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Pubblicato il 21/01/2018

IL FATTO QUOTIDIANO ATTACCA LA FOLGORE

 

IlFattoQuotidiano.it / Archivio Cartaceo

Gli assassini di Scieri sono tra noi

di | 21 gennaio 2018
In memoria di Corrado e Lele – Padre e figlio riposano in pace uno accanto all’altro

Il giorno in cui incontrammo il padre di Emanuele Scieri era un giorno di sole, funzionario di Dogana. Il figlio era morto da poco. Era un giorno di nitore, davanti brillava il mare del porto di Siracusa e nella contraddizione surreale del lutto e della luce, che convergevano in una strana riluttanza, Corrado, il padre, sembrava una creatura incavata, come i suoi occhi, sbigottiti o impauriti.

Il padre si dibatteva nell’incertezza, nel tormento. “Lele non si è suicidato”. Perché ci fu un tempo che dalla Gamerra arrivavano ipotesi di una tale empietà da non risparmiare nemmeno questa ciarla offensiva. Corrado Scieri non ha retto il peso dell’assenza, il dolore lo ha ucciso, morì nel 2011. Morì di cancro. Mentre Lele era morto perché ucciso da nessuno. E con questa sentenza il caso fu archiviato, con tutta la portata di stoltezza, di insensatezza.

Oggi la commissione parlamentare d’inchiesta istituita apposta ha acquisito seimila pagine, il caso viene riaperto, lo chiede la Procura di Pisa, il fascicolo viene istruito per omicidio contro ignoti. Cioè gli stessi nessuno che hanno ucciso Lele e il padre (per un sintomo conseguente), gli stessi che hanno tutto sommato ingenerato una catena di dolore assordante, provocando malattia, disperazione, nuovi lutti. La famiglia di Lele non esiste più. Oggi dicono dalla procura che sì “i nonni” hanno ucciso Lele. Ignoti, ancora. Ignoti che hanno costretto questo ragazzo perbene a denudarsi davanti a una torretta, gli stessi che lo hanno pestato, costretto a morire in definitiva. Lele deve salire, piolo dopo piolo, la torre della Gamerra. Un bravo ragazzo, abituato alla gentilezza, ai libri, agli amici. La sua laurea. E invece la barbarie. I riti primitivi di un’orda di indefinibili, ma esistenti. Esattamente.

Gli ignoti saranno senz’altro frequentatori di social, l’idiozia diabolica avrà un nick name, una foto di profilo. Esistenti o esseri camminanti, parlanti, dotati di gambe e braccia, costoro posteranno stupide foto, commenteranno inutili polemiche sui social. Utilizzeranno emoticon per una Gif dedicata agli animali. Ma certo. Cioè sono qui. Sono cinquantenni, sono tra noi. Sono insospettabili, ma sono gli autori di una strage. Hanno ucciso un bravo ragazzo, devastato una famiglia. Hanno provocato morte, malattia, disperazione. Dopo la morte del padre di Lele, incontrammo la madre, Isabella Guarino, la incontrammo nella casa che un tempo era abitata da risate, libri, bravi ragazzi, felicità sparse. Entrammo nella casa in penombra, le stanze erano chiuse, silenziose. Non c’era più nessuno. Isabella si era ammalata di cancro.

Non c’era più nessuno.

Isabella ricordava il libro che Lele stava leggendo prima di partire per la naja, il romanzo di Celine, “Viaggio al termine della notte”, lo aveva lasciato da qualche parte. La Folgore. Non passerà certo alla storia per eroismo e nobiltà. Lele si era appena laureato, l’aveva scelta con un certo orgoglio, forse. La Folgore capace di allevare orde di primitivi, ignoti, che uccidono bravi ragazzi. Ridendo e ruttando. I genitori furono informati della morte del loro ragazzo nella residenza al mare, un giorno di agosto.

La Sicilia in un giorno di agosto esplode di una luce violenta, i gigli selvatici sulle dune, il profumo delle cose, dei giardini, simili a elisir, tutto potevano suggerire e non una contraddizione così severa, la morte di un figlio. Gli ignoti sono vivi, sono sui social, senz’altro, cinquantenni giù di lì. Saranno pro vax o anti vax? Per dire. Stanno commentando, magari anche adesso, mentre leggete queste righe, uno stupido video, un’idiozia. E ne rideranno senz’altro, usando l’emoticon più opportuna.

Corrado e il figlio Lele oggi riposano in pace, l’uno accanto all’altro.

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