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Pubblicato il 11/02/2014

INDIA: 27 RINVII SONO IL SEGNALE DEL DISPREZZO PER L’ITALIA




ROMA- IL TEMPO del 11 Febbraio 2014

Rinvii di un giorno, di una settimana, di mesi. Rinvii per ferie, per formalità, per ricorsi. Ma intanto il tempo passa e i nostri due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono ancora in India e rischiano 10 anni di carcere, se non peggio, nonostante l’«indignazione», a scoppio ritardato, del ministro degli Esteri Emma Bonino. Intollerabile. Non si contano più, infatti, i rinvii che le autorità indiane hanno deciso sulla pelle dei nostri fucilieri.

Fin dal 18 febbraio 2012, tre giorni dopo la morte dei due pescatori indiani, quasi tutte le decisioni riguardanti i due fucilieri hanno subìto una qualche forma di differimento. È avvenuto ieri, quando la Corte suprema di Nuova Delhi, incaricata di decidere sull’imputazione dei due marò, ha rimandato la decisione di otto giorni, ed è accaduto anche tante, troppe altre volte. La prima il 18 febbraio 2012, quando l’Alta Corte del Kerala rinvia la sentenza sul ricorso dell’Italia contro la denuncia per l’omicidio dei pescatori. Il 27 febbraio la perizia balistica sulle armi sequestrate sulla petroliera Enrica Lexie viene spostata. Il giorno dopo i giudici di Kerala rinviano di qualche giorno l’udienza riguardante il ricorso sulla giurisdizione del caso. Pochi giorni dopo, siamo al 2 marzo, l’Alta Corte di Kochi sposta al sei marzo il dibattito sulla giurisdizione. Poi un altro rinvio della stessa Corte al 9 marzo. Ma anche quel giorno il giudice sposterà l’udienza a metà mese. Anche quella data, però, non verrà rispettata. I giudici del Kerala, infatti, spostano le lancette dell’orologio di altri quattro giorni. Il 20 marzo non viene indicata alcuna data per la decisione. Parallelamente si rinvia anche la decisione sul rilascio della petroliera Enrica Lexie. Il 23 marzo, infatti, le autorità del Kerala aggiornano l’udienza. Il 27 marzo gli stessi giudici fanno slittare la decisione sull’applicabilità delle leggi indiane sull’incidente. Ma il 30 marzo rinvieranno di nuovo la decisione sulla giurisdizione. Lo stesso giorno l’Alta Corte del Kerala sospende la partenza della petroliera italiana. Il 2 aprile il rilascio della nave viene spostato ancora. Lo stesso giorno le autorità giudiziarie del Kerala rinviano ancora la decisione sulla giurisdizione. Il 3 aprile il rilascio della petroliera viene annullato. Passa solo un giorno e la decisione sulla giurisdizione viene spostata a dopo Pasqua. Stessa decisione per la petroliera.

Il 12 aprile nuovo rinvio di un mese. Il 20 aprile, invece, il rilascio della Lexie viene spostato di 10 giorni. Il 30 aprile la Corte Suprema rinvia ancora di un giorno, ma il primo maggio i giudici rinviano ancora. Siamo all’otto maggio e la Corte Suprema sposta di un giorno ancora l’udienza sul ricorso riguardante la giurisdizione. Il giorno dopo l’Alta Corte indiana rinvia al 26 luglio il ricorso italiano sulla legittimità costituzionale dell’arresto dei nostri fucilieri. Il 28 maggio l’Alta Corte del Kerala sposta anche l’udienza sulla richiesta della libertà su cauzione per Latorre e Girone. Il 10 luglio il tribunale di primo grado di Kollam sposta di una settimana l’inizio del processo per i marò. E siamo al 19 luglio, giorno in cui la Corte Suprema sposta all’otto agosto l’esame sulla giurisdizione.

Il 24 luglio i Supremi giudici del Kerala sospendono il processo fino al 30 luglio. Ma il 30 luglio la sospensione viene protratta fino all’otto agosto. E siamo al 17 settembre, giorno in cui un tribunale di primo grado del Kerala aggiorna l’udienza del processo. Dieci giorni dopo lo stesso tribunale sposta ancora il procedimento al 10 ottobre. Ma l’11 ottobre tutto slitta all’8 novembre. Saltano anche le date stabilite per la richiesta della licenza natalizia per i marò. Il 18 dicembre, infatti, l’Alta Corte del Kerala rinvia la decisione di un giorno. E il giorno dopo ancora un rinvio di 24 ore.

Anno nuovo, stessa solfa. Il 15 gennaio il tribunale di Kollam aggiorna il processo al 18 febbraio. Quel giorno l’Alta Corte indiana trasferisce il giudizio a un tribunale speciale di New Delhi. Il primo aprile si apprende che le indagini sui marò ricominceranno da zero. Il 16 aprile la stessa Corte Suprema dibatte su quale polizia debba eseguire le indagini, ma slitta anche questa decisione. Il 22 aprile anche la decisione sulle modalità del processo viene rinviata di tre giorni. Il 25 aprile la Corte Suprema deve decidere se lasciare il caso nelle mani dell’antiterrorismo. Ma non decide.

E siamo al 6 dicembre. I giudici spostano l’udienza all’8 gennaio 2014. Ma l’otto gennaio il tribunale speciale rinvia ancora, al 30 gennaio. E siamo al 3 febbraio 2014, giorno in cui il presidente della Corte fa slittare l’udienza al 10 febbraio. Ieri l’ultimo rinvio. Latorre e Girone sono ancora in India. Dell’indignazione non sappiamo che farcene.

Luca Rocca

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