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Pubblicato il 05/06/2020

206 ANNI DI STORIA DELL’ARMA DEI CARABINIERI – RASSEGNA STAMPA “QUANDO ERO AL TUSCANIA”

Il GIORNALE del 5 Giugno 2020

«Quando ero al Reggimento Tuscania custodivo un sogno e l’ho realizzato. Chiunque intraprenda questo percorso ambisce a entrare nel reparto, a diventarne il comandante. Qui però ciascuno di noi il proprio sogno lo realizza ogni giorno, con il proprio impegno personale».

Il contagio, il periodo difficile appena trascorso e che ancora continua a farci tremare, ce l’ha insegnato: gli eroi della quotidianità non hanno nome. A identificarli ci sono i loro gesti, le azioni, i risultati spesso silenti e il resto serve a ben poco. Il colonnello dei carabinieri che comanda i Gis (il Gruppo d’intervento speciale dell’Arma dei carabinieri) non fa eccezione e preferisce non far sapere il suo nome, come tutti coloro che s’identificano in un tutto non frazionabile. In singuli virtute aciei vis, «Nella virtù del singolo sta la forza del gruppo» è il motto dell’unità speciale con compiti antiterrorismo che oggi, Festa dell’Arma dei carabinieri, con decreto del presidente della Repubblica del 22 aprile, ottiene formalmente la Bandiera di Guerra. «Abbiamo una doppia anima – ci spiega il comandante dei Gis – quella più militare, di reparto incursori e forze speciali, e l’altra più di polizia, in qualità di unità d’intervento speciale antiterrorismo per il ministero dell’Interno sia per operazioni d’alto rischio che di polizia giudiziaria. L’aver acquisito la Bandiera di Guerra è un suggello formale della nostra militarità e del nostro essere un reparto combattente. Perdere la bandiera in guerra significa sciogliere una unità combattente: per noi, costituiti di recente (sono nati nel 1978, ndr) la bandiera non rappresenta il simbolo di quello che abbiamo fatto, ma piuttosto un obbligo morale nei confronti di quel che faremo».

Chi la bandiera di guerra ce l’ha dagli anni ’70 sono i circa 400 carabinieri paracadutisti del «mitico» Reggimento Tuscania, anche loro – insieme al 187° Reggimento della Folgore e il Nono reggimento d’assalto Col Moschin delle forze speciali dell’esercito – hanno la sede alla caserma Vannucci di Livorno. Oggi, durante la Festa dell’Arma dei carabinieri, il Tuscania – fondato come reggimento di carabinieri reali il primo luglio 1940 alla vigilia della seconda guerra mondiale – si avvicina alla ricorrenza degli ottanta anni dalla costituzione del reparto.

«Eroi» di ogni giorno quelli del Tuscania lo sono da sempre: questi paracadutisti, sicuramente i più noti e amati nel nostro Paese, operano ovunque, molto all’estero, ma com’è facile intuire hanno una particolare connotazione per l’impiego nelle zone a rischio. Attualmente comandati dal colonnello Salvatore Demontis, alcuni di loro sono stati anche all’ospedale Niguarda di Milano durante l’emergenza Covid. Certo stamane la Festa dell’Arma sarà priva di particolari celebrazioni che andrebbero contro le normative anti Covid. Ma il Tuscania, che merita tutto quanto possa dar lustro e onore al reparto, si spera possa essere festeggiato, appena le condizioni lo permetteranno, con il fasto dovuto.

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