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Pubblicato il 05/03/2017

FANFARA DELLA ARIETE: IN PENSIONE IL DIRETTORE ANTONIO MIELE


fonte Messaggero veneto – di L. Z.

Dopo 36 anni, Antonio Miele, primo maresciallo luogotenente, ha lasciato il servizio attivo alla brigata Ariete per la pensione. Era il direttore della apprezzatissima fanfara dei bersaglieri della sua brigata.
Da pochi giorni è stato chiamato dall’Associazione nazionale bersaglieri a dirigere e riportare agli antichi fasti la Fanfara dei bersaglieri di Pordenone, che in origine, nel 1966, contava quasi cinquanta elementi contro i 15 attuali. Il maresciallo Miele nella sua lunga carriera ha formato tanti musicisti, ha composto musiche, ha scritto un libro, ha vissuto di corsa e conosce mille aneddoti. Iniziò la carriere militare dopo voti eccellenti al liceo e la laurea con 110 e lode al conservatorio.
Formata esclusivamente da ottoni (che per potenza di suono, brio e maneggevolezza sono adatti ad essere suonati al passo di corsa) la Fanfara è stata riorganizzata nel 1992 ed è oggi composta da volontari in ferma breve e in servizio permanente con incarico abbinato, che svolgono la loro attività musicale principalmente nel tempo libero.
Il suo repertorio, oltre alle marce militari, annovera numerosi brani di altri generi musicali, alcuni dei quali arrangiati e composti dallo stesso Maresciallo Miele e da militari in servizio nella stessa.
Antonio Miele è diventato sottufficiale a Viterbo e subito dopo fece gli esami per entrare come musicante nella banda dell’esercito. Prima assegnazione fu quella alla Ariete, dove è rimasto sino al mese scorso.
Un aneddoto, tra i tanti: «Nel 1992 eravamo a El Alamein per il 50º della battaglia e stavo parlando con un reduce. A un certo punto guarda oltre le mie spalle, smette di parlami e spalanca la bocca stupito. Poi chiama un nome e corre ad abbracciare la persona che stava passando: era un commilitone che non vedeva da quella volta. Non smettevano di abbracciarsi, di parlare. Avevano 70 anni, sembravano tornati i due ragazzi di allora». «La nostra fanfara è stata la prima a esibirsi a Mosca nel 1992 con il coro dell’Armata Rossa, per un concerto in favore dei familiari dei militari andati a combattere in Afghanistan. Siamo entrati di corsa in teatro è ed stato subito un successo. Il giorno dopo eravamo già saliti sull’aereo, pronti a tornare in patria, quando una jeep è entrata in pista ed è sceso un alto graduato fermando tutto. Non capivamo cosa fosse successo: erano venuti a prenderci per fare una dimostrazione alla banda della loro accademia, dove c’erano ragazzi dell’età dei nostri della fanfara. Non credevano che riuscissimo a suonare i fiati di corsa».
Per non parlare di quella volta di un concerto in Ucraina. Grande soddisfazione anche quando, nel 2010 in Libano con la brigata Ariete, regala al presidente della repubblica Giorgio Napolitano il cappello da bersagliere. «Mi ha ringraziato e mi ha detto: non vorrà mica che a quasi 90 anni mi metta a correre?». Ma le soddisfazioni più grandi per il maresciallo Miele vengono dalle piccole cose. «Abbiamo fatto tanti concerti negli ospizi e negli istituti per i ragazzi diversamente abili. Siamo riusciti a fare cantare e persino ballare tanti anziani, fare loro passare un’oretta in allegria e fatto sorridere tanti bambini che da sorridere hanno ben poco».

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