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Pubblicato il 12/01/2018

FORZE ARMATE ITALIANE: EFFICIENTI, NONOSTANTE TUTTO – di Corrado Corradi

di Corrado Corradi

Facciamo due conti per capire, a camere ormai sciolte qual’é l’impegno che le nostre FF.AA. sono chiamate a sostenere.

1. Allo stato attuale (fine 2017):
• le operazioni nelle quali sono coinvolti i nostri uomini in divisa ammontano a 33 (sembra un numero magico).
• I teatri operativi in cui i nostri soldati e le loro bandiere sono schierati coprono 22 stati ripartiti sui continenti africano, europeo e asiatico.
• I soldati schierati ammontano a 7.000.

2. A metà gennaio del 2018
il disciolto parlamento si riunirà (ma se é disciolto, quale sarà la sua legittimità? Boh!) per rinnovare un impegno che si prevede in incremento. Infatti:
• verrà aperto un nuovo fronte, il Niger (del quale abbiamo già parlato) ove verranno impiegati più o meno 250 soldati.
• sarà avviata una missione tipo «training» in Tunisia.
• lo schieramento in Libia verrà rinforzato.
Mentre non sembrano previste riduzioni degli organici dei nostri soldati schierati in Kosovo e in Libano, né degli schieramenti navali, sembrerebbe invece profilarsi una riduzione del personale già schierato in Afghanistan e Iraq;

3. A guardar bene, e questo tranquillizza, sembra quasi che i nostri vertici politici e militari abbiano capito che é necessario concentrare gli sforzi nell’area del Mediterraneo, ossia intorno a casa nostra in cui si sta concretizzando sempre più il rischio derivante dalla minaccia costituita da due fenomeni che potrebbero anche andare a braccetto : il jihadismo e l’emigrazione clandestina.

4. Comunque, nella nostra Italia moderna, antifascista e democratica, per costituzione legata a due banalità che dicono l’ovvio come il fatto che é «basata sul lavoro» e che «ripudia la guerra» (quasi a stigmatizzare chi puo’ vivere di rendita e chi ha scelto il mestiere delle armi), e dove sembra prevalere il battibecco politico e istituzionale che non porta a nulla, i nostri soldati continuano a fare la loro «porca» figura sia sul piano interno (contribuendo al controllo di un territorio ove, per l’insipienza di una politica ribalda, la criminalità micro e macro riesce a menarsi i fatti suoi) sia sul piano internazionale, schierati come sono, in numero elevato, in teatri operativi dove si fa la guerra.

Peranto, ancora, onore ai nostri soldati e onore alle loro bandiere.

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