EL ALAMEIN

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Pubblicato il 02/06/2020

IL POSTINO DEL VII BATTAGLIONE

IL POSTINO DEL VII BATTAGLIONE
26 Jul 2004
Autore: Par. (El Alamein) Emilio Camozzi

IL POSTINO DEL VII BATTAGLIONE

Si meriterebbe un ricordo più preciso, da poter eternare su una targa con nome, cognome, età , luogo di nascita ecc.. Spero che qualcuno dei superstiti del Raggruppamento Ruspoli, meno rincoglioniti di me, se lo ricordino e mi diano la possibilità di citare più degnamente questo sergente.
Era aggregato al Comando del Raggruppamento Ruspoli. Suppongo fosse del VII battaglione. Viste le sue mansioni, apparteneva alla Compagnia Servizi, ma da quando erano iniziati i combattimenti la cosa non aveva alcuna importanza, poichè eravamo tutti, comandanti, Ufficiali inferiori o superiori, sottufficiali, paracadutisti e servizi nello stesso calderone,e le schegge e le pallottole che giravano numerose da quelle parti non facevano distinzione di grado o di qualità . Oltre tutto, quando non c’erano cineoperatori e fotografi, vestivamo tutti la stessa divisa: calzoni corti e canottiera. I gradi erano appiccicati sulla canottiera con un ago, per ordini superiori, quando si aveva voglia o tempo di metterli. Era addetto alla distribuzione ed alla acquisizione della posta in partenza. Questa arrivava quando poteva arrivare. Con la cisterna dell’acqua, coi viveri, con le munizioni. Il postino appena arrivata, mollava tutto quello che stava facendo e si dedicava a allo smistamento tra i vari reparti di sua competenza e metteva a parte le lettere degli amici per avere il piacere di recapitare le missive personalmente. Conosceva le madrine di tutti, perchè tutti ne parlavano con lui. Le Marioline, le Clementine, le Rosanne ecc. lui le conosceva tutte. Pochi erano i paracadutisti che si accontentavano di una sola madrina. Ne conoscevo uno che era arrivato a dieci e solo i saggi consigli del sergente postino gli aveva impedito di dilagare. Erano tutte lettere semplici, candide, che parlavano di amori mai avvenuti, di baci desiderati e lontani nel tempo e nello spazio, di sogni solo sognati ma che restavano dentro come realtà accadute e vissute intensamente. Non parlavano di guerra, poichè la censura cassava regolarmente ogni accenno a fatti di guerra, a stati d’animo non troppo ortodossi ed a considerazioni che non collimavano con le direttive impartite. Il tema dell’amore e di speranze per un futuro che, visto come andavano le cose, sembrava molto improbabile, era d’obbligo, perchè rimaneva ben poco da dire.
Credo che nemmeno Liala sapesse raggiungere gradi di sdolcinature e svenevolezze così intensi. Il postino si segnava su un quaderno le cose più simpatiche perchè, diceva, appena arrivato in Italia ne avrebbe fatto un libro. Faceva il suo lavoro con una diligenza che rasentava la pignoleria, ma il suo sogno era avere una squadra tutta sua e poter combattere. Quando si trovava in una postazione e c’era qualche cenno, anche remoto, di combattimento, tutti si affrettavano a mandarlo via. Non si poteva perdere l’unico valido legame con la Patria. Lui ci rimaneva male, protestava, non voleva andarsene. Quando l’ordine gli veniva finalmente dato da un ufficiale, era costretto ad obbedire e se ne andava mogio mogio, come un cane bastonato. Nel suo peregrinare per il deserto, aveva trovato una mitragliera da 20 mm. abbandonata perchè inservibile. L’aveva smontata. Se l’era portata nella sua buca e l’aveva smontata. Poi si portava pazientemente ogni giorno, durante il giro per le posta, qualche pezzo in giro, e lo sottoponeva alla perizia dei vari armieri di sua conoscenza. Riuscì cosi a rimettere in sesto l’arma. L’intenzione era di usarla contro gli aerei nemici ch usavano volare a volo radente per mitragliare le postazioni italiane. Si era costruito con le pietre una specie di torretta su cui piazzare la mitragliera. La difficoltà maggiore la ebbe per reperire le munizioni per l’arma. Un ufficiale tedesco, ammirato da tanta costanza, gli procurò un nastro. Era felice. Appena avute le munizioni, corse verso la sua mitragliera. Quasi a volerlo accontentare, uno spitfire comparve oltre le dune. Il pilota aveva già adocchiato
la mitragliera posizionata sul rialzo. Quando vide il sergente accanto all’arma, lasciò partire una raffica. Il postino fu quasi segato in due . Attorno a lui, strappate e sporche di sangue le pagine del quaderno su cui si intravvedevano tenere parole d’amore, sogni, desideri impossibili e tante inutili speranze. Lo abbiamo sepolto sotto il cippo assieme alla sua arma ed al suo romanzo inedito.

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