OPINIONI

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Pubblicato il 24/04/2020

IL 25 APRILE DEGLI SCONFITTI

il Dente Avvelenato


“L’ho alzato da terra venti centimetri. L’elmetto-padella è ruzzolato via. Dovevate vedere il faccione paonazzo di quel “liberatore” che si voltava verso di me sanguinante, dopo avermi offeso durante lo sbarco dei prigionieri non collaborazionisti( che tornavano dopo due anni aggiuntivi di prigionia,nel 1947,ndr) Era il mese di Aprile. Il treno era in partenza. Il mio braccio destro faceva un gesto inequivocabile con la mano sinistrra dentro al gomito. La mia borraccia l’avevo appena riempita alla stazione di Napoli. Peccato. Ero assetato, ma non di acqua. L’ho dovuto fare e l’ho fatto..Gliela ho lanciata in testa con tutta la mia forza. Sarei rimasto senza acqua per le 24 ore di viaggio sul carro merci che mi riportava al Nord ed io, anche se irriconoscibile negli stracci che indossavo, mi sentivo ancora un Paracadutista. Nessuno doveva permettersi di umiliarmi.”


Questo è quello che ho sentito con le mie orecchie da un Paracadutista di El Alamein. Cerri Nello, scomparso nel 2009,che aveva la faccia segnata ancora uguale a quella di quando era nella Folgore del 1941. L’ho incontrato il 21 aprile del 2001. Quattro giorni prima della “festa” dei” liberatori”.
La stessa espressione fiera degli altri che ho avuto l’onore di incontrare prima di lui.
Quei volti e quei racconti sono scolpiti dentro di me, insieme ai volti aperti e sorridenti di quelli che erano rimasti nelle sabbie africane, raffigurati nelle foto dei morti.

Mentre uscivo dalla sua casa, con un groppo in gola , cercavo di immaginarmeli ventenni in uniforme.


Non sono riuscito ,invece, a raffigurarmi le facce dei “liberatori” del 25 APRILE, ma posso immaginare quelle degli “eroi” che andavano casa per casa a stuprare e terrorizzare chi era Fascista. Ad uccidere solo dietro l’indicazione “ mi sembra quello lì”. Mi venivano in mente le frasi dei libri che la AUSIALIARIA DEL 1° RGT FOLGORE Vanda BERTONI mi aveva inviato, e che parlano delle “ soldatesse del Duce”.
Violentate, stuprate, perseguitate, derise, umiliate, offese, annullate. Anche dopo il 25 aprile del 45. Anche loro avevano lealmente seguito un ideale e nessuna si era macchiata di assassinii fuori battaglia. I “liberatori” avevano bisogno di far fare a qualcuno la “pulizia etnica”. E molti topi erano disponibili. Molti sono addirittura diventati “Padri” della Patria. Con la pistola e l’impermeabile.
Quanti eroi alle sfilate nelle città!! Scesi dalla montagna, molti indossavano ancora le divise che lasciavano ricordare la loro provenienza militari, prima dell’8 settembre. Pentimento repentino, il 9 SETTEMBRE. Da Fascisti ad “alleati” dei liberatori. E i nostri in Africa, a fare l’alzabandiera anche se con un drappo ridotto a pezza di tessuto sbiadita e bucata da proiettili, tutte le mattine.


Cerri Nello ha subìto per oltre dieci anni angherie e violenze dai suoi compaesani,quando è rientrato in valle padana. Tutti democratici. Tutti antifascisti. Il primo lavoro l’ha ottenuto dopo due anni di disoccupazione e cinghia tirata. Lui non aveva firmato la collaborazione, in Africa, e si era fatto due anni di prigionia in più, tanto per gradire. Solo per non avere tradito le sue mostrine. Era partito come Folgorino, ed è ritornato come Folgorino. Ma al ritorno, secondo gli “eroi” e i “liberatori” era un “criminale fascista”. E pensare che non era Fascista ma una ragazzo con la voglia di essere un bravo soldato d’assalto.
Le medaglie d’oro, nel frattempo in Italia sono state distribuite a chili. Mamma, quante!!!!
Ad El Alamein Cerri si e’ fatto rendere gli onori militari perche’ era un LEONE DELLA FOLGORE ITALIANA. Le medaglie, da loro, sono andate agli eroi caduti in combattimento oppure per salvare altri Paracadutisti.
Gli episodi conosciuti che sono valsi la medaglia sono una piccola parte delle centinaia rimasti noti solo a chi c’era.


In Italia bisognava avere perlomeno trucidato qualche “fascista” oppure un Prete, e la reputazione saliva a mille. Per contro, bastava essere rimasti al proprio posto senza rinunciare alle proprie mostrine e i propri vestiti laceri per indossare uniformi inglesi, e si passava nell’elenco di quelli da perseguitare. E non per pochi anni. I paesi sono pieni di cippi. Chissà quante morti, anzi assassinii, inutili.

E allora lancio una idea: La FESTA DELLA BORRACCIA. Contro i vili che, vincitori a volte senza meriti, hanno sfogato i loro istinti contro tutti. Anche chi era , ed è , migliore di loro.
Una borraccia piena d’acqua, sulla testa, sarà il premio. Come quella di Cerri. Per non dimenticare.

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