OPINIONI

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Pubblicato il 02/05/2019

CONGEDATIFOLGORE.COM A FAVORE DEL GENERALE RICCO’ E DELLE FORZE ARMATE

di Walter Amatobene

PARMA- Il 25 Aprile in molte piazze d’Italia c’è stata una contemporanea e convergente azione di alcune forze politiche e della associazione ANPI per trasformare quella celebrazione in una manifestazione politica antigovernativa. Non le vogliamo citare tutte, ma abbiamo testimonianze dirette, anche da sezioni dei Paracadutisti, di palesi violazioni della neutralità e della sacralità del cerimoniale, addirittura con omelie/comizio da parte di alcuni sacerdoti, come avvenuto a Dragoncello di Mantova.


A Viterbo c’è stato anche un attacco alle Forze ARMATE, accusate dal segretario provinciale del’ANPI Enrico Mezzetti, classe 1944, di essere corresponsabili di uccisioni di civili in Afganistan cui si è aggiunto un irrituale coro “bella ciao” cantato durante la cerimonia. Scriviamo queste righe volutamente con qualche giorno di ritardo, affinchè sia chiara anche la nostra posizione.
GENERALE RICCO’: MASSIMO RISERBO DOPO L’EVENTO
Quel giorno erano presenti a Viterbo le massime autorità civili e la maggiore autorità militare della città, il generale di brigata Paolo Riccò , comandante della AVES. Ascoltate le parole diffamatorie del rappresentante ANPI, il Comandante ha salutato le autorità, ha sciolto il picchetto ed ha abbandonato la cerimonia. Si è trattato di un gesto nobile e dignitoso, che approviamo e di cui ringraziamo il generale. Con quell’abbandono di un “comizio” , le Forze Armate hanno salvaguardato ai nostri occhi la loro immagine di servitori della Repubblica Italiana, quindi di tutti i cittadini e non di una sola fazione.
Abbiamo notato che nelle ore e nei giorni immediatamente successivi al fatto, nessun comunicato e nessuna dichiarazione è stata rilasciata sia dall’interessato che da SME; siamo certi che era la prova che il Generale non gradiva strumentalizzazioni nè , probabilmente, un eccesso di pubblicità “politica” che avrebbe fatto fraintendere il significato reale di quell’abbandono: affermare la dignità delle Forze Armate Italiane e l’indignazione come Soldato per quelle accuse infamanti e false.




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