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Pubblicato il 06/04/2019

A REIMS SIMBOLO DELLA CRISTIANITA’ LA MOSCHEA PIU’ GRANDE DI FRANCIA. LA CHIESA “GIOISCE”

REIMS 1429 – 2019: LA SANTA CATTEDRALE E UNA MOSCHEA CON IL SUO ARCIVESCOVO.
di Gaetano Canetti

La guerra dei “Cent’anni” per il trono di Francia nel 1429 ha una svolta insperata: una ragazzina vergine (pronuncia il voto di castità a tredici anni) guida, vestita di una scintillante armatura, l’esercito francese in battaglia contro gli usurpatori inglesi e i collaborazionisti borgognoni.

Vuole condurre il suo “dolce Delfino” di Francia fino a Reims perché sia lì, in quella Cattedrale gotica, con l’olio Sacro di San Remigio, consacrato Re.


L’uomo “post-moderno” e “razionale” studi la Storia e scenda a patti con la realtà, abbiamo materiale sufficiente: bisogna ammettere l’enigma e prendere atto che questa ragazzina dolcissima e intrattabile sia stata guidata realmente dalle “voci” di San Michele, Santa Caterina e Santa Margherita.

Giovanna d’Arco, “Santa” della Chiesa Cattolica Romana: Santa, con tanto di armatura, vessillo e spada.

Par di vederla: bellissima.

L’enigma della “Pulzella” attraversa i secoli e ci riporta ad una Francia diversa, oggi dimenticata, quella del regno dei Capetingi, la dinastia che sino alla Rivoluzione Francese ha guidato il paese, un tempo, cristianissimo.

Per tradizione, i Re francesi si sono fatti incoronare dall’Arcivescovo nella Cattedrale della città (dedicata alla Santa Vergine Maria) con l’olio Sacro di San Remigio.

San Remigio era l’Arcivescovo della città di Reims e fu colui il quale portò al cristianesimo col battesimo il pagano Clodoveo nel Natale del 496, Re dei Franchi; lo battezzò con quest’olio misterioso, fatto scendere dal Cielo in un’ampolla consegnata da una bianca colomba (segno della Spirito Santo).

Con l’olio di questa ampolla verrà infine unto anche Carlo VII, il “dolce Delfino” di Giovanna (ma anche Re Luigi IX altro Santo della Chiesa Cattolica, Crociato e morto durante la sua seconda Crociata) ma la cerimonia dell’investitura non sarà così sontuosa.

La investitura del Re di Francia da parte dell’Arcivescovo di Reims, rimarrà per mille anni la più grandiosa cerimonia della Cristianità, tanto da superare in splendore anche quelle della Corte di Bisanzio.

Questa investitura era una cerimonia, lunghissima, di Consacrazione: l’Arcivescovo schiudeva la Santa Ampolla, traeva una piccola quantità del Sacro Crisma con l’ausilio di un ago d’oro, ungeva il Re sulla testa, sul petto, sulle spalle e sui gomiti e gli assistenti pronunciavano “Unsero il Re Salomone”.

Infine la consegna della tunica color porpora, lo scettro nella destra una verga nella sinistra, con l’imposizione della Corona e il giuramento solenne di adempimento dei propri Doveri nei confronti dei propri sudditi e di Gesù, cui doveva il suo diritto naturale di regnare.

Durante la Rivoluzione Francese, la Cattedrale di Reims verrà devastata, distrutti o rubati i Sacri arredi, trasformata in “Tempio della Dea Ragione”, la Sacra Ampolla distrutta disperdendone il contenuto.

Oggi, siamo nel 2019, 590 anni dopo Giovanna d’Arco e quel miracolo.

Indifferente alla Storia, alla battaglia di Poitier del 732 ed a Carlo Martello, irridente alla tradizione Cristiana Capetingia, a Giovanna sua protettrice in Cielo, la Francia figlia della Rivoluzione Francese, non più del Giglio ma del Tricolore, sorride gaudente alla inaugurazione della più grande moschea francese:

3.750 metri quadrati sormontati da due cupole ed affiancati da un minareto di metri 14, finanziata dal Qatar e da altri paesi arabi con la benedizione ed il sostegno del presidente Macron.

Dove?

Ma a Reims!

Non è tutto…

Indovinate chi si è dichiarato, anch’esso, entusiasta dell’apertura della Moschea con relativa partecipazione alla cerimonia di apertura?

L’attuale Arcivescovo di Reims, tale Eric de Moulins-Beaufort.

“Con me gioiscono i Cattolici francesi”: così si è espressa Sua Eccellenza Reverendissima, successore dei dodici apostoli e di San Remigio, in un messaggio su Facebook.

Bonne nuit…

Kyrie Eleison!

Christe Eleison!

Kyrie Eleison!

Gaetano Canetti.

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