CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 15/06/2018

LA ROCCIA ROBERTO ZANDA- PARACADUTISTA DELLA FOLGORE IN CONGEDO- NON SI FERMA: PIEDI E MANI TECNOLOGICHE E VUOLE RICOMINCIARE

Roberto Zanda dopo solo 4 mesi è già in piedi e vuole a tornare a correre. “Sono cose che succedono, non ho nulla da recriminare. Anche in Egitto, nel 2008, rischiai per colpa di una peritonite. Quello che è accaduto fa parte del mio percorso sportivo”.
Parla dal Cto della Città della Salute di Torino, dove è ricoverato da metà marzo. Dopo l’amputazione dei piedi ad Aosta, dove era stato trasferito al suo arrivo in Italia, e il trasferimento a Torino, il direttore della Struttura Chirurgia della mano e arto superiore, Bruno Battiston, gli ha amputato la mano destra a livello del polso, mentre a quella sinistra sono state asportate le dita finite in necrosi durante le ore trascorse a 50 gradi sotto zero, durante una gara di marcia in Canada.
RIABILITAZIONE A TEMPI DI RECORD: DA UOMO DI FERRO
“Servono sei mesi di riabilitazione per muoverla come sta già facendo Zanda – spiega il dottor Battiston -. Se si considera che è arrivata solo la scorsa settimana, si comprende quali progressi incredibili abbia compiuto. Un paziente eccezionale , un atleta”. “Voglio capire come rispondono le mie protesi a contatto con la sabbia, ho in progetto l’ultramarathon del Deserto della Namibia, annuncia Zanda, che sta scrivendo un libro sulla questa avventura, in uscita a dicembre. Prima, però, è necessaria una sosta nella sua Sardegna: “Torno a casa il 25 giugno, voglio fare una cena sarda e, soprattutto, voglio abbracciare i miei amici e riposarmi, ne ho tanto bisogno”

Leggi anche