ADDESTRAMENTO

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Pubblicato il 01/02/2010

ADDESTRAMENTO IN MONTAGNA DEI PARACADUTISTI MILANESI

di Andrea De Milato

MILANO Un plotone di 16 paracadutisti milanesi e bresciani si è trovato a CASTIONE DELLA PRESOLANA(Bergamo), alle 14.00 di Sabato 30 gennaio.
I “bresciani” erano capitanati da Luigi Gelmini e Luigi Lodigiani che hanno portato un gruppo numeroso e svolgono da tempo un lavoro di aggregazione e di preparazione di un nucleo operativo affiatato ed efficiente.

Obbiettivo della giornata addestrativa: Praparazione fisica di montagna, con zavorrata con ciaspole o sci verso il Monte Pora e bivacco notturno.

Dopo una verifica dell’equipaggiamento e lo scambio di materiale con quelli meno equipaggiati, si parte. Ci aspetta una delle noti più fredde dell’anno e non si scherza con il gelo.

Dopo oltre un’ora di marcia con le ciaspole, zavorrati e accaldati raggiungiamo la zona prefissata.
L’istruttore Cocchi di Milano, esperto di sopravvivenza in montagna e organizzatore di questo addestramento, ci spiega come preparare il bivacco. Iniziamo a scavare.. la neve è molto farinosa e non si compatta facilmente dobbiamo aspettare che il freddo la renda lavorabile.
Nel frattempo recuperiamo qualche ramo secco per disporre il tetto.
In poco tempo approntiamo le nostre trune, disposte a due a due, con una parete confinante.
Il clima non è clemente: è nuvoloso e inizia a spirare vento freddo da Est.
Ci prepariamo ad affrontare la rigidità della notte.
Ore 20.00: si cena scaldando gli alimenti con il fornelletto.

Fa freddo. Molto freddo. E quanto vento!
Dormire in una buca nel terreno, con tanta neve attorno e sotto di te.. beh.. è strano! Innaturale e, se ci pensi, il sacco a pelo non è mi ricorderebbe un sarcofago!
Se non ti sei attrezzato bene rischi di passare una notte di inferno! Importanti i piedi, sempre al caldo!
Portarsi uno scaldotto chimico non sarà molto tattico ma può fare la differenza. Per me l’ha fatta!
La notte è lunga, scomoda, umida, fredda. Ci si sveglia ogni ora, ora e mezza.. ci si chiede che ore sono.. si chiacchiera un pochino e poi si ripiomba nel sonno per un’altra oretta.. così fino al mattino.
La notte il vento ha soffiato ininterrottamente. Abbiamo toccato i meno 19 gradi. I giorni della merla.
Sono le 7.30, adunata. Si smonta tutto e si riporta in condizione di origine.
Si appronta lo zaino, la notte è superata, il più è fatto.. mi guardo attorno.. sono tutti sorridenti e pronti per la colazione!
Ciaspole ai piedi e.. via! Alla conquista del Monte Alto, quota 1723 metri.
Poi il rientro alle macchine dove ci salutiamo e ci diamo appuntamento in Sezione.

RIFLESSIONI

Pur essendo bardato fino alle punte dei capelli e sotto un sacco a pelo di notevole spessore, pensavo: ma come hanno fatto quei poveri diavoli in Russia? Quale forza li ha spinti?

Io sarei morto. Già in questa occasione, anche se con materiali moderni,mi sono trovato col sacco a pelo bagnato e i piedi quasi congelati per via degli anfibi e attrezzatura sommaria. Se avessi dovuto affrontare una seconda notte sarei stato in seria difficoltà.

E loro? Con le loro scarpe di cartone? O magari solo con le calze, senza materiali tecnici antivento.. senza ghette.. senza cibo caldo.. senza scaldotti chimici.. senza fornelletto a gas e zuppe tattiche.. e con il fuoco nemico che li pressava..

Come avete fatto eroici italiani? Questa esperienza mi ha fatto pensare.. e mi fa apprezzare ancora di più quello che avete fatto per noi.

Grazie di cuore, soldati Italiani della ARMIR!

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