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Pubblicato il 03/10/2016

IL POPOLO CURDO COMBATTE. NON SCAPPA .UN LIBRO DI GASTONE BRECCIA.

PARMA-Segnaliamo ai lettori il libro di Gastone Breccia*: “Guerra all’Isis. Diario dal fronte curdo” (pp.2016, il Mulino 2016).
Gastone Breccia è docente di Storia bizantina e da tempo è diventato anche un polemologo ed un “lettore” della storia moderna. Lo fa in modo coraggioso e avventuroso, attraversando scenari di guerra cattiva e raccontandone gli aspetti e legami “culturali”, se così si possono chiamare.
Stavolta è partito da Erbil, capitale della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, ed è arrivato fino a Kobane; si è mosso lungo la linea che divide le forze curde dai miliziani ner. incontrando i peshmerga, i paracadutisti della «Folgore», i guerriglieri del Pkk per i quali la guerra all’Isis è un capitolo di una lunghissima lotta per la libertà. Un reportage che aiuta a capire la guerra in corso – la più feroce dopo le guerre jugoslave dei primi anni ’90 – combattuta da un popolo (e dalle sue donne, belle e letali) che ancora non ha una patria ma che ha la gratitudine del mondo. Gastone Breccia, docente di Storia bizantina all’Università di Pavia, ha pubblicato diversi scritti di taglio storico-filologico su testi della cultura bizantina. Ha pubblicato un saggio sull’arte della guerra a Bisanzio, apparso nel 2001 su «Medioevo greco. Rivista di storia e filologia bizantina»; altri saggi sulla guerriglia a Roma e a Bisanzio sono usciti negli anni successivi. Su «Limes» nel 2006 ha proposto un’analisi delle guerre in Iraq alla luce delle teorie belliche classiche. Con Mondadori sono poi usciti I figli di Marte. L’arte della guerra nella Roma antica (2012), La tomba degli imperi (2013) e Nei secoli fedele (2014); con il Mulino L’arte della guerriglia (2013), Le guerre afgane (2014) e 1915: L’Italia va in trincea (2015).
Come ha fatto?:
«Ho preso il volo Roma-Erbil. Da lì mi sono mosso tra il Kurdistan iracheno e siriano per mezzo di taxi, su cui salivamo in più passeggeri per dividerci le spese. La mia guida aveva dei contatti con guerriglieri e alcuni capi del Pkk (organizzazione politica e paramilitare del Partito curdo dei lavoratori ndr), io, da una mia passata esperienza in Afghanistan, con i paracadutisti italiani de La Folgore che stanno addestrando in loco i Peshmerga (forze armate della regione autonoma del Kurdistan iracheno ndr). Mi sentivo in buone mani: ero un ospite di riguardo e i curdi mi facevano capire che tenevano alla mia salute». Che situazione ha trovato? «Nella parte del Kurdistan iracheno la guerra non c’è più: i curdi hanno liberato il loro territorio e stanno sviluppando l’economia grazie agli aiuti del mondo occidentale e della Turchia. È un Paese con tantissimi problemi di politica interna ma in via di sviluppo; è un Paese in pace. Le cose cambiano, però, passando nella zona siriana, dove, tra l’altro, mi è stato difficile entrare. Lì, c’è un solo blocco di frontiera ancora aperto, ma i siriani sono in pessimi rapporti con i curdi iracheni per questioni politiche: i primi sono acerrimi nemici di Erdogan, mentre i secondi lo sostengono». E nel Rojava c’è la guerra per davvero. «C’è la prima linea. Il Kurdistan siriano è stretto tra due avversari: a sud l’Isis e a nord la Turchia. Quando l’ho visitato io, ho potuto vedere i miliziani curdi che tenevano il fronte, anche se si trattava soprattutto di una guerra di posizione e ognuno stava nella propria trincea. Nelle città si girava armati e mi hanno spiegato che il problema dei guerriglieri era, essendo abituati a combattere in montagna, imparare a farlo nei centri urbani».

**Il professor Breccia è un amico col quale abbiamo condiviso un lungo viaggio in Afganistan nel 2012 e un paio di altrettanto lunghi allenamenti di corsa,nel perimetro di Farah e di Herat ( è un maratoneta da 2,30 sui 42 chilometri), mentre scriveva un trattato sulla guerriglia antica e moderna. E’ stato ospite della Folgore per oltre 40 giorni per documentarsi

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