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Pubblicato il 24/11/2017

ARMIERE DELL’ESERCITO SI AMMALA DI TUMORE. IL TAR RIAPRE L’IPOTESI DI CAUSA DI SERVIZIO

MILANO- Un militare dell’ESERCITO ITALIANO e si era “arruolato nel novembre del 1974. Dal giugno 1980 fino al congedo, avvenuto il 31/3/2008, ha prestato servizio presso il 4° reggimento Artiglieria Contraerei ‘Peschiera’ di Mantova”, dove era stato addetto all’armeria dal 1982 al 1992. Nel gennaio 2008 la prima diagnosi tumorale: veniva quindi operato all’Istituto Nazionale Tumori di Milano e dimesso nel dicembre del 2010.

Nel febbraio 2011 il militare aveva presentato domanda “per l’accertamento della dipendenza da causa di servizio e contestuale richiesta di equo indennizzo per l’infermità sofferta” e nel 2016 era arrivato il decreto con cui era stata respinta. Il Comitato di verifica del Ministero aveva escluso

ogni nesso. Nel ricorso i legali dell’ex militare hanno evidenziato come l’uomo si trovasse a pulire “le armi con oli e solventi utilizzando il benzene, vietato in seguito proprio per la natura cancerogena, ed è plausibile l’avvenuto contatto delle sostanze in oggetto con gli indumenti e la zona genitale”.

I giudici del Tar ora vogliono approfondire. Da qui la decisione di ordinare la riapertura della pratica per il riconoscimento dell’indennizzo.
Infatti il tribunae amministrativo ha accolto il ricorso contro il Ministero della Difesa dell’ex militare che ha sostenuto che “l’infermità da lui sofferta” deve essere “giudicata dipendente da causa di servizio ai fini del riconoscimento del diritto a percepire l’equo indennizzo”.

La sezione di Brescia ha annullato un decreto del Ministero con cui si negava il “riconoscimento della dipendenza da causa di servizio della patologia” e ha stabilito che “entro 15 giorni” il “Comitato di verifica dovrà fissare all’ordine del giorno la discussione della pratica”. In armeria, si legge nel ricorso, l’uomo era “venuto a contatto, sia con le mani che con gli indumenti, con sostanze derivate dalla lavorazione del petrolio” e “cancerogene per le vie urinarie”.

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