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Pubblicato il 03/11/2017

CAPORETTO: PER LA RAI NON E’ GIUSTO MORIRE PER LA PATRIA . BERGOGLIO GLI FA ECO

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foto sopra: gli Arditi di Sdricca , 1917 ed i Leoni di El Alamein. Secondo la RAI, morti inutili che non dovevano sacrificarsi in Guerra per la Patria.

Roma, – La Rai sembra avere dei dubbi sul sacrificio della vita per la Patria.
La trasmissione “La Grande storia”, infatti, ha dedicato alla Prima guerra mondiale un documentario andato in onda il 29 ottobre 2017 su Raitre. Arrivati al bilancio dei milioni di caduti di tutte le nazioni, descrivendo i monumenti funebri edificati in loro onore,la voce fuori campo dice, in modo irriguardoso, saccente e quasi denigratorio: «Nonostante la carneficina, questi monumenti cercano quasi di convincerci che è giusto uccidere ed essere uccisi per la madre Patria. E non esiste nessuna rappresentazione dei plotoni di esecuzione e della repressione imposta per mantenere l’ordine nei ranghi». Un passaggio irrispettoso perfino delle stesse immagini di Caporetto che proiettavano, da dove emergeva la sofferenza dei soldati.
Secondo l’avvocato Luciano Randazzo, specializzato in reati storico-militari, la vicenda protrebbe avere risvolti giudiziari: « oltre al reato di istigazione alla disubbidienza militare a mezzo stampa, anche il reato ben più grave dell’oltraggio alla pietà dei defunti dato che, secondo il documentario, tutti i militari che hanno combattuto e si sono immolati per la causa italiana avrebbero commesso qualcosa di ingiusto».

Il messaggio viola perfino l’attuale giuramento delle Forze Armate, «il militare di ogni grado s’impegna solennemente a operare per l’assolvimento dei compiti istituzionali delle Forze armate con assoluta fedeltà alle istituzioni repubblicane, con disciplina e onore affrontando, se necessario, anche il rischio di sacrificare la vita».
Mario Buscemi, già generale e ora presidente delle Associazioni d’arma italiane risponde: «L’articolo 52 della Costituzione recita che la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Siamo, però, ormai abituati all’antimilitarismo ed è triste notare che siano in pochi a contrapporsi a tale mentalità».

Secondo la teoria del regista della trasmissione il ricordo dei caduti, subito dopo la Grande Guerra, doveva essere celebrato in modo monumentale, emozionale e istituzionale per «sacralizzare» l’immane bagno di sangue che aveva sconvolto i campi di battaglia e le coscienze. Lo storico Marco Patricelli dà la sua lettura di un fenomeno in corso: «Stiamo scivolando in maniera anestetizzata dalla retorica all’antiretorica, trasformata essa stessa in retorica buonista, con la presunzione di essere politically correct».
E ancora: «Cancellare ciò che è stato, banalizzarlo o svilirlo, significa disprezzare e offendere tanto la memoria del passato quanto l’eredità del presente. La Costituzione italiana ripudia la guerra, e questo principio di civiltà lo dobbiamo anche a quei cittadini in uniforme che, attraverso la storia, hanno combattuto e sacrificato la propria vita».

Gli fa eco bergoglio che da alcuni giorni va in giro per i cimiteri a pronunciare frasi non già rivolte ad onorare il sacrificio dei caduti ma a dichiararne la inutilità. E lo ha pure scritto sul registro delle Fosse Ardeatine.-

Fino a Benedetto XVI venica riconosciuto il catechismo della Chiesa cattolica , che non aveva : «La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l’ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell’autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità».

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