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Pubblicato il 23/02/2018

LA NOBILE STORIA DEL DISTINTIVO DEGLI ISTRUTTORI DI PALESTRA DELLA FOLGORE. ARTE E SIMBOLI

distintivo-ip-istruttori

PISA- Il distintivo degli istruttori di palestra ha una storia artistica e contiene nobili riferimenti araldici che meritano di essere conosciuti.
Lo ha disegnato l’allora capitano Maurizio Botti Malaspina, adesso generale in pensione. Botti è un personaggio creativo e geniale, che la lasciato altre tracce artistiche durante il suo servizio.
Correva l’anno 1970 quando assunse il comando del corpo istruttori della palestra intitolata al Capitano Paracadutista istruttore Leonida Turini.
La Palestra era – ed è tutt’ora- il cuore pulsante della scuola militare di paracadutismo, allora chiamata SMIPAR ed oggi CAPAR.
Bene lo sapeva il Capitano Botti, che, appena assunto l’incarico di comando, volle subito rafforzarne la identità e aumentare lo spirito di corpo dei suoi uomini , pensando di disegnare un distintivo che ne dichiarasse l’ appartenenza e che fosse inequivocabile. Voleva, in altre parole, conferire prestigio ai suoi istruttori militari di paracadutismo e quindi alla Folgore, anche attraverso i simboli, che dovevano essere un aggiuntivo motivo di fierezza e di appartenenza ad una qualificatissima “casta”.

I RIFERIMENTI ARTISTICI E ARALDICI
L’inquadratura compositiva contiene l’essenza della palestra e dei suoi istruttori ma attinge anche alla simbologia araldica e a quella della specialità:
tutti conosciamo il significato dei simboli del paracadutista militare: fregio del basco, gladio alato, mostrine col simbolo di specialità, brevetto di paracadutista, ali spiegate stilizzate, con la stella sormontate da un paracadute. Punti indelebili di riferimento , ammirati ed amati non solo dai Paracadutisti. Alla loro capacità evocativa il Capitano Botti si è ispirato.
Il gladio rappresenta il fante. Insieme all’aquila sono emblemi che risalgono ai Romani.
L’Aquila è una nobilissima insegna militare, perchè rappresenta la fierezza , la nobiltà ed il coraggio, ovvero le qualità morali di chi se ne fregia.

LE ALI CHE PORTANO IL GLADIO
Nella araldica classica le ali spiegate rappresentano “il volo”.
Il Capitano Botti , alla fine, incastonò nella elsa del Gladio le lettere maiuscole I e P (iniziali di Istruttore di paracadutismo), per legare il suo distintivo in modo definitivo alla Palestra. Sull’elsa si vede l’aquila sul punto di spiccare il volo, con le ali ripiegate attorno al gladio , con la testa aggressiva e l’artiglio sfoderato, a simboleggiare araldicamente “la mano dell’aquila”. Nel caso degli istruttori potrebbe rappresentare la loro mano sulla spalla del paracadutista, per consentirgli di lanciarsi dall’aereo e quindi acquisire il brevetto militare con le ali spiegate.
Come l’Aquila madre fa quando insegna a volare ai suoi Aquilotti.
Un significato assai chiaro: “Gli istruttori di paracadutismo mettono le ali al fante paracadutista”.

Mai un simbolo è riuscito a rappresentare così compiutamente una attività, quella degli Istruttori di Palestra, così difficile ma contemporaneamente ricca di gratificazioni che provengono dalla Storia.

Sotto: Il generale Botti Malaspina ed i paracadutisti autori del rifacimento del “dipinto-simbolo” degli Istruttori sul muro della Palestra

botti-malaspina
Da sinistra:
SAPERE Simone, FERRISE Michelangelo ,PENSA Sefora,VOCATURI Valentina,MAMMOLA Federico, BARTOLOMEO Andrea
istruittori-capar

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