EL ALAMEIN

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Pubblicato il 31/05/2020

4 LEONI DELLA FOLGORE – UNA CINQUECENTO- A BORDO TRECENTOVENTINOVE ANNI A PISA PER ARRIGO PETACCO

L’ARMATA NEL DESERTO di ARRIGO PETACCO “VISTA” DA QUATTRO LEONI DELLA FOLGORE
20 Feb 2002
Autore: Redazione Congedati Folgore

Mercoledì sera. Solito pranzetto a base di pastasciutta pane e vino, quest’ultimo a volontà .(ndr: La sezione di Trieste si trova ogni mercoledì in sede per una cameratesca pastasciutta. Cuoco: Emilio Camozzi da quasi sempre) Quando c’è, ci scappa anche il bicchierino di grappa, che poi diventano quattro. Mal visti i pochi consumatori di Coca Cola, bevanda simbolo di una razza che ha contribuito a bastonarci. Dopo le solite critiche alla pasta (troppo cotta, poco cotta, troppo salata, poco salata, eccesso di colesterolo, troppi grassi ecc. ecc.) inizio delle conversazioni così dette serie. Butto là :” Ragazzi, venerdì vado a Pisa!”. “Ragazzi è per quelli della Folgore presenti. Siamo in quattro, gli ultimi di noi che non hanno problemi e ce la fanno ancora ad ingurgitare una pastasciutta che ha tutte le caratteristiche di una bomba. O tuttalpiù se ne fregano. A Glauco Vigentini hanno da poco levato lo stomaco, ad Ario Fiumi un rene ed i medici hanno una gran voglia di togliergli anche il disturbo dell’altro, Lucio Mazzoli ha avuto due infarti e si avvia serenamente al terzo, ed a me hanno diagnosticato una cardiomiopatia dilatativa a cui non credo, altrimenti non potrei gustarmi le mie pastasciutte. Comunque a Pisa ci voglio andare. “A cosa fare” mi chiedono. “C’è la presentazione di un libro di Petacco che parla di noi”.
“Io ci stò”. “Anch’io”. “Anch’io”. Siamo in quattro. Glauco ha appena comperato l’auto e si offre di portarci. E’ piccolina, ma per trecentoventinove anni non eccessivamente grassi, è sufficiente. Diciamo quasi! Venerdì alle sette, malgrado la nebbia, partiamo. Pioggia e nebbia per tutta la strada. Ma tanta allegria dentro l’auto e, come al solito, tanti sfottò. Nel bel mezzo di un nebbione Lucio dice quanto interessante sarebbe per i media il fatto di una piccola auto trasformata in bara per quattro paracadutisti. L’idea ci piace e per una buona parte del percorso ci ricamiamo sopra. Arriviamo a Pisa. Io, che sono un profondo conoscitore della città , come al solito mi perdo. Mezz’ora di imprecazioni.
Arriviamo in caserma alle due. Alle tre comincia la presentazione. Il maggiore Pellegrin, nostro buon nume protettore, ci procura un pasto in mensa. Poi, puntualissimo, il colonnello Fioravanti presenta il signor Petacco. Il cappellano intona una preghiera, e, mi scusi padre, lo fa un po’ alla Orietta Berti. Preferivo Padre Basso, a cui ogni tanto scappava qualche parola un pò pesante, specie se aveva bevuto un bicchiere di troppo con noi. Petacco, più che parlare del libro, illustra la sua posizione di storico in un periodo in cui si è volutamente ignorata una porzione della vita della nazione. Si è soffermato in particolare sull’apporto dato dalla Folgore nella battaglia di El Alamein. Ha poi aperto la discussione.
Molti reduci hanno partecipato alla discussione. Ha chiuso la presentazione l’intervento del Comandante la Brigata. Piccolo rinfresco e chiusura della serata. Ed ora che facciamo? Ario vorrebbe restare, Lucio preferirebbe tornare a casa. Che sia questione di età? Ario è il più vecchio. E’ del 1919. Lucio è il più giovane. E’ del 1922. Era anche il più giovane della Folgore. Mi rimetto alla maggioranza. Glauco è l’autista ed ha guidato tutta la mattina. Stà a lui decidere. Si decide di andare, anche perchè ci eravamo dimenticati di prenotare l’albergo. Partiamo. Cerchiamo l’autostrada. Dopo mezz’ora troviamo la superstrada. Per disperazione prendiamo quella. A Firenze un nevischio fine fine, sicuramente foriero di una nevicata. Usciamo? Ma che, siamo matti?. E come la mettiamo con la piccola bara!? E allora via in doppia fila, con la neve sempre più fitta e la strada sempre più innevata. Naturalmente non avevamo nemmeno le catene. Ma a noi non servono. Che gusto ci sarebbe andare avanti in sicurezza?. Neve fino a Bologna e pioggia fino a Trieste.
Siamo arrivati a casa, in barba ai media, alle due e mezzo. Ma che divertimento!!!

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