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Pubblicato il 22/08/2016

IN GARFAGNANA UN SINDACO PARACADUTISTA FA INVIDIA AI COLLEGHI

mario.puglia
foto tratte dall’archivio CONGEDATIFOLGORE.COM
La Stampa (Ed. Nazionale)
sezione: Italia data: 22/08/2016 – pag: 15


Il ponte per i marò del sindaco ex Gladio fa il pieno di turisti

Nella rossa Garfagnana novantamila visitatori in due mesi per la passerella dedicata ai fucilieri

Alla metà esatta dei suoi 140 metri di lunghezza e a cento metri esatti sopra le acque del lago la leggera sensazione di vertigine è ricompensata da un panorama straordinario.

Vale il prezzo del viaggio (comunque lungo e impegnativo da qualunque direzione si arrivi) il ponte sospeso di Vagli di Sotto, paese di 995 abitanti tra i boschi e i monti della Garfagnana. Il prezzo del viaggio, e non del biglietto, perché qui non si paga nulla: né l’attraversamento del ponte di funi più lungo d’Europa, né l’ingresso alla piscina con sdraio e ombrelloni, né la visita al bioparco con alberi, piante, animali (capre, cerbiatti, cavalli azzoppati e salvati dal macello, curati e accolti); né, tantomeno, un tuffo nell’invaso balneabile. È per questo che, dalla fine di giugno, Vagli è improvvisamente diventata un fenomeno turistico dai numeri inattesi.

All’inaugurazione sono arrivati in 4 mila: parcheggi esauriti, difficoltà sulle strade di tutta la valle. Nuovo assalto a Ferragosto, ma da quando il ponte è aperto ogni fine settimana è boom. Fino a oggi i visitatori sono stati 89 mila, dalla Toscana, dall’Emilia, dalla Liguria. Domenica il Comune ha messo a disposizione 5 navette gratuite che, solo quelle, hanno trasportato 4 mila turisti. Gode l’indotto della zona: i 10 ristoranti fanno tre o anche quattro turni per servire il pranzo a tutti, alberghi e attività di agriturismo sono strapieni.

Non è finita qui. Mario Puglia, il sindaco che sta realizzando il grande parco di Vagli (3 milioni di investimento, tutti sulle spalle del Comune) sforna idee a getto continuo. Ora si sta realizzando il «volo dell’angelo», un cavo inclinato che parte da 150 metri di altezza e consente con una carrucola di planare al bordo del lago. E siccome l’invaso artificiale ha sommerso e fatto sparire nel 1947 un antico paese, Fabbriche di Careggine (31 case popolate da 146 abitanti, un cimitero, un ponte a tre arcate e la chiesa di San Teodoro del 1590), Puglia sta studiando di trovare un piccolo sottomarino per le visite sott’acqua. Nel cuore della Toscana che più rossa non si può, Puglia, sindaco dal 2004 (anno della pensione) e al terzo mandato, è una mosca bianca. Qualche indizio. Il ponte è illuminato da luci a led tricolori. È dedicato ai Fanti di Marina e sulla targa compaiono i nomi dei due marò Girone e Latorre. Lì vicino c’è il Parco dell’Onore e del Disonore con grandi statue di marmo donate dalle cave della zona. C’è Fabrizio Quattrocchi, la guardia privata genovese rapita e uccisa in Iraq. C’è il cane Diesel ucciso dai terroristi nel blitz di Saint-Denis dopo gli attentati di Parigi. C’è un comandante con le orecchie da coniglio che fugge dalla nave e un ufficiale che lo rimprovera: «Torni a bordo, c…». Dice Puglia: «Schettino lo voleva far sequestrare, ma non c’è scritto da nessuna parte che sia lui». Ridacchia: «Sono personaggi di fantasia».

È una storia atipica, quella di un sindaco vulcanico, ammirato ma anche invidiato dai colleghi per quei due milioni di accise che gli piovono in cassa dalle cave di marmo sul territorio: «Facile governare bene con i forzieri pieni». Lui ribatte: «Sì, però bisogna saperli utilizzare». Di sé dice: «Non sono un uomo di sinistra, sono amico di Matteoli, sono stato uno dei grandi delusi da Fini, vengo da lì. Ma come sindaco, sono solo un amministratore».

La sala riunioni, in municipio, è in marmo Calacatta, il più pregiato al mondo. Nel suo ufficio, col berretto dei parà che sovrasta la bandiera italiana, rivela altro: «Sono stato in Gladio (organizzazione paramilitare clandestina attiva da metà anni 50 in chiave anti-sovietica, ndr.) e ne sono orgoglioso. È stata una super intelligence che ha fatto tanto bene alla sicurezza del nostro Paese». E dopo? «Ufficialmente ho lavorato all’Enel». E meno ufficialmente? «Il mio superiore era il generale Cesare Pucci (ex comandante del Sismi morto a Lucca il 26 gennaio scorso, ndr) e mi ha insegnato una disciplina militare, anche psicologica. Non sarei sopravvissuto a 52 processi».

Un record, soprattutto se si considera che è uscito indenne da tutti. Procedimenti innescati dalla contrapposizione durissima con i signori delle cave. Alla fine è tornato il sereno e, soprattutto, tanti soldi nelle casse pubbliche. «Il governatore Enrico Rossi», racconta Puglia, «mi dice sempre: non so come tu faccia a farti eleggere lì dove sono tutti comunisti. Però poi ammette che stiamo facendo un grandissimo lavoro, mi dice: hai mille abitanti e realizzi più di quanto fa una città di un milione».

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