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Pubblicato il 02/12/2013

LA XIII MISSIONE DEL PROGETTO EL ALAMEIN SI INCONTRO

PARMA- I componenti della XIII missione del progetto El Alamein, provenienti da Monza,Milano, Tradate, Torino e Pesaro, si sono trovati per la seconda volta a Neviano Arduini, sulle colline parmensi, a casa di Gaetano Canetti, uno di loro.
Gaetano è una persona speciale, colta, nobile e socievole, casualmente non paracadutista,con passato militare da trasmettitore, fratello di un ufficiale di Marina, con una Famiglia eccezionale.
La cronaca della giornata:

LANCIO DEL VESSILLO- SANTA MESSA – RIENTRO DI CORSA – PRANZO IN FAMIGLIA
Le previsioni metereologiche hanno improvvisamente virato verso il sole, che ha mitigato il freddo della Domenica, dopo un Sabato nebbioso e gelido, con minacce di neve, che non c’è stata.

L’incontro di Domenica mattina prevedeva un lancio della bandiera del Progetto El Alamein e di un contenitore con alcuni omaggi.
A bordo del CESSNA I-CIAO decollato da Reggio Emilia c’erano tre componenti della V Staffetta/XVII missione: Conforti, Robuschi e Amatobene, che hanno dapprima lanciato una sacca appesa ad un paracadute per piccoli carichi. Poco dopo il loro “bagaglio” I tre sono atterrati sulle splendide colline di Sasso di Neviano, borgo di cui si aveva traccia fin dal Medioevo, col regno di Matilde di Canossa.

Dopo il lancio, reso più “operativo” da un inatteso vento in quota e nuvole dispettose
che hanno parzialmente chiuso il cielo proprio quando i tre erano in procinto di uscire dall’aereo, il gruppo ha raggiunto la Pieve matildica dedicata alla Assunta in Cielo, dove i paracadutisti hanno assistito alla Santa Messa celebrata da don Andrea, Parroco appassionato della storia di El Alamein.
La severa bellezza della Pieve medievale ( XI Secolo) , con l’altare dominato da una preziosa pala raffigurante il Cristo, ha aiutato a creare una atmosfera spirituale e raccolta.
Tra loro c’era anche Italo Fabbrucci, 10 anni,che vanta una missione col padre, geologo cofondatore sia del SIGGMI che del progetto.
La funzione è terminata con la la Preghiera del paracadutista recitata da Francesco Crippa, presidente dell’ANPDI di Monza,sezione che da tre anni è un pilastro del progetto El Alamein.

Alla fine, le foto di gruppo col Parroco e qualche flessione sulle braccia; metodo efficace per attenuare il freddo della mattina. Il drappello è tornato di corsa a casa Canetti, a poco più di due chilometri, dove lo attendevano “le sue donne” ,come lui ama chiamare la Mamma e le simpaticissime Zie, che hanno viziato i Paracadutisti con salumi nostrani, vini di prima qualità, lasagne e arrosti da “terzo giro” di piatto e una torta di ciliege e nocciole che stava per farmi diventare cleptomane, tanto era buona.

Sembrava di essere da parenti: l’allegria, la bontà e la simpatia dei padroni di casa, mi hanno fatto sperare di incontrare solo persone come loro, purtroppo così rare.

Donando fiori alle signore e un libro di storia e un crest con la Preghiera del Paracadutista al padrone di casa, non è stato possibile bilanciare tutto ciò che ci è stato regalato. E non parlo delle sole cose materiali.

Qualcosa mi dice che ci ritroveremo anche l’anno prossimo, magari dopo un’altra missione insieme nel deserto.Noi del Progetto El Alamein , con i nostri valori, per ciò che abbiamo fatto, per ciò che faremo e per lo speciale legame che si crea tra i componenti delle spedizioni, possiamo capire meglio di altri il significato della parola cameratismo, “malati” come siamo di quella strana sindrome chiamata “Fattore El Alamein”.

LE FOTO DELLA GIORNATA
Ci scusiamo per la scarsa qualità delle immagini a causa di un maldfunzionamento della macchina portatile.
segue video, in fase di montaggio

Foto sotto: il borsone contenete i regali e gli effetti personali dei tre che si sono lanciati. L’aviorifornimento al seguito ha superato la fase sperimentale e sarà il sistema col quale il Team Folgore riceverà il materiale da corsa, dopo il lancio in montagna, consentendogli di allenarsi in località impervia , riducendo la logistica a terra.

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