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Pubblicato il 29/11/2014

AFGANISTAN: RAME , LITIO E GRANDI OPERE PUBBLICHE A IRANIANI E CINESI. MINIERE AD ALCUNI PAESI OCCIDENTALI

PARMA – Da decenni i geologi di tutto il mondo, americani in testa, hanno individuato in Afganistan vasti giacimenti di ferro, rame, litio, cobalto, smeraldi, oro e altri minerali pregiati. Nel mese di giugno 2014, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha stimato in mille miliardi di dollari il valore delle riserve, ma Shahrani l’ha definita una stima prudente. Secondo il ministro afghano, infatti, le ricchezze minerarie della nazione possono essere valutate in 3000 miliardi di dollari.

E’ di poche settimane orsono la notizia di dieci investitori, la maggior parte dei quali provenienti da Stati Uniti e Gran Bretagna,che stanno spendendo una cifra stimata intorno ai 50 milioni di dollari nel progetto di estrazione di oro nel distretto di Dushi, della provincia di Baghlan, circa 135 chilometri a nord-ovest di Kabul, secondo Wahidullah Shahrani, ministro delle Risorse minerarie. L’unica altra miniera d’oro in Afghanistan è nella vicina provincia di Takhar.

L’accordo non è il primo progetto minerario in Afghanistan sostenuto da investitori privati:
dal 2009 qualche centinaia di tecnici cinesi, tra ingegneri, geometri, elettricisti, informatici, capicantiere, sono al lavoro presso il complesso estrattivo di Aynak. Provengono dalla galassia di aziende di proprietà della Repubblica popolare, il colosso China Metallurgical Group, che ha ottenuto dal governo di Kabul la concessione allo sfruttamento delle storiche miniere di rame della zona.

Sempre dal 2009 grandi aziende iraniane stanno costruendo autostrade e saranno coinvolte nelle nuove ferrovie , ora inesistenti. Un progetto, in particolare, collegherà Herat con Teheran con un binario, finanziati dalla banca asiatica.

Per l’Afghanistan i minerali possono essere una ricchezza reale anche se permangono gravi ostacoli, come la mancanza di investimenti a causa delle violente tensioni e quindi la mancanza di sicurezza, la mancanza di infrastrutture e il fatto che il paese non ha uno sbocco diretto sul mare.


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