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Pubblicato il 11/12/2015

NON E’ PARACADUTISTA IL BARBONE SULLE PANCHINE DI VOGHERA

PARMA- La segnalazione da noi ricevuta da un milite CRI di Voghera, che ci parlava di un paracadutista in congedo ridotto a dormire su una panchina a Voghera è stata verificata in poche ore dalla nostra Redazione, da ANPDI VOGHERA e da SOLIDARIETA’ AMARANTO. E’ emerso che il signor Moroni non è paracadutista , che ha trascorsi burrascosi e che il Comune di Voghera lo sta seguendo per consentirgli di alloggiare in una casa protetta, approvando una deroga al regolamento che prevederebbe una età di almeno 65 anni.
Siamo lieti di avere appurato come sia stata tempestiva, generosa e pronta ad agire, la “catena” dei paracadutisti di Solidarietà Amaranto.
Pur sussistendo i motivi umanitari che devono spingere ad aiutare il signor Moroni, è nostro dovere informare i lettori – grazie agli approfondimenti congiunti da noi fatti insieme a Solidarietà Amaranto- che la notizia fornita dalla nostra fonte (finora sempre attendibile), riportava dettagli inesatti sui trascorsi militari del Moroni.
Quet’ultimo riteneva che dichiarare di essere un paracadutista fosse un “titolo” che lo arvebbe agevolato agli occhi della gente. Non è il primo e nemmeno l’ultimo.

Ecco l’articolo di stamattina:

VOGHERA Valerio Moroni, paracadutista nel 1991 e poi nel 1997 sminatore in Bosnia, ha vissuto sino a pochi giorni orsono su una panchina di Voghera, al parco della Locomotiva ed ha problemi di salute. Negli ultimi tempi gli è stato messo a disposizione da una famiglia un garage adibito a stanza dietro all’edicola di via Cavour. «Noi gli diamo una spazio al piano terra e la colazione al mattino, un’altra signora la cena e un altro residente gli permette di fare la doccia», spiega il proprietario. Valerio racconta la sua storia in presenza dell’assessore alla sicurezza Giuseppe Carbone, a quello ai servizi sociali Simona Virgilio e ad alcuni volontari che conoscono la situazione. Gli era stato offerto un alloggio del comune ma, «la casa era lontano e non c’erano pullman per spostarmi. Se dovessero darmi un alloggio più vicino all’ospedale dove devo andare a fare l’insulina, accetterei». «C’è volontà di trovare una soluzione, però è necessario che accetti una struttura dove essere curato», rispondono entrambi gli assessori mentre parlano con Valerio. I volontari della assistenza pubblica dicono : «Facciamo un appello a chiunque voglia dargli una mano»,

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