CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 21/10/2017

EL ALAMEIN: IL LEONE GIUSEPPE ORTU CI PARLA DELLA “SUA” BATTAGLIA

image001

El Alamein (Egitto), 23 Ottobre 1942

Alle ore 20,45 lungo tutto il fronte che si estendeva dal Mediterraneo alla depressione di El Quattara per 60 Km, circa mille pezzi da campagna inglesi aprirono contemporaneamente il fuoco contro le posizioni italo – tedesche ad El Alamein. Ebbe così inizio la terza battaglia, l’ultima, di El Alamein. L’inizio della fine.

Questa volta voglio ricordare mio padre Giovanni semplicemente col riproporre un mio scritto in occasione di un incontro con l’ultimo Leone della Folgore ancora tra noi in Sardegna e con il Cippo donato da me e da mio figlio e che sull’altura di Naqb Rala domina la depressione di El Quattara, dove quella notte, ma nemmeno i giorni successivi, Inglesi e Francesi non passarono!

Giuseppe Ortu, classe 1919, è l’ultimo Leone della Folgore che con la sua immancabile presenza ci onora nelle nostre adunate. Io l’ho sempre guardato con rispetto e riverenza e gli do del lei, cercando di non importunarlo con inutili chiacchiere, pensando erroneamente che i suoi novantacinque anni non gli consentissero ricordi ed emozioni. Era del V° Battaglione della Folgore, come mio padre Giovanni, in compagnie diverse, lui della Comando e mio padre della 13a, non ho mai voluto chiedergli se si conoscessero.

Giovedì suo figlio Salvatore, che lo accompagna sempre e che cura i reportage fotografici delle nostre cerimonie, mi ha riferito che suo padre aveva letto con grande interesse il mio libro “L’Amore di carta”, che racconta la vita e le vicissitudini di mio padre. Avevo appena scambiato due parole col Leone Giuseppe rendendomi conto della sua straordinaria vivacità e lucidità, che mi ha voluto dimostrare quasi stritolandomi un braccio per dimostrarmi di quale energia fisica ancora disponesse, rammaricandosi per le sue gambe che non erano più tanto buone. Per questo fatto era fortemente contrariato in quanto avrebbe desiderato tanto provare ancora l’ebbrezza di un lancio!

Ad un certo punto qualcuno mi ha chiamato per sentire cosa stava raccontando Giuseppe. Raccontava che mentre stavano per iniziare il ripiegamento dal fronte sud ad El Alamein, gli fu ordinato che lui ed un altro gruppo di paracadutisti avrebbero dovuto, prima di ripiegare per cercare scampo con una lunga marcia verso nord ovest,  aspettare una pattuglia che si era addentrata nelle linee nemiche per capirne le mosse. Questa pattuglia era comandata da un certo Onano, diceva, un sergente maggiore, famoso in tutto il battaglione perché usciva spesso di pattuglia. La pattuglia, formata da dieci o dodici paracadutisti rientrò. Dalle cucine, ha continuato, presero qualcosa da mangiare e così iniziarono il ripiegamento. Io gli ho chiesto se ricordava la data e lui senza esitare: il 2 novembre (1942). Allora gli ho detto che Onano era mio padre, ci siamo abbracciati e ho sentito un brivido. Il 5 sarebbero stati fatti prigionieri o come scriveva mio padre “catturati”. Poi iniziò la lunga prigionia, ma questa è un’altra storia.

Salvatore Onano

image005
Giovanni Onano

Leggi anche