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Pubblicato il 10/02/2022

FOIBE ED ESODO GIULIANO DALMATA – IL NOSTRO DOVERE E’ RICORDARE


Dopo l’8 settembre 1943, in Istria e in Dalmazia i partigiani di Tito iniziarono la caccia agli italiani che avevano governato nell’area. Alla fine del 1943 iniziò la strage che continuò per oltre 4 anni. In questa prima ondata di sangue ne morirono piu di mille. I comunisti italiani giustificarono ignobilmente quelle stragi come rivalsa contro il pugno di ferro usato per la italianizzazione dell’area durante il fascismo e ancor prima.
Tito riconquistò Slovenia e Croazia, puntando alla Dalmazia e alla penisola d’Istria , abitata da comunità italiane dalla Repubblica di Venezia,cercando di penetrare anche in Veneto, fino all’Isonzo.

Fino alla fine di aprile del 1945 i partigiani comunisti furono contrastati dai tedeschi in Serbia, Croazia e Slovenia. Dopo la loro disfatta il IX Korpus rosso affondò sul territorio italiano, occupando anche l’Istria.

Dopo la conquista di Fiume e dell’Istria interna, i partigiani titini diedero un nuovo impulso criminale alla pulizia etnica per eliminare gli italiani. Per pochi giorni furono anticipati nella conquista di Trieste dai neozelandesi, che la occuparono il primo maggio 1945.

Tra maggio e giugno 1945 migliaia di italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia iniziarono a lasciare la loro terra sotto minaccia di essere stermninaTi. Molti furono trucidati e infoibati vivi o deportati nei campi sloveni e croati. seimila le vittime accertate. Alla fine del 1945 De Gasperi denunciò agli Alleati che 2.500 italiani erano stati deportati nella Venezia Giulia, valutando in 7.500 circa il numero degli scomparsi. Nel periodo tra il 1943 e il 1947 furono almeno 20mila i morti , mentre superarono i 250mila gli esuli. Solo la foiba di Basovizza ne accoglie almeno tremila,
Le vittime venivano legate a gruppi con il fil di ferro ai polsi. Sul ciglio del baratro una raffica colpiva i primi che trascinavano nel fondo il resto del gruppo a cui erano legati, infliggendo volutamente sofferenze atroci.

Nel 1947 Italia col trattato di Parigi perse Zara, la Dalmazia, le isole del Quarnaro, Fiume, l’Istria e parte della provincia di Gorizia. Inizio un ulteriore esodo della gente istriana e giuliana a decine di migliaia, abbandonando le case,. i campi e le proprietà che nessuno mai gli risarcì. Anzi: il clima in Italia era ostile. I comunisti italiani in particolare iniziarono una campagna denigratoria nei loro confronti. Il governo ostacolò la loro fuiga,
Emilio Sereni, ministro per l’Assistenza post-bellica, minimizzò la portata del problema. Addirittura scrisse a De Gasperi che esisteva una fratellanza italo-slovena e italo-croata», e suggerendo di scoraggiare le partenze. Voleva che gli istriani rimanessero nelle loro terre, sotto il tallone comunista. Sulle foibe arrivò ad affermare che le notizie erano «propaganda reazionaria».





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