OPINIONI

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Pubblicato il 25/08/2015

AFGANISTAN: NIENTE CONTRATTI PER GLI ITALIANI

di Walter Amatobene

In oltre dieci anni di presenza in Afganistan, gli imprenditori italiani hanno potuto sviluppare alcuna attività economica redditizia, che fosse gestita con il coinvolgimento attivo e fondi degli afgani, eccezion fatta per qualche migliaia di tonnellate di marmo acquisite da un importatore veneto e poco altro. Problemi di sicurezza ed un certo doppiogiochismo del governo centrale di Kabul, lo hanno impedito.
Gli unici benefici della lunga presenza in quella terra lontana ed ostile, li hanno ottenuti alcune aziende nazionali che hanno rifornito le basi militari di vettovagliamento, equipaggiamenti e infrastrutture, oltre che gli esperti di logistica.
I governi italiani che si sono succeduti non hanno ottenuto nè contratti, nè appalti dal Governo Afghano. Ogni opera è stata donata dai fondi della “cooperazione” , spesso veicolati tramite le “ONG” , del cui discutibile operato abbiamo avuto scarne notizie in occasione dei controversi rapimenti delle “due simone”.
Un ruolo eccellente per ottima ed economica gestione dei fondi italiani e utilità sociale con notevoli ritorni di immagine presso la popolazione, l’hanno avuto i Provincial Reconstruction Team, a direzione e gestione militarizzata, che sono stati presi ad esempio dalle altre nazioni presenti in teatro operativo.
Vista la parcellizazione degli interventi in piccole infrastrutture, i soldi dei contribuenti italiani sono andati a beneficio di aziende afgane.Perlomeno si sono visti risultati concreti, grazie alle Forze Armate.
Cinesi, iraniani (e americani in quota assai minore), nel frattempo, hanno gestito appalti e concessioni per realizzare infrastrutture pagate con soldi afgani e fondi internazionali. I cinesi,inoltre, si sono accaparrati lo sfruttamento di importanti giacimenti minerari di litio, di rame e altre materie prime, oltre che consistenti lavori infrastrutturali. Un’altra nazione che ha avuto ed avrà un ruolo determinante in Afganistan è l’Iran, che ha completato, in piena attività operativa militare italiana ( 2009-2010-2011) lunghi tratti di svincolo della ring road, nell’area di Farah, sotto controllo delle nostre forze armate. Né Cina, né Iran hano sparato un colpo in quel territorio, né sacrificato uomini. La banca asiatica , inoltre, ha finanziato la costruzione di una ferrovia da Herat a Tehran, lasciando intravedere in che direzione andrà lo sviluppo delle relazioni con l’occidente.

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