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Pubblicato il 28/10/2015

IRAQ E LIBIA: PROSSIMI IMPEGNI PER I NOSTRI SOLDATI?

PARMA-Iraq e Libia. Qualcosa bolle in pentola, nonostante le ripetute dichiarazioni di tutti gli stati europei e dell’america, che non ci saranno “scarponi sul terreno”. Che siano in corso studi accurati di operazioni terrestri lo dimostrano le grandi esercitazioni di questi ultmi tempi: la SWIFT RESPONSE, innanzitutto, appena conclusa e la Trident Juncture – in pieno svolgimento- con 30 mila uomini della Nato schierati in Europa, con una aliquota in Italia; si tratta di una operazione che è certamente abbinata alla Mangusta della Folgore, in corso contemporaneamente in toscana ed in Lazio e che sembra essere un tassello della più grande operazione di “ripresa del controllo di territori ostili” – citando il presupposto operativo dichiarato in entrambi gli addestramenti, sia quella Nato che quella dei Paracadutisti. Nessuna novità per la Folgore, abituata a condurre ogni anno la “classica” Mangusta con le tecniche della controinterdizione e dela ripresa di obbietivi in mani ostili, se nei teatri libico e iraqeno non fossero già schierate corpose aliquote di baschi amaranto italiani,oltra a carabinieri del Tuscania e distaccamenti delle forze speciali.

PANORAMA GEOPOLITICO COMPLESSO. L’AMERICA ESAMINA NUOVE AZIONI DOPO L’ INTERVENTO RUSSO
La nuova tattica contro i tagliagole si dovrebbe basare su blitz dei reparti speciali, ma i generali amricani premono sulla Casa Bianca perché vada oltre. L’ipotesi: infiltrare militari nelle file irachene

Fra Ramadi e Falluja c’è Taqaddum, base operativa avanzata. Ci sono forze speciali americane: DELTA FORCE, BERRETTI VERDI E NAVY SEALS che “supportano” i regolari iracheni. L’obiettivo è la grande offensiva su Ramadi, più volte annunciata. Roma avrebbe nell’area una trentina di incursori. Sembra che il COMFOSE abbia già dato un supporto fuori dalla base, insieme ad americani e iracheni.Nessuna conferma ufficiale. Roma ha schierato a Baghdad anche un contingente del Comando per le operazioni speciali dell’Esercito: la Task Force 44, che da febbraio si occupa di assistenza militare e di addestramento. A questi si aggiungono 600 uomini dell’operazione Prima Parthica, composta da Paracadutsti della Folgore e carabinieri della seconda Brigata mobile. Ai suoi comandi c’è la Task Force “Erbil”, integrata nel centro di addestramento multinazionale del Kurdistan. Molti sono i peshmerga già addestrati al combattimento pianificato.
I curdi non amano essere coinvolti in operazioni non strettamente mirate alla liberazione dei loro territori. La lotta contro i tagliagole, quindi, grava principalmente sulle sgangherate forze irachene e sull’alleato sciita di sempre: l’Iran. Il generale Suleiman è responsabile delle operazioni iraniane in Iraq. Ha il suo stato maggiore nell’aeroporto militare di Baghdad, con almeno 200 uomini. La forza Qods, che ha il comando, forniscono armi, fondi, intelligence, supporto tattico e aiuto logistico alle milizie sciite, di concerto con i pasdaran.
La Siria è in capitolazione. L’Is controlla il 45-50 % del territorio, ugualmente desertico come l’Anbar e poco popolato. Amministra circa tre milioni di persone. Il suo primo avversario è l’Ypg curdo. Escludendo il deserto, Assad ha ancora in mano il 40% della Siria abitata, quella produttiva ed “utile”.Niente di più facile che Assad dovrà essere incluso nella coalizione contro i tagliagole

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