OPINIONI

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Pubblicato il 19/03/2015

DAGLI INFORTUNI MI GUARDI DIO, DALLE ASSICURAZIONI MI GUARDERO’ IO

SOTTOTITOLO : QUANDO ANCHE L’ASSICURAZIONE TI PROCURA “DANNI”

Come vengono trattati dalla assicurazione semi-monopolista i paracadutisti che subiscono un sinistro? Male. Pochi i soldi presi,anche con le polizze più alte, tanta la carta inutile, enorme il tempo perso. Procedure vessatorie, ridondanti, superflue ed umilianti. Penoso scaricabarile degli operatori della compagnia.

di Walter Amatobene

Nel 2014 ho fatto due errori: uno in atterraggio e l’altro nello scegliere la compagnia di assicurazione.
I motivi: sono rimasto dal 31 agosto fino al 20 di Marzo in attesa di un rimborso assicurativo di un infortunio coperto da una polizza paracadutismo stipulata con PIANETAVOLO, broker controllato da Benacquista Assicurazioni. Quest’ultima, dopo avere scelto la AIG INSURANCE, ha ceduto la “gestione” del sinistro alla IGS srl, alla quale è stata attribuita la parte del “cattivo” o meglio del muro di gomma.
Sono entrambe a Latina, stesso indirizzo,stesso centralino, ma ogni volta che parli con qualcuno di loro ti rispondono “mi spiace non ho gestito io la pratica”, “deve parlare con…, ma adesso è al telefono”. Capisciammè.
La polizza è quella che prevede la massima copertura.Il 31 Agosto 2014 subivo una frattura trimalleolare scomposta con sutura di un legamento, atterrando malamente.

SEPPELLITO DI CARTA E MODULI
Dopo la notifica del sinistro, ho ricevuto dalla “IGSONLINE” un lungo elenco di documenti da produrre per la sola apertura della pratica; allegato c’era anche un manualetto di istruzioni da seguire “accuratamente”. Ammonivano che, in caso di procedura cartacea non rispettata, il rimborso poteva non avere luogo. Stessa conseguenza se non avessero ricevuto anche il “modulo della privacy”.
La modalità di trasmissione dei documenti da parte dell’assicurato è macchinosa e costosa: c’è un modulo da ricompilare ogni mese con le stesse informazioni, fotocopie da inviare via fax e originali da spedire mensilmente via raccomandata. Le spese si devono notificare alla fine e solo in originale, senza certezza della loro restituzione, nonostante la legge fiscale obblighi i contribuenti a conservarli.

MEDICO LEGALE FANTASMA E POCO PROFESSIONALE – STUDIO POLVEROSO E DISORDINATO-
Il 13 Dicembre, ottenuta la cartella clinica ( 45 fogli), “chiudo” il sinistro inviando l’ultimo pacco di documenti, con il conteggio del rimborso.
Il 24 Dicembre viene nominato il medico legale della assicurazione, di cui mi viene fornito nome e numero di telefono fisso. Chiamo ripetutamente la Dottoressa P.C. fino all’8 gennaio, senza risposta. Nessuna segreteria telefonica. Ottenuto il suo cellulare dalla IGS, la dottoressa non risponde ai messaggi, né mi ha mai richiamato. Finalmente la intercetto. 14 gennaio visita medico-legale.
L’incontro è durato 16 minuti, in uno studio di Reggio Emilia disordinato e polveroso, con una scrivania coperta da 20 strati di carteggi ingialliti. La dottoressa vi ha frugato dentro cercando la lettera di incarico, senza trovarla. Nella “visita” ha impiegato quasi tutto il tempo ad accendere il PC e compilare elettronicamente la mia scheda, interrompendosi per aprire la porta ad altri 3 pazienti e rispondere a 2 telefonate. La mia caviglia è stata esaminata da lontano per 2 minuti,compresa la vestizione, senza manipolazione alcuna. Mi sembra di ricordare che fosse senza camice.
Il lettino, manco a dirlo, era privo di copertina igienica a perdere: precauzione che usano persino le massaggiatrici.

DUE MESI PER INVIARE IL REFERTO ALLA COMPAGNIA
13 MARZO 2015 – A fronte di un danno biologico valutato in 13 punti, stabiliti da un docente di medicina legale della Università di Parma, la professionista della IGS ha stilato il referto dopo otto settimane ( 2 MESI!) dichiarando di riscontrare solo 9 punti di invalidità. Non aveva letto nessuno dei 149 fogli di referti, la cartella clinica e tre accertamenti diagnostici privati, fatti da differenti professionisti parmensi che segnalavano la gravità del danno.
La polizza ha una franchigia di 3 punti. Vorrebbero liquidarmi il 45% in meno del dovuto.

PROCEDURE INUTILI E VESSATORIE- NESSUNA ASSISTENZA DEL BROKER- NESSUN RISPETTO PER L’ANPDI
Le centinaia di documenti chiesti nei cinque mesi di malattia hanno avuto un costo elevatissimo in tempo e denaro per l’assicurato; per loro , perdere tempo è una tecnica dilazionatoria e sfiancante. Pensate a quanti hanno accettato rimborsi decurtati, stanchi del tira e molla e delle tante spese. Contano sulla remissività dell’ assicurato-suddito che, avendo anticipato soldi per sette mesi, magari da lavoratore autonomo, accetta. Non c’è alcun canale preferenziale per coloro che usano la Convenzione ANPD’I, né è giunto alcun supporto dalla Benacquista, subito scomparsa dai monitor, dimenticando di essere il “broker” a cui ho spedito i soldi.
Nei sette mesi ho dovuto persino attendere 10 giorni la fine di una malattia, per una risposta .

DECURTAZIONE ARBITRARIA E NON MOTIVATA DEL RIMBORSO
Surreali le telefonate del 17 e 18 marzo con il “capo” dei liquidatori: “non ho deciso io l’importo”, “mi faccia causa, se non è soddisfatto”. Contano sulla “efficienza” dei tribunali per scoraggiare il suddito, evidentemente. Ho già inoltrato reclami all’Ordine dei Medici di Reggio Emilia e al garante per le assicurazioni ISVAP, ora IVAP. In ultima istanza forse “farò causa”. Parliamo di una cifra che manca all’appello   di  “soli” quattromila euro, forse 3500, euro. Nel frattempo informerò ripetutamente e per molto tempo i nostri lettori, molti dei quali in attività aviolancistica.

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