ADDESTRAMENTO

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Pubblicato il 29/01/2018

CORRI IN SILENZIO E RIFLETTI. FORTE E SOLO

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Correre. Lo faccio da quando avevo 14 anni e ogni volta mi sento meglio, anche adesso che il colore dei miei capelli non è più nero. Prima le campestri, poi la strada, le maratone -quante!- e infine i “raid” in montagna, dal 1995 in poi.70,100,150 chilometri sulle alpi.

La corsa è uno sport individuale. Quando devo fare chilometri da “mettere nelle gambe”, mi piace farlo quasi sempre da solo e in silenzio, per riflettere. Niente auricolari, nientre gruppi, niente strade trafficate ma solo sentieri.
Se è vero che gambe vanno dove vuole la testa, anche la sede della volontà va allenata. Come fare? Facile. Inerpicandomi sui sentieri, con le tempie che scoppiano è lì che “vieni fuori”. Nel mio caso la testa “lavora” forse più delle gambe.
Quando sentivo la vocina “fermati”, non ho ceduto, se non in qualche sconfitta inevitabile. Anche il corpo,se la testa è debole, traduce la fatica come segnale di “pericolo”, ma basta superare quei pochi momenti. Volontà.

Pensare ai fatti tuoi , riflettere su “come fare” qualcosa, come interpretare una pugnalata alle spalle, aiuta a dimenticare la fatica.Anzi: la fatica aiuta a pensare meglio. Senza la corsa non riuscirei a pensare per risolvere, per riflettere. per decidere.
Non senza la corsa e senza il suo silenzio, cadenzato ipnoticamente dai miei passi.
La fatica fisica, nel mio caso, libera e moltiplica le capacità della mente,che si “depura” delle tossine vere e da quelle mentali.
Senza saperlo ho sperimentato concetti che vengono da lontano, addirittura dai filosofi Stoici, prima di Cristo. Correndo da soli, su un crinale, ogni problema diventa più piccolo, risolvibile. Ogni fasullo, ogni angheria, ogni tradimento, scompaiono, si allontanano come quando ti lasci alle spalle la cima, la salita, il sentiero che hai appena passato per andare verso il crinale. Correndo, acquisto le forze sufficienti per affrontare preoccupazioni e dare il giusto valore ai fatti, ma soprattutto alle persone.
La corsa seleziona “naturalmente” te stesso e chi ti sta di fianco. Devi avere lo stesso passo, non solo con le gambe, altrimenti ci si allontana, non solo col corpo.
Grazie alla testa che reagisce(ancora) e grazie alla corsa ho capito chi sono e -soprattutto chi sono e dove sono gli altri. Anche oggi. Anche ieri. E succederà, spero, anche domani.
Forte e solo , grazie a Dio.

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