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Pubblicato il 23/07/2018

FRANCIA- LE VIOLENZE POST MONDIALE DEGLI IMMIGRATI SONO STATE UN PRETESTO DI RIVOLTA ANTI OCCIDENTALE

di Corrado Corradi
Non ci si faccia ingannare, quel che é avvenuto a Parigi durante i festeggiamenti per la vincita del mondiale di calcio non é un fenomeno attinente al tifo degenerato in violenza e non ha riguardato solo Parigi, ma analoghi episodi vandalici sono avvenuti anche a Grenoble, Nantes e Marsiglia e qualche amico mi dice anche in centri minori dove ra presente una comunità extracomunitaria.

Quello che il mainstream ci nasconde per non inficiare la nomea multiculturalista di una Francia che ha vinto il mondiale proprio in forza del suo multiculturalismo perfettamente rappresentato dalla bella cartolina della sua squadra nazionale soridente, bicolore, con una evidente maggioranza di giocatori francesi appartenenti all’etnia negra (ripeto : absint iniuria verbis) i cui nomi aderiscono perfettamente alla onomastica africana e maghrebina.
Quel che il mainstream ci nasconde, dicevo, é il fatto che in quella che avrebbe dovuto essere una manifestazione di gioia nazionalistica, a fianco di qualche francese-francese che festeggiava in piazza manifestando la sua gioia avendo magari anche alzato il gomito, hanno agito prevalentemente orde di giovani negri (a-ripeto : absint iniuria verbis per quanto attiene al colore della pelle) e magrebini che dalle banlieues, nella stragrande maggioranza ormai islamizzate, sono calati nei centri città per saccheggiare e distruggere palesando non gioia per la vincita del mondiale ma l’odio per la cultura della nazione che li ospita.

violenza-postmondiale
Decine di video (che sono sfuggiti alla censura perbenista) sono in rete a testimoniarlo e una foto-cartolina che ritrae la nazionale francese di calcio, ovviamente multirazziale e sorridente, non puo’ cancellarli… i danni sono ingenti e le vittime numerose.



Per quale ragione in Francia i festeggiamenti per la vincita della coppa mondiale di calcio sono stati sostituiti da violenze e saccheggi perpetrati prevalentemente da persone non riconducibili alla etnia francese ma quella negra e araba?
Semplice: perché l’eccitazione per la vittoria calcistica, sotto la pressione della continua autoaccusa per come i «bianchi» e cristiani europei siamo stati criminali crociati, schiavisti(1) e colonizzatori e per come invece erano buoni e innocenti i negri e i maghrebini sfruttati, ci ha messo poco a trasformarsi in violenza mirata a riprendersi dal vecchio e ormai frusto crociato schiavista e colonizzatore, quello che é ritenuto essere il compenso per le ingiustizie patite da quelle etnie.
Quel che é avvenuto é la manifestazione della faccia oscura (perché tenuta nascosta) del multiculturalismo tanto invocato, soprattutto in Francia, la patria del più vuoto slogan di tutti i tempi: «egalité, fraternité, liberté» … ma dde ché !? … fa anche rima.

Il multiculturalismo derivante da quel vuoto motteggio costituisce una zona grigia dove alberga il rifiuto del nostro comune sistema di valori che si fonda su una morale ben più antica e profonda di una banale dichiarazione (2).

(1) Peccato pero’ che recenti studi hanno rivelato che nel fiorente mercato degli schiavi i bianchi e cristiani europei sono stati coinvolto per il 2% dove invece prevalevano arabi, ebrei e africani ; arabi ed ebrei non si facevano troppe remore perché chi non era ebreo o musulmano era un infedele subumano ; le tribù negre invece, considerando le tribù avverse sconfitte merci di propria proprietà, non ci vedevano nessun male a vendere i prigionieri ai trafficanti di uomini.

(2) lo slogan della rivoluzione francese invita ad un multiculturalismo astratto ed ipocrita perché la fratellanza, l’uguaglianza e la libertà decontestualizzate dalla realtà sono solo parole oziose per cui si rigettano le differenze tra uomini e culture e si vuole annullare i confini dove invece realtà vuole che ogni espressione culturale sia diversa dall’altra, cosi’ come non esiste un uomo uguale ad un altro e che i confini servono ad armonizzare la convivenza civile tra uomo e uomo e culture diverse.

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