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Pubblicato il 11/07/2019

LA FRANCIA CONTRO LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE: MACRON AIUTA HAFTAR CON MISSILI ED INCURSORI

i francesi hanno ammesso che i quattro missili anti-carro Javelin trovati in Libia in una base delle truppe del generale libico Khalifa Haftar, a Gharian, appartenevano ai suoi incursori: i miliziani di Haftar sono vicini alla prima linea e con le loro azioni hanno causato oltre 1000 vittime.

Il sostegno straniero alle fazioni armate contro Tripoli , governo riconosciuto ed aiutato da una vastissima comunità internazionale. innescherà nuove ondate di profughi verso l’Italia.

Parigi , doo avere causato la crisi libica insieme agli inglesi, è tra i principali sponsor di Haftar, che da aprile ha sferrato un’offensiva per scalzare il governo del premier Fayez al-Serraj.

Il ministero della Difesa ha spiegato che i missili Javelin erano stati forniti per autodifesa alle forze francesi “schierate a scopi di intelligence antiterrorismo” in Libia; i missili “danneggiati e fuori uso” erano stati “temporaneamente immagazzinati in un deposito per la distruzione”. “E non sono stati trasferiti alle forze locali”, i ribelli filo-Haftar: queste armi erano “di proprietà delle nostre forze per la loro stessa sicurezza” e “non è mai stata in questione” l’idea di “vendere, cedere, prestare o trasferire queste munizioni a chiunque in Libia”, ha assicurato Parigi.

La Francia ha sempre negato di assistere le forze di Haftar , smentita dal New York Times, che ha pubblicato la notizie di missili francesi recuperati il mese scorso dalle forze del governo libico dopo una retata in un accampamento ribelle, una volta riconquistata la città di Gharian.

Nel 2010 in effetti la Francia acquistò 260 missili Javelin dagli Stati Uniti. Ma un trasferimento di questo tipo di armi ad Haftar violerebbe gli accordi con gli Usa e lo stesso embargo sugli armamenti dell’Onu. Resta poi da capire perché i missili siano stati trovati nella Libia occidentale visto che intelligence e forze speciali francesi sono di stanza nell’est del Paese, molto lontano da Tripoli, ovvero dal luogo dove attualmente si concentrano gli scontri.

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