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Pubblicato il 26/05/2019

ANPDI PORDENONE: CONSEGNA DEI BREVETTI IN NOME DEL CARABINIERE PARACADUTISTA GIOVANNI SALVO MEDAGLIA D’ORO AL VALORE CIVILE

“Con coraggiosa determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, nello svolgimento di un servizio di pattuglia in territorio caratterizzato da elevato indice di criminalità, non esitava a porsi all’inseguimento di due sospetti rapinatori che si erano dati alla fuga a bordo di un motoveicolo. Nel corso dell’intervento, condotto a forte velocità lungo un’arteria stradale ad alta densità di traffico, veniva coinvolto in un incidente stradale, a seguito del quale riportava gravissime lesioni che ne causavano la morte. Fulgido esempio di elette virtù civiche ed altissimo senso del dovere spinti fino all’estremo sacrificio. 9 ottobre 2009 – Giugliano in Campania (NA)”.

di Daniele Ambrogi

PORDENONE- Sono stati consegnati Sabato 25 Maggio presso la sede dell’ANPDI di Pordenone ,gli attestati di abilitazione al lancio del corso intitolato alla Medaglia D’Oro al Valor Civile alla memoria dell’Appuntato dei Carabinieri Giovanni Salvo.
La sezione aveva conosciuto la figura di Giovanni tramite la testimonianza del fratello Giuseppe, l’anno scorso, durante la “Marcia sulle Alpi” dove aveva partecipato la sezione di Caltanissetta. Giovanni Salvo dopo oltre un decennio trascorso in forza al 187° Rgt. FOLGORE di Livorno era transitato nell’Arma dei Carabinieri dove dopo un periodo trascorso al “Tuscania” era approdato alla territoriale nella stazione di Villaricca (NA). Il 9 ottobre 2009 durante un inseguimento di due malviventi a bordo della moto di servizio perdeva la vita in un incidente.
Presenti alla cerimonia c’era i parenti di Giovanni,genitori la moglie Loredana e la figlia arrivati dalla Sicilia per esserci vicini in questa giornata.Assieme a loro era presente il fratello Enrico, Maggiore dell’Esercito e Giuseppe fratello maggiore e Presidente della sezione di Caltanissetta
Con i paracadutisti c’era anche il Comandante del Comando Provinciale Carabinieri Col. Paganuzz e il Lgt.Romano comandante della stazione Carabinieri di Fontanafredda(PN)i,il Comandante del 32° Rgt. Carri Col. Fanin e il sottufficiale di Corpo 1° Lgt. Afragola e il Magg. Trevisson del 7° Alpini.
Gli allievi presenti Gessica Caputo,Denise Rossi,Michele Merotta,Giovanni Sireus,Giancarlo Maniscalco e il ricondizionato Diego Furlan hanno ricevuto le ali dalla Signora Loredana e dalla mamma Alba

Giovanni Salvo vive ed è presente nel nostro quotidiano,nelle nostre menti e nel nostro operato.
Non sarà dimenticato.


RASSEGNA STAMPA
Messaggero Veneto ed. sezione: CRONACHE data: 26/5/2019 – pag: 23
LA STORIA
Intitolato al carabiniere caduto il corso per nuovi paracadutisti
I diplomi consegnati dai genitori del militare morto durante un inseguimento
Aveva prestato servizio in Friuli. «Gemellaggio tra Pordenone e Caltanissetta»



Enri Lisetto
Quattro fratelli, quattro parà. Uno caduto in servizio. A lui la sezione di Pordenone dell’Associazione nazionale paracadutisti d’Italia intitola il primo corso di abilitazione al lancio 2019 e delinea un gemellaggio con la sezione della sua città d’origine, Montedoro.È commosso, quando rende nota la proposta, il presidente della sezione della Destra Tagliamento Alessandro Ferrari, perché si rivolge al fratello del caduto, Giuseppe Salvo, per 15 anni al Battaglione Folgore, ora luogotenente degli alpini a Venzone e presidente dell’Anpdi di Caltanissetta. Accanto a loro, nella saletta delle ex casermette, c’è la foto di Giovanni Salvo, appuntato dei carabinieri insignito di medaglia d’oro al valor civile alla memoria. Arruolatosi nel 2003, a 31 anni morì durante un inseguimento di malviventi a Giugliano.La vedova del militare, Loredana, ricorda: «Il Friuli lo conoscevamo. Giovanni aveva partecipato a otto missioni all’estero. Avevamo i bambini piccoli e cercavamo un po’ di traquillità. Giovanni venne trasferito a Pulfero nel maggio 2008: accettò con entusiasmo, perché qui in Friuli c’è anche il fratello Giuseppe. Abitavamo a San Pietro al Natisone». Ma al marito mancava “l’operatività”, l’essere sul campo, specie in zone ad alta criminalità: nel 2008, dopo sei mesi, tornammo in Campania. Sarebbe morto il 9 ottobre 2009 in servizio. «Un gesto non facile, ma di sostanza», ha ricordato il comandante provinciale dell’Arma colonnello Luciano Paganuzzi. Hanno ringraziato per le sue parole di apprezzamento e conforto i genitori dell’insignito defunto, Michele e Rosa, arrivati dalla Sicilia per la cerimonia: «Sin da piccoli – ha detto quest’ultima – dicevo ai miei figli: se mai vi capiterà di smarrirvi, guardate chiunque indossa una divisa. Dovrà essere il vostro riferimento». In casa, poi, ne avrebbe avute quattro. Le altre due: Pietro, carabiniere a Napoli, ed Enrico, maggiore dell’Esercito.Sono stati proprio i familiari di Giovanni Salvo a consegnare gli attestati di abilitazione al lancio a: Gessica Caputo del 32° carri di Tauriano; Michele Merotta; Giancarlo Maniscalco, Giovanni Sireus e Denise Rossi del 7° reggimento alpini di Belluno. Gli altri diplomati, impossibilitati a partecipare alla cerimonia, sono: Federica Guidone, Base di Aviano; Luca Zarpellon, Antonio Crestani e Davide Raia del 7° alpini di Belluno.Alla cerimonia di ieri mattina erano presenti, col comandante provinciale dell’Arma Luciano Paganuzzi e della stazione di Fontanafredda Gaetano Romano, l’assessore di Pordenone Emanuele Loperfido, il comandante del 32° reggimento carri Paolo Fanin e il sottufficiale di Corpo Vincenzo Afragola e il maggiore Andrea Trevisson del 7° alpini di Belluno. —

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