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Pubblicato il 10/02/2017

10 FEBBRAIO : IN RICORDO DELLE FOIBE E DEL CALVARIO DELLA GENTE GIULIANA, DELL ‘ISTRIA E DELLA DALMAZIA

istria-bandiera

PARMA- Si terranno in tuttta Italia, domani, le celebrazioni del ricordo dei massacri compiuti dai partigiani di tito dal 1943 fino alla fine del 1945, dilagando fino a Trieste, perseguendo un piano di pulizia etnica contro gli italiani e causando l’esodo della gente giuliana, dalmata e istriana, che sfuggiva ai massacri e alla comunistizzazione delle terre italiane. Nel 1947 con il trattato di pace l’Italia venne smebrata con la cessione alla Jugoslavia di gran parte della Venezia Giulia (Fiume e le isole del Quarnaro, la quasi totalità dell’Istria e gli altopiani carsici a est e nord-est di Gorizia) e la creazione del Territorio Libero di Trieste comprendente l’attuale provincia di Trieste e i territori costieri istriani da Ancarano a Cittanova (oggi rispettivamente in Slovenia e Croazia). La mancata attivazione delle procedure per la costituzione degli organi costituzionali del TLT impedì di fatto a quest’ultimo di nascere. La successiva cessione del potere di amministrazione civile del TLT rispettivamente all’Italia (zona A) e Jugoslavia (zona B) creò le condizioni per gli sviluppi successivi che portarono al trattato di Osimo.

In quegli anni di martirio i comunisti furono lasciati liberi di torturare e uccidere migliaia di italiani presi tra ex militari della RSI, funzionari pubblici statali. Non risparmiarono nemmeno intere famiglie, bambini. donne, anziani. che avevano la sola colpa di essere italiani in terra comunista : moltissimi di loro furono gettati ancora vivi nelle cavità carsiche, legati a grappolo con fil di ferro che gli tranciava la carne e lasciati morire o fatti esplodere con granate gettate dopo l’infoibamento. Animali sanguinari che ci ricordano i tagliagole dell’isis e con i quali non è possibile alcuna pacificazione.

Giuseppe Comand, 97 anni, Nel 1943 aveva poco più di venti quando gli fu ordinato di aiutare i vigili del fuoco di Pola, che recuperavano gli infoibati nella prima ondata di rappresaglia titina grazie al vuoto di potere provocato dall’8 settembre e dallo sbandamento dell’esercito italiano. Probabilmente è l’ultimo testimone vivente della riesumazione dei primi infoibati italiani dell’Istria, che poi sarebbero diventati migliaia alla fine della Seconda guerra mondiale in tutta la Venezia Giulia compresa Trieste. Soldato dell’11° reggimento genio di Udine, durante la guerra.

IL RINVENIMENTO DEL CADAVERE DI NORMA COSSETTO, MARTIRE SIMBOLO DELLA ANIMALESCA CRUDELTA’DEI COMUNISTI DI TITO

«Il fatto più raccapricciante capitò ad Harzarich (nella cavità di villa Surani, nda). Con il raggio della pila illuminò il corpo di una ragazza seminuda, che sembrava seduta sul fondo della foiba con la schiena appoggiata alla parete e la testa rivolta verso l’alto, come se sorridesse. Si trattava di Norma Cossetto, la studentessa istriana, torturata e violentata dai partigiani prima di venire infoibata».

A molti disgraziati legavano gli avambracci con del filo di ferro ruggine stretto fino all’osso grazie a pinze e tenaglie. Poi li costringevano a salire su una corriera rossa che li portava davanti alla foiba. Sembra che sparassero solo al primo per far precipitare gli altri ancora vivi. Il macabro rito si chiudeva con il lancio di un cane sopra i corpi per una superstizione slava sui morti».

Gl infoibati erano Italiani soprattutto civili e militari e qualche tedesco fatti prigionieri.

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