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Pubblicato il 12/07/2014

I CELLULARI ANCHE NELLO SPAZIO

E’ partito alle 10.40 di ieri, ora del Pacifico, le 16.40 Italiane, un cellulare speciale a bordo di una navicella spaziale Cygnus della Obrital Sciences Corporation e sarà il nuovo cervello di SPHERES (Synchronized Position Hold, Engage, Reorient Experimental Satellites) ,un piccolo satellite capace di volare in completa autonomia che la NASA sta testando sulla ISS già dal 2011.

ROBOTTINO ASTRONAUTA
Il nuovo smartphone, basato sul Progetto Tango di Google, è una versione ultrapotenziata di un telefono Android di ultima generazione. Equipaggiato con uno speciale sensore 3D e diverse fotocamere, questo robot verrà utilizzato inzialmente per costruire una mappa tridimensionale dell’interno della ISS.
Il prossimo obiettivo degli scienziati è quello di riuscire ad affidare a SPHERES una serie di compiti attualmente svolti manualmente dagli astronauti come il monitoraggio dei livelli di radiazione e luce nelle diverse zone della ISS, il controllo della qualità dell’aria ma anche delle scorte di cibo e attrezzature custodite nei magazzini della stazione.
E in futuro SPHERES potrebbe essere impiegato anche per condurre esperimenti dentro e fuori la ISS in completa autonomia.

PARACADUTATI DALLO SPAZIO
La missione che porterà SPHERES nello spazio è decollata dalla Wallops Flight Facility, in Viriginia, e arriverà sulla ISS martedì 15 luglio: potete seguire il lancio in diretta dal video qui sotto.
Insieme a SPHERES arriverà nello spazio anche TechEdSat-4, una piccola navicella spaziale completamente autonoma che sperimenterà un nuovo sistema di comunicazione e di diagnostica da remoto dello stato di salute dei satelliti.
TechEdSat-4 proverà anche, per la prima volta dal vivo, una nuova tecnologia per il rientro a terra di satelliti e veicoli spaziali di piccoli dimensioni: sarà infatti equipaggiata con uno speciale “paracadute spaziale” in grado di operare a bassissime condizioni di pressione che dovrebbe consentirgli di rientrare sano e salvo sulla Terra.
Secondo la NASA, in un futuro, questa tecnologia potrebbe essere impiegata per recapitare sulla Terra piccoli campioni o oggetti provenienti dalla ISS e altre piattaforme orbitanti, ma anche per garantire un atterraggio morbido, e poco costoso, di piccole apparecchiature su Marte e altri pianeti.

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