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Pubblicato il 26/07/2017

ANTIFASCISMO MILITANTE: PERFINO IL MOSTRO DI FIRENZE ERA DI ESTREMA DESTRA SECONDO LA AGENZIA DI STAMPA “AGI.IT”

Che cos’è la ‘pista nera’ che potrebbe portare al Mostro di Firenze
agi.it

Un nuovo indagato e una nuova pista per far luce sui delitti del Mostro di Firenze. Nuovi sviluppi di un caso mai chiuso, all’eterna ricerca del responsabile (o dei responsabili) degli otto duplici omicidi che terrorizzarono le colline toscane. Il magistrato che sta cercando di dare una nuova chiave di lettura a uno mistero che da decenni spaventa e appassiona l’Italia è sempre lui, Paolo Canessa, oggi procuratore di Pistoia, che non ha mai mollato un’inchiesta di cui è ormai la memoria storica.

A trentadue anni dal delitto degli Scopeti, l’ultimo duplice omicidio di una coppia attribuito al ‘Mostro’, Canessa e i carabinieri del Ros hanno iscritto nel registro degli indagati un nuovo accusato, Giampiero Vigilanti, classe 1930, pratese, un passato nella legione straniera, dove militò dal 1952 al 1960, e negli ambienti dell’eversione di destra. Ambienti ai quali, secondo il nuovo filone di indagini, potrebbero essere legati anche i delitti seriali che costarono la vita a otto coppie dal 1968 al 1985. Si cercano così nessi tra il Mostro e l’ipotesi della cosiddetta “strategia della tensione”. E il collegamento potrebbe essere proprio l’ex legionario, che avrebbe avuto contatti sia con iservizi segreti (si racconta che organizzasse campi di addestramento ai tempi della P2 e di Gladio) che con Pietro Pacciani, il contadino di Mercatale Val di Pesa morto mentre stava per essere processato di nuovo dopo l’annullamento della sua assoluzione in appello.


“L’ex legionario sembra sapere”

Peraltro, come ricorda La Nazione, l’arruolamento avvene subito dopo la condanna di Pacciani per l’omicidio di Severino Bonini, sorpreso ad amoreggiare con la sua fidanzata dell’epoca. In quegli anni sia Vigilanti che Pacciani vivevano a Vicchio. Non solo, tornato in Italia Vigilanti avrebbe conosciuto anche la cosiddetta “banda dei sardi” che contese ai “compagni di merende” di Pacciani il ruolo di maggiori sospettati. L’ex legionario avrebbe infatti abitato nella stessa strada dove viveva Salvatore Vinci, a Vaiano.

“L’ex legionario, alto e forte anche oggi che ha 86 anni, è stato accompagnato nei luoghi dei delitti”, scrive il giornale fiorentino, “dice e non dice. Sembra però sapere. Molto, tanto che dalle sue parole, i carabinieri sono arrivati a perquisire anche un medico che vive in Mugello il cui grado di coinvolgimento è ancora da chiarire”.

Un legame con la strategia della tensione?

Vigilanti era già stato lambito dalle indagini in passato e, nel corso di una perquisizione, era stato trovato in possesso anche di 174 proiettili Winchester serie H, lo stesso tipo di quelli utilizzati dal ‘mostro’. Ad indicare i possibili collegamenti tra gli omicidi delle coppiette e le “trame nere”, che in molti vogliono retrostanti a larga parte dei misteri d’Italia, c’è anche un esposto, presentato nel 2013 dall’avvocato Vieri Adriani, il legale della coppia di francesi uccisa nel settembre del 1985 agli Scopeti di San Casciano. Era stato lui a sostenere, a suon di esposti, che i delitti, aggiunge il quotidiano toscano, “avessero potuto essere studiati a tavolino o cavalcati in ambienti eversivi per distrarre magistrati e opinione pubblica da ciò che accadeva nell’Italia della strategia della tensione”.

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