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Pubblicato il 22/08/2016

IL 28mo REGGIMENTO “PAVIA” SI IMMOLA PER LIBERARE GORIZIA NELL AGOSTO 1916

IL SACRARIO ALL’INTERNO DELLA CASERMA CHE OSPITA IL REGGIMENTO PAVIA, AD ASCOLI PICENO, DAVANTI AL QUALE E’ POSTO UN CIPPO DEL PROGETTO EL ALAMEIN, IN RICORDO DELL’EROICO COMPORTAMENTO DEI SUOI FANTI NELLA SABBIE EGIZIANE.

La città lombarda ha dato il suo nome alla brigata di fanteria che libera Gorizia, la città giuliana strappata agli austriaci.
La presa del Sabotino.
L’attacco comincia all’alba del 6 agosto. L’allora colonnello Badoglio guida cinque battaglioni all’assalto del monte Sabotino, fino a quel momento inespugnabile roccaforte nemica, sfruttando le gallerie scavate nella roccia fin sotto le posizioni asburgiche. La vetta viene conquistata e superata, mentre gli austriaci resistono a Oslavia e sul Podgora.
La notte dell’8, però, l’alto comando ordina il ripiegamento sulla sponda sinistra dell’Isonzo. La porta per Gorizia è spalancata.
L’entrata a Gorizia. Son
o i fanti della Pavia a fare per primi ingresso nella città semidistrutta dai bombardamenti. Il sottotenente Aurelio Barozzi, dopo aver attraversato a nuoto l’Isonzo, issa il tricolore (per questa azione, sarà decorato con la medaglia d’oro al valor militare).
L’avanzata poi prosegue: il 28° reggimento Pavia si dirige verso l’abitato di Vertojba e lo conquista malgrado la forte resistenza nemica.
Anche il 27° reggimento contende ulteriore terreno al nemico, fino al 17 agosto, quando, di fronte al consolidarsi della linea austriaca, le operazioni offensive vengono interrotte. Non senza qualche recriminazione, e le successive critiche degli storici militari, secondo i quali un attacco più energico avrebbe permesso di trasformare la ritirata austriaca in rotta, spingendo i nostri reparti ben oltre Gorizia.
Il generale Fortunato Marazzi, comandante della dodicesima divisione di cui fa parte la Pavia, viene insignito della Croce di Savoia.
Distruzione a El Alamein.
La brigata Pavia nasce poco dopo l’unità d’Italia (marzo 1861).
Nel 1862 viene impiegata in Campania e Puglia per la repressione del brigantaggio; prende parte alla campagna del Trentino, durante la Terza guerra d’Indipendenza (1866), inquadrata nella divisione del generale Medici e nel 1870 partecipa alle operazioni della presa di Roma.
L’11 giugno 1881, in una solenne cerimonia che si svolge nella Piazza grande di Parma – racconta Mino Milani nel suo “Risorgimento” – il reparto riceve la bandiera di guerra offerta dalle donne pavesi, grazie alla sottoscrizione iniziata da Adelaide Cairoli, madre degli eroi risorgimentali. Dopo la Grande Guerra, nella quale si distingue, oltre che per l’impresa di Gorizia, nella battaglia del Solstizio, respingendo i disperati assalti austriaci, la brigata Pavia compie il suo destino in Africa, dove si trova dal 1939: a El Alamein (1942), schierata accanto Alla Folgore, viene praticamente distrutta dagli inglesi.
Oggi il 28° reggimento comunicazioni operative Pavia dipende direttamente dal Comando forze speciali dell’Esercito italiano.

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