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Pubblicato il 02/12/2016

ARABIA SAUDITA: FINTE PRIGIONI PER ADDESTRARE ISIS

RIAD – Le prigioni di massima sicurezza per jihadisti in Arabia Saudita dispongono di piscine per il noto, ping pong, «art-therapy», tre pasti al giorno, suite lussuose con enormi TV a schermo piatto, PlayStation, letti degni di re e tappezzerie.

Stando alla descrizione fatta dal New York Times, unica differenza con un cinque stelle è la mancanza di finestre e le mura che circondano le strutture.
Un atteggiamento, per usare un eufemismo, «controverso» che Riad mostra verso i simpatizzanti della jihad.

Una riabilitazione vacanza di lusso
Il luogo sarebbe pensato per offrire agli ex jihadisti la possibilità di reintrodursi gradualmente nella società e rientrare in contatto con le loro famiglie, concedendo loro una tregua dalla dura vita di detenuti.Nella prigione di al-Ha’ir, a Sud di Riad, gli «ospiti» hanno diritto anche a uno «stipendio» mensile di 400 euro per spese accessorie e la possibilità di una «liberazione temporanea» per impegni di famiglia. Un detenuto, riporta il New York Times, per recarsi al matrimonio di un parente ha ricevuto addirittura una «mancia» di circa 2650 euro per poter comprare un regalo.

Per Riad i terroristi sono ospiti di prima classe
Coloro che hanno compiuto crimini all’estero e non hanno partecipato ad attacchi in patria vengono considerati come «pecorelle smarrite» che devono essere aiutati. Gli standard di queste strutture siano molto più elevati di quelli delle normali prigioni, specialmente in un Paese come l’Arabia Saudita, le cui carceri si sono sempre distinte per le pessime condizioni.

La denuncia dell’ex detenuto di Guantanamo
Il sospetto che strutture come quelle sopra descritte siano destinate all addestramento – scrive il Daily Mail- viene confermato da un ex detenuto di Guantanamo affiliato ad Al Qaeda, Abdollah Ghassan al-Sharbi, secondo cui «il programma di riabilitazione ha un ruolo chiave a favore dei terroristi perchè è stato creato solo per dare ad alcuni detenuti più pericolosi di Guantanamo, la possibilità di essere rilasciati o trasferiti.

reclutamento

Gli ex prigionieri della struttura statunitense sull’isola cubana, tra cui l’ex guardia del corpo di Osama bin Laden, sono stati integrati nel programma. Barack Obama voleva chiudere Guantanamo prima della fine della sua amministrazione ed è stato accontentato.Secondo Al-Sharbi, le finalità di quelle strutture sono tutt’altro che riabilitative. Nessun fine di deradicalizzazione, insomma, ma, piuttosto, un programma di radicalizzazione e reclutamento.

Come Riad sostiene il terrorismo: il 20% ritorna a combattere l’occidente

L’ex detenuto di Guantanamo ha affermato di essersi rifiutato di intraprendere il percorso di riabilitazione, articolato in 12 passaggi, temendo che sarebbe stato utilizzato per combattere come mercenario «sotto il manto reale saudita».Al-Sharbi ha anche aggiunto che i combattenti vengono reclutati per combattere contro gli iraniani in Yemen e in Siria. Secondo il Post, almeno il 20% di coloro che sono passati per il programma di riabilitazione sono tornati al jihadismo una volta rilasciati. Le prove che l’Arabia Saudita, alleato dell’Occidente e generoso cliente della sua industria bellica, è notoriamente uno dei più grandi sponsor dei gruppi terroristici suniti

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