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Pubblicato il 05/04/2014

67ma ASSEMBLEA NAZIONALE DELL’ANPDI: I SALUTI DEL COMANDANTE DELLA FOLGORE


Viterbo- E’ in pieno svolgimento la 67ma Assemblea Nazionale dell’ANPDI, i cui lavori sono ufficialmente iniziati stamattina con i saluti dele del Comandante del Reggimento Carabinieri Paracadutisti Tuscania,Antonio Frassinetto, seguito dal Generale di Brigata Lorenzo D’Addario e chiusi con quelli del Generale di Corpo d’armata Marco Bertolini.
Il colonnello Frassinetto ha ricordato alla platea che i Carabinieri Paracadutisti si sentono ancora orgogliosamente “parte” della Folgore. Il Generale BERTOLINI, intervenuto dopo il generale D’Addario ha ricordato i valori di cui l’ESERCITO è contemporaneamente portatore e custode, raccomandando ai Paracadutisti di continiarne il sostegno con l’esempio.

Qui sotto l’intervento del Generale D’Addario:

foto: Antonio Serra
Cari Paracadutisti,
Mi rivolgo a voi con il cuore carico di orgoglio per l’enorme privilegio ed onore di essere Aquila1 da poco più di anno.

In questi dodici mesi, dall’ultima volta che vi ho parlato, la Brigata paracadutisti ha affrontato una serie di profonde trasformazioni, con importanti conseguenze sul futuro della specialità paracadutisti che è ulteriormente cresciuta. Il 9° reggimento d’assalto paracadutisti e il 185° reggimento acquisizione obiettivi sono oggi parte del COMFOSE, che conferisce unitarietà a tutte le forze dedicate alle operazioni speciali, mentre la Brigata ha ricostituito il reggimento artiglieria paracadutisti in Bracciano, sta trasformando Savoia Cavalleria in reggimento paracadutista ed ha ripreso sotto il proprio comando il reggimento logistico di Pisa. Il lavoro prosegue con serenità e determinazione, i nuovi paracadutisti s’innamorano del loro futuro, com’era da prevedere.

Se per il logistico si è trattato di un rientro in famiglia, l’artiglieria rinasce già paracadutista da una costola di ogni reggimento, che ha inviato proprio personale volontario. Savoia sta creando, tra lanci e pattuglie, il cavaliere paracadutista, fondando sul suo gloriosissimo passato un futuro che viene costruito con entusiasmo e tanto zainetto, come fanno i soldati.
Il tutto approntandosi come riserva dell’Esercito e ritornando a prepararsi per tutto lo spettro di attività operative, lavorando con i colleghi degli altri paesi e mantenendo rapporti strettissimi, di consanguineità, con incursori, acquisitori, alpini e carabinieri paracadutisti a cui ci legano affetti personali e stima professionale.

Vi dissi che mi ponevo di fronte a questo obiettivo con umiltà, ma con determinazione, chiarezza d’intenti, serenità e pragmatismo. Sono conscio che i tempi siano duri, ma non so dove potrei essere meglio collocato per portare avanti uno sforzo così radicale, se non nella migliore e più appassionata Unità del nostro amato Esercito, con il vigile e affettuoso sguardo di voi paracadutisti dell’ANPDI. I paracadutisti mi ricordano ogni giorno quanto belli siano gli italiani e quanto generoso il loro cuore, e quanta ansia ci sia di servire con direttive chiare, logiche e serene.
Ai ragazzi della Folgore chiedo di ricordare i nostri Leoni, che vedevano in ogni crisi un’opportunità, lanciando contrattacchi sulle forze che li soverchiavano, uomini semplici, che hanno saputo dimostrare al mondo di che pasta sono fatti gli italiani. A loro, i Leoni della Folgore, penso quando mi chiedo come affrontare le sfide dell’oggi, cercando di essere degno del loro slancio generoso e del loro eterno ottimismo.
Chiedo ai miei ragazzi di dare e meritare sempre l’iniziativa, senza paura, senza scoraggiamento. Ai miei comandanti chiedo di incoraggiare lo slancio dei loro uomini, di concedere loro fiducia e serenità, e di usare come unico parametro di comando il seguente interrogativo, che chiarisce tutto: mi seguirebbero all’assalto? E a tutti loro ricordo che non c’è posto migliore per affrontare le sfide se non tra i migliori tra i soldati d’Italia. Ammiro nel paracadutista la generosità, l’abnegazione, la disciplina, amo e rispetto il suo modo silenzioso e operoso con cui persegue la missione, tenacemente e senza protagonismi: in questi soldati è il meglio dell’Italia. Ce lo hanno insegnato gli anziani: ce l’avete insegnato voi.

Vi chiesi di aiutarmi a lavorare con determinazione, serenità e pragmatismo per la trasformazione. L’ANPDI si è stretta attorno ai suoi nuovi reparti, sempre rispettosa delle tradizioni e pronta a servire, ed ha fatto capire da subito che la loro nuova (o ritrovata) famiglia era la migliore possibile, dando forza e appartenenza.
Ho sentito il vostro appoggio nel lavoro che i reggimenti fanno nei confronti dei feriti che sono ancora impegnati a ritornare nelle fila della Folgore e delle famiglie che hanno perso i loro figli e mariti. Voi con noi, rimaniamo tutti uniti nel ricordo dei nostri caduti più recenti, ferite aperte e che necessitano del nostro pensiero costante.
Vi chiesi anche di aiutarmi a serrare le fila e mantenere unita la famiglia dei paracadutisti; lo avete fatto con calore, mantenendo saldissimi i legami fraterni che ci legano: questo mi scalda il cuore, perché so che quando anche a me toccherà lasciare la Folgore per sempre, troverò una nuova famiglia. La passata festa della specialità mi ha fatto sentire enormemente onorato di rappresentare una schiera di soldati appassionati, riuniti davanti ai loro vessilli, in una bella manifestazione di amor patrio di cui ci dobbiamo sempre sentire orgogliosi. Siamo i Paracadutisti d’Italia!

Grazie. Ben fatto.
Avanti così, l’ANPDI è in crescita e voi sapete cogliere l’opportunità. E’ il momento di essere generosi quando verremo tentati dal mollare: una scusa per non fare il proprio dovere c’è sempre, ma è più difficile prendere scorciatoie quando si è tra paracadutisti.
Andiamo avanti con determinazione, chiarezza d’intenti, serenità e pragmatismo. Il nostro obiettivo rimane la grandezza e l’onore della nostra Patria, del nostro amato Esercito e della nostra meravigliosa specialità dei paracadutisti.

…e come Aquila 1 vi chiamo a rispondere sempre:
PARA’
FOLGORE!

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