della situazione. Valutando che alle 11,30 bisognerà rientrare con Lamberto decidiamo che termineremo il lavoro nelle buche ma non sarà possibile (purtroppo) procedere anche allo scavo del camminamento. Però tracceremo lo stesso con dei sassi in modo che sia visibile e possa così essere eventualmente obbiettivo di future missioni. Mentre Lamberto si reca con Ahmed presso le postazioni più a nord del X° Btg noi riprendiamo il lavoro e alle 11,15 abbiamo finito. Ci rimangono due cose da fare, la prima è sotterrare le due bombe molotv ritrovate al nostro arrivo (e lo facciamo dentro una delle buche piccole) e rendere omaggio ai nostri caduti. Ci inquadriamo all' interno della buca Comando e dopo aver dato lettura della motivazione della MOVM del Magg. Aurelio Rossi lanciamo il nostro Folgore ad onorare i nostri "Ragazzi" ivi caduti. Sciogliamo le righe e zaini in spalla, soddisfatti, emozionati e anche tristi per non aver potuto terminare il lavoro riprendiamo il cammino verso il campo. Bel lavoro ragazzi! Dopo pranzo, alle 13,15, siamo già in jeep con destinazione Passo del Cammello. Incrociando quella che era la Pista Rommel ci fermiamo all' altezza di una pietra miliare in frantumi ma su cui è ben visibile la scritta "50° km". Significa che siamo a circa 10 km dal Passo Cammello e dall' inizio delle depressioni di Qattara. Per chi non ci è mai stato (dunque tutti tranne io e Lamberto) lo spettacolo è impressionante. Questi gradoni naturali che portano a scendere via via fino a raggiungere gli 80 / 100 sotto il livello del mare sono una vista persino un po inquietante ma tutti rimangono impressionati anche dallo stato di conservazione di quello che fu l' ospedale militare italiano (e prima ancora base inglese) che, se non fosse per le frane che ne ostruiscono ormai gran parte degli accessi sarebbe ancora in condizioni eccellenti. Questo luogo rappresenta la sofferenza di centinaia di soldati tra cui ricordiano il Ten Col, Marescotti Ruspoli che qui morì in seguito alla ferite riportate negli scontri di Quota 105. Dopo una sosta di 45 minuti si riparte e questa volta la destinazione sono le depressioni e per la precisione il lago del Mogra. Attraversiamo anche una parte del classico deserto di sabbia e dune e ci ritroviamo di fronte a questo lago che, visto in questa stagione è quasi inisignificante perchè per la maggior parte asciutto, ma se visitato in primavera ricopre una vasta area e assume le proporzioni di una vera e propria oasi. Entriamo nel bacino e raggiungiamo la pozza d' acqua notando come l' acqua sgorghi proprio dal sottosuolo e notando anche tutti i depositi di sale lasciati dalle acque evaporate. Lamberto ci spiega che questo lago, in stagione di secca, era usato come pista per i ricognitori e dunque questo smentisce in parte il fatto che queste depressioni non fossero transitabili ai mezzi. Probabilmente era più una questione di sicurezza che di effettiva pericolosità il fatto che fossero state catalogate come intransitabili. Siamo pronti per il rientro e dopo 90 minuti siamo al campo. anche questa giornata è passata e domani è già ora di tornare. La cena passa tra canti e risate e il brindisi per il compleanno di un paracadutista fiorentino. Siamo ormai un gruppo e lo si vede anche in questi momenti. Questa è una soddisfazione. DOMENICA 29 SETTEMBRE E' si il giorno del rientro ma sopratutto è il giorno della visita al Sacrario Italiano. Come sempre sveglia alle 05,00, ammaina bandiera, ultimo Inno di Mameli cantato al deserto, e alle 06,30 si parte. Puntualissimi alle 08,30 (dopo sosta per i "terribili" falafel) siamo davanti al Sacrario. Inquadrati, uniformi, labari in testa ci incamminiamo cantando verso il Sacrario. Nessuno dei ragazzi è stato mai qui e mi dispiace che la visita dovrà essere forzatamente veloce ma il tempo è poco. Dispongo che entrando nel Sacrario ci si inquadri davanti all' altare. Entrare qui è sempre da brividi e i ragazzi sono quasi in soggezzione. Non c'è una parola, sembra persino che nessuno respiri. Porgo il saluto e il ringraziamento del Presidente Nazionale Gen. Giovanni Fantini e poi inizio la cerimonia con la recita della Preghiera del Paracadutista. Questa volta è la motivazione della MOVM del Ten. Bandini che leggo per rappresentare TUTTI i caduti di El Alamein, fanti, avieri, carristi, artiglieri, alpini, marinai, paracadutisti. Nessuno escluso. Tutti abbiamo sempre ricordato e tutti sempre ricorderemo. Una poesia del Serg. Nicola Pistillo e un brano tratto da "I Ragazzi della Folgore" sono la chiusura di questa breve ma sentitissima cerimonia. Poi c'è il momento del triplice urlo e qui preparo i ragazzi a quello che sarà un brivido che mai dimenticheranno. Scandiamo quegli urli e per ognuno di essi aspettiamo che l' eco termini.Non voglio che si perda neppure una lettera delle nostre urla. Sono tutti commossi e quando dò il "rompete le righe" nessuno si muove, sembrano tutti attoniti. Avviso che abbiamo 45 minuti di tempo e li lascio liberi di visitare tutto quello che possono. C'è chi va a Q33, c'è chi va al Museo c'è, chi (di corsa) riesce a fare entrambe le cose. Io mi soffermo qualche minuto in Preghiera davanti all' altare e poi mi avvio all' uscita. Mentre cammino penso che anche questa è andata e mi auguro di aver fatto tutto quanto era in mio dovere per assolvere al compito affidatomi, mi auguro di essere stato un buon "comandante" (come qualcuno mi chiamava) e mi auguro che quanto fatto rimanga perenne nel cuore di tutti. Anche le amicizie createsi. E' l'ora del veloce pasto (..............falafel...non dico altro) e via veloci sulle jeep. Ahmed e gli altri autisti sono bravissimi e alle 14,30 siamo all' aeroporto del Cairo. Li ringraziamo e abbracciamo, anche questa volta ci hanno assistiti e coadiuvati in maniera impeccabile e in più ci hanno fatto anche un bel regalo: i falafel appunto..di cui ci ricorderemo a casa!! Tutto puntuale. Partenza e arrivo a Roma con momenti di grande allegria e goliardia in un bar di Fiumicino. Gli abbracci fraterni ai Paracadutisti fiorentini e a Zavanella che prenderanno altri voli e poi il rientro a Milano. Tutto è già finito. La Pattuglia Deir Alinda è rientrata.Tutto è già finito. Alla prossima "Ragazzi della Folgore".. ci rivedremo!!
I PARTECIPANTI Operazione El Alamein Missione di Settembre Deserto di El Alamein 23 / 26 Settembre 2010 Ten. Carrista Fabbrucci Lamberto Responsabile Operativo SIGGMI Par. Zaramella Carlo Par. Guercini Mario Par. Volpini Daniele Par. Grassi Jacopo Par. Romanelli Samuele Par. Alasia Mauro Par. Cotta Maurizio Par. Zavanella Luca Par. Carrino Raffaele Aviere Scelto Basile Claudio Ten Alpino Aviani Fulvio Guido De Luca Enrico GRAZIE RAGAZZI!! FOLGORE!! LE PRIME FOTO DELLA MISSIONE
IL PENSIERO DI MAURO ALASIA
FOLGORE!!
Ho imparato il grido di battagia della mia Brigata. Ero stupito.
Ho insegnato il grido di battaglia della mia Brigata. Ero emozionato.
Ho ascoltato negli addestramenti il grido di battaglia della mia Brigata. Ero perdutamente innamorato.
Ho lanciato il grido di battaglia della mia Brigata nel Sacrario di El Alamein. Mi hanno risposto, in un eco infinito, mille e mille voci dei Leoni della FOLGORE. Un fremito mi ha percosso l’anima. Una lacrima mi ha scavato il cuore.
Mauro Alasia 3° Btg. Par. “Poggio Rusco”
El Alamein, 26 Settembre 2010
IL COMMENTO DI ERRICO DE LUCA
Cari Amici, Quattro giornate che sembrano anni a ricordarle che rimarranno indelebili in tutti noi. Il gruppo, Folgore ma non solo, i toscani, i monzesi, Raffaele, Guido, Francesco, Lamberto, Zavanella, Mauro, tutti e tutto ma ricordiamoci di aggiungere anche gli occhi ed il pensiero di tutte le persone o parenti che con lo spirito erano presenti o abbiamo portato insieme a noi ....vero Max Ursini?.......vero zio Luigi?.... ....e poi tutti i nostri fratelli, a partire da Aurelio Rossi, tutti, che uno strano destino volle con se in quello che ,come ci dice il valente Lamberto, anni anni or sono era un fantastico e vivo mare di acqua cristallina......destino incomprensibile per chi votato alle praterie del cielo si trovò a vivere queste magnifiche quanto arduissime distese di sete sole e sabbia......destino..... Alla partenza alla Malpensa non ricordo da chi ma sentii dire " ma ci stiamo rendendo conto di dove stiamo andando, di cosa stiamo facendo".......destino che penso al ritorno ci ha riportati alla Malpensa con le risposte a tutto e forse oltre.
Il destino che ci ha fatto vivere e dormire in compagnia della sabbia intrisa di vita dei nostri fratelli e camerati dispersi o morti.....all'oasi verde tra le infinite sabbie dove si andavano a rifornirsi di acqua salmastra. La sete il sole.....
Penso al destino e ad un emozionante sacrario sullo sfondo cremisi di buganville contrapposto ad uno magnifico mare azzurro come il cielo. Il cielo: proprio quello che fece crescere i nostri eroi e li portò a vivere e ad immolare la vita nei luoghi da noi vissuti....ed ad insegnare e dimostrare che il destino è plasmato sempre da cielo mare e natura ma soprattutto dall'esempio di uomini veri !
Un grazie ancora a tutti e
FOLGORE !!!!!!
Errico de Luca
SAMUELE ROMANELLI
I cuori sono sempre alti. Con l' occasione vi voglio salutare e ringraziare tutti...ho ancora dentro le emozioni di quella splendida avventura.. Ricominciando la solita vita di sempre........vi posso dire che mi manca quel deserto....un particolare grazie a Lamberto per per come ci descriveva i momenti della battaglia..e al paracadutista Crippa per averci guidato in questa stupenda missione.......e grazie per la pazienza che avete avuto con i maledetti toscani. o alpinooo..e mi sò sciorto nella c*** anchio! FOLGORE!! Par. Samuele Romanelli
IL MESSAGGIO DI JACOPO GRASSI
E SIAMO AI RINGRAZIAMENTI" COME ALLA FINE DI UN FILM. TRISTEZZA.
IO VORREI RINGRAZIARE PRIMA DI TUTTI ALITALIA, ANCHE SE CI HA AVVELENATO CON IL CIBO, MA SOPRATUTTO IL COMANDANTE DELL'AEREO CHE CI HA RIPORTATO A CASA SANI E SALVI. POI I CUCINIERI BEDUINI CHE CI HANNO SFAMATO CON MOLTO SUCCESSO AI BEDUNI DEL DESERTO UN GRAZIE DI CUORE.
AGLI UFO PER AVERCI FATTO DORMIRE TRANQUILLI NELLE TENDE... JACK DA DANIELE VOLPINI
BUONGIORNO, Scrivo queste poche righe per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla IV MISSION 2010 - DIR ALINDA - ad EL ALAMEIN. Ringrazio l' alpino Aviani, dall' eloquenza torrenziale ma simpatica e competente. Ringrazio il VECIO Zaramella incontenibile nel suo dialetto veneto. Ringrazio Fabbrucci, competente e preparato, nonchè mio conterraneo che ha aumentato la conoscenza storica di tutti. Ringrazio Crippa che ha guidato questo etereogeneo gruppo in maniera sicura e tranquilla e per aver dovuto sopportare qualche mia intemperanza finale. Ringrazio il silenzioso ma attento Carrino, generoso romagnolo. Ringrazio tutti gli altri,paracadutisti e non, per l' impegno, la disponibilità, l'umiltà e la pazienza dimostrata Sono orgoglioso, nel mio piccolo, di aver contribuito a far si che la memoria di quei fatti non vada persa o rimossa. Quello che racconto a mio figlio tredicenne oggi spero contribuirà a formare, un pò, l'uomo di domani. Sono altresi' orgoglioso di aver potuto gridare e sentire " FOLGORE" in quei luoghi...chi c'è stato mi capisce... Di nuovo GRAZIE a tutti..... .....e sempre FOLGORE!!! PAR. DANIELE VOLPINI
da LUCA ZARAMELLA Grazie a te Daniele, e a tutti gli altri. Missione indimenticabile per merito di tutti i partecipanti e dei conduttori. Anche se sono l'ambientazione ed il contesto storico, per noialtri, il fondamento del viaggio e del lavoro.
A proposito, mi continua a chiamare una hostess sarda lamentandosi che non le hai più telefonato...
COTTA MAURIZIO
Che dire di queste bellissime giornate passate assieme a questo fantastico gruppo in quei luoghi così magici, così distanti ma mai così vicini come adesso nei nostri cuori. Forse magico non è un termine così inappropriato, come si può definire altrimenti un luogo capace di suscitare in tutti, o almeno sono sicuro in buona parte di noi un tale stato d'animo ed una tale elevazione dello spirito ? Forse è stato il sacrificio di tanti uomini, le gesta eroiche conosciute e non, forse per il sangue versato in nome di sacri valori quali Onore, Patria, Fedeltà, od anche per più il semplice ma altrettanto nobile Cameratismo,sangue… che versato eroicamente ha sacralizzato ritualmente quei luoghi, rinnovando la comunione mistica tra sangue e suolo. In un breve ma densissimo scritto Yukio Mishima, scrittore che incarnava pochi decenni orsono il più puro spirito militare nipponico descriveva il contatto avuto mediante un medium con “ la voce degli spiriti eroici ” gli spiriti degli ufficiali che nel 1936 immolarono la loro vita nel tentativo di restaurare il potere tradizionale dell’Imperatore e poi con gli spiriti degli eroi votati al sacrum facere, al sacrificio del suicidio, i kami-kaze, il vento-divino. E’ quello scritto che mi è venuto in mente, quando la sera, momento della vita umana che predispone l’Essere maggiormente all’introspezione, al chiarore di una splendente luna, vagando solitario tra le postazioni oramai sepolte dal tempo e dalla sabbia, quel leggero vento che innalzava le nostre bandiere sembrava rendere ancora più vicina la presenza di “coloro che ci hanno preceduto”, una presenza tanto silenziosa ed invisibile quanto percepibile. Percezione che ha raggiunto il culmine nei momenti di raccoglimento avuti allo Himeimat, a Naqb Rala, al Sacrario, momenti in cui morti e vivi marciano assieme, momenti che ritengo rimarranno impressi indelebilmente in ognuno di noi. Un grazie a tutti voi, un gruppo formidabile, che pur nella diversità dei singoli componenti ha avuto un Qualcosa che lo ha caratterizzato, uno Spirito nobile Spirito nobile che lo ha guidato con sobrietà e compostezza in questa ricerca e conferma di se stesso lontano dalle meschinità che ci circondano. In alto i cuori
Par. Cotta Maurizio
PAR. CARRINO RAFFAELE
Paracadutisti, Alpini, Carristi, Avieri, Camerati,
Ho ancora nella mente l'eco del grido "Folgore" che risuona dalle postazioni di Deir Alinda del IX BTG del 187°, dalle alture dell'Himeimat, dal sacrario di Alamein. Rimarrà per sempre scolpito nella mia mente e niente e nessuno potrà mai cancellarlo. Era sicuramente la risposta di tutti i soldati d'Italia che si sono immolati in quei luoghi, per me diventati indimenticabili, per la nostra amata bandiera, purtroppo ai nostri giorni esposta solo per le partite dalla nazionale. Volevo ringraziare TUTTI i partecipanti per le splendide ore passate assieme, rimarrete per sempre nel mio cuore e spero presto di riabbraccirVi. Purtroppo non sono mai stato bravo a scrivere e mi risulta estremamente difficile descrivere le emozioni vissute assieme a tutti Voi, spero comunque con queste poche righe di aver in minima parte contribuito a raccontare le senzazioni da me vissute e, ne sono sicuro, da tutti i partecipanti nessuno escluso. Ciao Camerati FOLGORE per sempre par. Raffaele Carrino
Alpino AVIANI FULVIO
Un saluto a tutti da Guido "L'alpino". Sono stato veramente felice di avervi conosciuto e di aver compreso, visitando il campo di battaglia, il valore ed il sacrificio dei paracadutisti della Folgore. Grazie per quanto mi avete dato e comunicato con la vostra marzialità, professionalità e competenza storica, attaccamento al corpo e alla Patria e, soprattutto, in simpatia (Zaramella in special modo).
Ciao e sempre...... FOLGORE!! Ten. Alpino Aviani fulvio Guido
CLAUDIO BASILE
Amici, Per quanto riguarda il deserto il fatto di essere stato più volte in questo ambiente non ha per niente diminuito l'emozione dell'esperienza vissuta. Anzi, non c'è mai stata una volta nei miei giri precedenti in zone diverse che non abbia pensato ai ragazzi di El Alamein, come ben sanno Cotta e Zavanella è "tutta la vita" che volevo andare ad ElAlamein ! Vedere quei luoghi che da anni conoscevo soltanto attraverso gli scritti dei reduci è stato impressionante. L'organizzazione l'ho trovata impeccabile tanto da non riuscire a formulare nessuna critica costruttiva. Molto del merito va anche ai partecipanti, tutti veramente in gamba, nessun lamentoso nessun rognoso e nessun rompic., tutti hanno seguito le regole imposte non creando problemi di sorta, inoltre si sono rivelati simpatici e goliardici tanto da rendere la convivenza ancor più piacevole. Ho molto apprezzato anche il fuoriprogramma nella depressione, un altra meta che da anni solleticava la mia fantasia. FOLGORE!! Aviere scelto Claudio Basile
PAR ZAVANELLA LUCA
Paracadutisti, Amici,
Ritengo stia a noi ringraziare te per la guida garbata ma ferma, e sopratutto per l'opportunità di cui abbiamo fruito. Forse qualcuno di noi può aver scorrazzato nel deserto prima d'ora, ma questo aspetto è stato del tutto secondario rispetto al contesto in cui siamo stati immersi (anche se sono stati molto piacevoli le escursioni coi fuoristrada). Contesto storico, qualità dei partecipanti e atmosfera complessiva, formale quanto basta, operativa quanto basta, toccante quanto serve, sono stati perfetti. Lamberto in particolare ha avuto un ruolo non appariscente ma fondamentale per competenza e padronanza di luoghi e cronologie, sempre offerti con modestia.
Certamente a tutti è rimasta dentro la tripla eco di Folgore! nel Sacrario.
Il Grazie è quindi certamente da parte nostra.
Un saluto e per sempre.....FOLGORE!! Par. Zavanella Luca
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