OPINIONI

Condividi:

Pubblicato il 25/01/2019

I FRANCESI E LE LORO COLONIE . NON SOPRAVVALUTIAMOLI di Corrado Corradi

Concordo con la Meloni, i francesi (quelli che abitano l’Eliseo, ma anche il Quai d’Orsay e le altre strutture repubblicane) sono insopportabili per spocchia e ingiustificato orgoglio.
Lo dico da una posizione superpartes perché circa la Francia e i francesi penso di essere abbastanza obbiettivo, li bazzico dal 1965 quando sono giunto in un loro ex protettorato, il Marocco, ho continuato a bazzicarli fino al 2015 tra la Tunisia, l’Algeria, Parigi, Marsiglia, Béziers, Avignone, e continuo a bazzicarli ancora adesso in Marocco annoverando fra di essi numerosi amici.

Quando li critico o li elogio non mi si puo’ quindi accusare di parzialità nei loro confronti o contro di loro perché se é vero, e lo attesto, che sono e mi sento profondamente italiano, non posso ignorare che il destino mi ha immerso in due realtà che mi hanno condizionato non poco: la marocchina e la francese.

In questi giorni si parla di CFA e di ingerenza post-coloniale francese sulle sue ex colonie africane, ma se ne parla in maniera cosi’ approssimativa che é andata consolidandosi un’idea sbagliata della realtà: ossia, molte persone sono convinte che le ex colonie francesi in Africa non sono indipendenti ma completamente assoggettate a Parigi.
E, peggio ancora, che l’arretratezza di quei paesi é attribuibile solo al fatto che la Francia le spolia sistematicamente delle loro ricchezze.


Non é cosi’.

E’ vero che la Francia, in ottemperanza ad un mal riposto orgoglio per una grandeur effimera durata si e no 20 anni, nonché allo spirito positivista che le ha fatto credere di essere umanamente superiore ai popoli che aveva colonizzato, é stata grifagna con le sue colonie e continua tendenzialmente ad esserla con quei paesi che ha dominato almeno fino al 1962 (data di indipendenza dell’Algeria fino ad allora considerata territorio metropolitano).

Pero’ attribuire l’arretratezza di Ciad, Niger, Mali, Mauritania, Senegal, Costa d’Avorio, Burkina, Gabon, etc alla grifagneria francese é veramente troppo.
Ho sentito dire che :
• Quei paesi sono totalmente assoggettati alla Francia;
• Parigi esige da loro delle tasse coloniali;
• Versano alla Francia il 65% dei loro incassi;
• Parigi decide se e quando possono avere rapporti commerciali ed economici con altri paesi;


Non é esattamente cosi’… la Francia ha sicuramente un’importante ascendente su quei paesi (forse si puo’ dire che li condiziona non poco) ma la loro arretratezza é solo ed esclusivamente africana.
Chi bazzica i paesi dell’Africa sa benissimo quali sono le aspirazioni dei loro leaders: incamerare gli aiuti che giungono dai paesi donatori per costruire sontuose regge e distribuirli a pioggia ai membri del proprio clan, richiedere ed incassare regalie… ma nessun progetto di ampio respiro suscettibile di sviluppare il paese.
Datemi pure del razzista ma é cosi’… come direbbe Feltri: «é fattuale» .

Attribuire l’arretratezza di quei paesi prima al colonialismo e poi alla grifagneria della Francia é veramente troppo.

Il colonialismo di cui ho contezza é riassumibile in una considerazione di un mio amico marocchino: “i francesi ci hanno oppressi e sfruttati imponendoci di sopportare quel loro caratteristico atteggiamento di derisione; ci siamo liberati di loro dopo una lotta di indipendenza sanguinosa, anche se molto meno traumatica di quella algerina, e con ricadute sul futuro del nostro paese molto meno disastrose… ma la loro dominazione non puo’ essere considerata solo una iattura, senza di essa adesso non avremmo quegli ‘acquis’ che costituiscono la ricchezza del mio paese …Conosci un marocchino che serbi rancore per il Maréchal Lyautey? (era il Governatore francese durante il protettorato) …C’è addirittura un apprezzato liceo francese a lui intitolato a Casablanca e nel cortile del Consolato di Francia, ben visibile dalla piazza più importante della città, campeggia addirittura la sua statua equestre! (nda: Sarebbe un po’ come se da noi a Milano fosse visibile da piazza del duomo la statua equestre di Radetszki). È la storia amico mio! ci lascia sempre dei doni, basta saperli individuare e farli fruttare”.

Il Marocco è stato a lungo un protettorato francese ma i marocchini non si sono pianti addosso, hanno fatto tesoro di quello che i francesi hanno lasciato sul territorio durante quel periodo considerato negativo e adesso il Marocco è il paese più progredito dell’Africa e del mondo arabo-islamico.

Questo tanto vituperato colonialismo, a mio avviso, non ha dato solo frutti avvelenati, anzi, e non tutti i francesi, inglesi, tedeschi, italiani colonizzatori erano spocchiosi come comanda la vulgata novecentesca post-bellica.
La storia moderna ci dice che non siamo stati cosi’ cattivi come andiamo autodenunciandoci dalla fine della seconda GM, e loro (gli ex colonizzati, in gran parte musulmani) non sono stati sempre buoni.
La storia attuale ci dice che siamo stati più ipocritamente cattivi di loro (basti pensare a come sono state disattese le promesse fatte alle popolazioni arabe durante il primo conflitto mondiale e alle cazzate inventate di sana pianta per dichiarare guerra all’Iraq e più recentemente alla Siria) ma che, dopo aver segnato il passo, loro hanno iniziato a riguadagnare le posizioni perse e adesso, quanto a ipocrisia, ci hanno raggiunto e superato (basti pensare al silenzio omertoso adottato da gran parte delle loro istituzioni religiose di fronte alle stragi di cristiani).
Riconosco trattarsi di un discorso generale ma é bene tenerlo a mente per evitare altrettanto generali complessi di colpa e, altrettanto generalmente, attribuire agli altri meriti e/o colpe.


Se c’é qualcuno che ha qualche responsabilità nel flusso migratorio clandestino che fugge la povertà di quei paesi non é lo sfruttamento francese ma l’insipienza quando non la rapacità, spesso feroce, dei loro governanti ; ma, lo ripeto, i migranti che giungono clandestinamente da noi, in gran parte, non hanno giustificativi tali da titolarli fuggiaschi dalla povertà creata dai francesi perché con circa 5.000 dollari in tasca per pagare passeurs e scafisti, nei loro paesi, quei migranti potrebbero aprire una fiorente attività di microimpresa.

Comunque, se vogliamo criticare la Francia per l’ingerenza su quei paesi e per il condizionamento finanziario derivante dal CFA, assumiamo l’accortezza di fare nomi e cognomi: uno su tutti, Macron e i suoi predecessori all’Eliseo, onoriamo invece i nostri cugini francesi e il loro paese, la Francia.

Leggi anche