CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

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Pubblicato il 16/01/2014

A CAPUA IL GIORNALISTA PICCIRILLI DEL TEMPO CON GIANFRANCO PAGLIA


Oggi giovedì 16 gennaio alle ore 18 a Capua nell’aula consiliare, su iniziativa dell’Associazione Identità Nazionale, il libro di Maurizio Piccirilli “Ferita Afghana” la cui prefazione è curata dalla Medaglia d’Oro al Valor Militare Gianfranco Paglia.

Modererà il dibattito il direttore di Cronache di Caserta Domenico Palmiero. La missione italiana in Afghanistan dura ormai da più di dieci anni. È costata la vita a 53 soldati e circa un centinaio di militari del nostro contingente sono stati colpiti in agguati o attentati che hanno subito durante le loro operazioni di controllo del territorio o di assistenza alla popolazione locale.

Scrive Antonio Angeli de Il Tempo: “Maurizio Piccirilli, con la pazienza del «giornalista con gli anfibi», che sono gli scarponi del soldato, ha raccolto le testimonianze di dieci «eroi di tutti i giorni», soldati e soldatesse, feriti durante la loro missione in questa terra lacerata da trent’anni di conflitti e contesa dalle maggiori potenze mondiali.

Gli uomini e le donne dell’Esercito italiano raccontano i momenti drammatici del loro ferimento, la nostalgia per la famiglia, l’orgoglio di servire la patria, il dolore per chi è rientrato in Italia avvolto nel Tricolore e l’affetto nei confronti di quei commilitoni con cui hanno condiviso l’esperienza unica e straordinaria dell’avventura in una terra lontana. Un saggio che è un ritaglio di Storia dell’inizio del Terzo Millennio e che spalanca i paranchi su numerosi, inattesi universi. C’è, nel libro di Piccirilli, la forza più grande del sentirsi italiani che trova nei nostri militari la sua essenza più pura: quella voglia di fare e fare bene. Il desiderio di essere utili, di portare la ricchezza della nostra Italia (che è fatta di sentimenti e non di materialità) a popoli che non hanno avuto la nostra stessa fortuna. Nel libro c’è le sorpresa di trovare tra i nostri militari un’uguaglianza dei sessi che troppo spesso nella vita civile è solo una grigia ipocrisia. Qui, tra lagunari e bersaglieri, tutto sembra essere più facile e trasparente: l’orgoglio delle donne di essere «uguali» e quello degli uomini, fieri di distinguere le persone per competenza e capacità. E per niente altro. E poi, narrate nell’italiano asciutto ed essenziale del cronista, ci sono quelle cifre che parlano da sole: numeri che testimoniano un’eccellenza operativa e umana in una terra ricca di storia e tradizioni millenarie. Nelle parole dei soldati sapientemente intervistati da Piccirilli ci sono le emozioni, la paura, il coraggio nati tra le sabbie e le montagne afghane, ma anche il desiderio di non darsi per vinti e di continuare a servire il nostro Paese.”

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