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Pubblicato il 15/05/2014

LA GERMANIA PENSA DI INTITOLARE UN AEREOPORTO AL FIGLIO DI ROMMEL MA……


PARMA-L’aeroporto di Stoccarda ha una particolarità: non ha un nome. Anche Stoccarda pensa di onorare uno dei suoi sindaci più amati, il cui cognome è Rommel, figluio dell’asso militare ( nella foto, con il padre e la mamma). Il dubbio della municipalità è che tutti, soprattutto all’estero, penserebbero subito alla «Volpe del deserto», al generale che guidò tedeschi e italiani fino alle porte di Alessandria d’Egitto, per poi venire sconfitto a El Alamein, ma non per sua colpa. Nel conflitto precedente, giovane ufficiale contribuì alla nostra sconfitta a Caporetto. Era un militare, non un fanatico nazista, e partecipò al complotto del venti luglio del ’44 contro Hitler. Fallì, e i congiurati finirono impiccati. Il Führer fu costretto a offrire a Rommel una fine onorevole, per non rendere pubblico che perfino un eroe di guerra desiderava la sua fine. La «Volpe del Deserto», anche per evitare persecuzioni ai familiari, si tolse la vita con un colpo di Mauser alla tempia il 14 ottobre di quell’anno. Per la verità, lo scalo dovrebbe portare il nome del figlio Manfred, che era appena quindicenne quando rimase orfano. È morto lo scorso novembre a 84 anni, e il suo successore, il verde Fritz Kuhn, è intenzionato a rendergli omaggio, dando il suo nome all’aeroporto. L’adolescente Rommel, che prestava servizio nella contraerea, subito dopo la morte del padre, disertò, fuggì in Francia, e si arruolò nel reggimento de Lattre. Non gli si può rimproverare nulla. È stato un ottimo sindaco cristianodemocratico dal 1974 fino al 1996. Ha governato benissimo. E nel 1977 fu al centro di violente polemiche perché autorizzò i funerali pubblici dei terroristi della Raf, Andreas Baader, Gudrun Ensslin e Jan-Carl Raspe, trovati morti in cella nel supercarcere di Stammheim, alla periferia di Stoccarda. Si tolsero la vita o furono eliminati? È più probabile il suicidio, ma è impossibile convincere chi la pensa altrimenti. Comunque, da poco è stato rivelato che le celle erano piene di «cimici» e che, dunque, i responsabili del carcere seguirono i preparativi del suicidio collettivo, e non lo impedirono. Una fine che eliminava un problema. Rommel, contro l’opinione pubblica, permise che i compagni dei tre rendessero loro omaggio: «Con la morte non ci sono più nemici». Ora, c’è qualcuno che protesta anche contro di lui, ma non per questo lontano episodio.

«Come posso arrivare in Israele partendo da un aeroporto che si chiama Rommel?», si ribella un cittadino. In Giappone o in California conoscono solo la «Wüstenfuchs», il generale, cui nel Baden-Württemberg sono già intitolate una buona dozzina di strade e una caserma.
Si potrebbe intitolare lo scalo al «Oberbürgermeister-Rommel», al primo borgomastro di Stoccarda, ma suonerebbe troppo burocratico. La decisione verrà presa a giugno. Manfred Rommel avrebbe reagito alle polemiche con ironia. A chi chiedeva come gli sarebbe piaciuto essere ricordato, rispondeva: «Forse potreste dare il mio nome a un viottolo di campagna, a me basterebbe

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