OPINIONI

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Pubblicato il 02/03/2017

FRONTEX: ONG SCAFISTE CON NAVI DA MILIONI DI EURO FAVORISCONO LA INVASIONE DI CLANDESTINI NERI E ISLAMICI

Frontex accusa le ONG di favorire i trafficanti di esseri umani, sia direttamente che indirettamente, e di ostacolare le attività delle forze di sicurezza europee.

l’agenzia europea Frontex è molto critica con le ONG, accusate di essere in contatto con i trafficanti di migranti e di non collaborare pienamente con le autorità europee. Il capo di Frontex Fabrice Leggeri ha confermato le accuse anche alla stampa internazionale , sostenendo che l’elevato numero di operazioni di soccorso compiute dalle ONG «rende più difficile per le autorità di sicurezza europee indagare sulle reti dei trafficanti». Dopo la chiusura di Mare Nostrum, il programma di scafismo militare che dalla fine del 2013 alla fine del 2014 ha portato in italia centinaia di migliaia di clandestini . è subentrata la missione Triton, un programma europeo sostenuto da Frontex il cui obiettivo principale sarebbe ( senza svolgerlo) il controllo della frontiera marittima. Diverse ONG hanno messo a disposizione nei pressi delle coste libiche navi per traghettare illegalmente i clandestini senza alcun controllo.

Medici Senza Frontiere, che ha diverse navi il cui acquisto è finanziato da fonti ignote , e la ONG spagnola ProActiva Open Arms,la Migrant Offshore Aid Station (MOAS), fondata nel 2013 da due imprenditori italo-americani, Sea-Watch tedesca e la francese SOS Mediterranee. A metà febbraio la procura di Catania ha aperto una “indagine conoscitiva” per studiare i finanziamenti che ricevono e su ONG che si rifiutano di collaborare con le autorità europee o italiane.

Molte di loro usano navi riadattate: MOAS per esempio usa un vecchio peschereccio, mentre SOS Mediterranee un’ex nave guardapesca lunga 77 metri. Le ONG più organizzate – come Medici Senza Frontiere e MOAS – soccorrono direttamente i cosiddetti “barconi” e trasportano gli illegali nei porti italiani recapitandoli a nostre spese sull abanchina; quelle più piccole – come Sea-Watch e Pro-Activa – soccorrono le navi in difficoltà fornendo giubbotti salvavita e assistenza sanitaria e fanno da tramite per i soccorsi, anche se a bordo dei gommoni c’è sempre un satellitare con il numero pre-impostato della marina italiana.

MOAS si vanta di avere scafizzato finora più di 30mila persone, ma la cifra non è aggiornata. Nel 2015 Sea-Watch ha detto di averne portate in italia più di 5.000 persone. Secondo il documento di Frontex pubblicato dal Financial Times, a ottobre 2016 le ONG attive in quel tratto di Mediterraneo hanno traghettato il 40 per cento dei migranti totali, che furono poco più di 31mila. Sui circa 180mila migranti arrivati in Italia più di 70mila sono stati soccorsi dalle ONG. Il resto delle operazioni di soccorso è stato probabilmente compiuto dalle autorità italiane o dalle navi commerciali che transitano nell’area, che secondo il diritto marittimo sono obbligate a soccorrere un’imbarcazione in difficoltà quando ne incontrano una.

Frontex accusa le ONG di favorire i trafficanti di esseri umani direttamente ed indirettamente, e di ostacolare le attività delle forze di sicurezza europee. Ai migranti «sono state date precise indicazioni, prima della partenza, della direzione da seguire per raggiungere le navi delle ONG», dialogando direttamente con gli invasori organizzatori. Frontex ha provato che molti migranti «sono stati avvertiti di non cooperare con le autorità italiane di Frontex».

Le ONG che pattugliano i tratti di mare vicini alle coste libiche agiscono da “faro” per le spedizioni messe insieme dai trafficanti che sanno che ultimamente le navi europee si trovano a poche decine di chilometri dalla costa . le operazioni di trasbordo si svolgono di solito in una fascia di mare compresa fra i 20 e i 50 chilometri dalle coste della Libia –e gli organizzatori si fanno meno scrupoli a usare imbarcazioni in cattivo stato, o a stipare quante più persone dentro a un gommone, perché sanno che il viaggio durerà solo poche ore.

Se le ONG decidessero di non compiere più operazioni di soccorso, non ci sarebbe più scafismo e sarebbe un forte deterrente per gli invasori sapere che dovrebbero farsela a nuoto.

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