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Pubblicato il 18/08/2017

LE RIFLESSIONI DELL’INCURSORE GENERALE DI BRIGATA ROBERTO VANNACCI SU ARDITI/INCURSORI

PARMA- Il generale di brigata, incursore Roberto Vannacci, aggiunge le sue  qualificate riflessioni a quelle del Generale incursore MarBertolini e del Colonnello Incursore Corrado Corradi. Il generale Vannacci ha pubbicato il suo intevento a commento di quanto il nostro giornale aveva scritto in merito ad un intervento su ANALISI DIFESA del generale Piacentini.

Non ho mai conosciuto un ardito del 1917. Non ho mai parlato con un giovane virgulto che con una bomba che era poco più di un petardo, il pugnale e una mazza ferrata entrava nelle trincee austrotedesche per menare lo sgomento tra le linee nemiche. Non li ho mai uditi ansimare sotto il peso dell’equipaggiamento, non li ho sentiti fremere prima dell’assalto attanagliati dall’anelito e dalla paura e non ho avuto la fortuna di percepirne le grida e le urla spaventose durante la lotta.
Ma non ho alcun dubbio. Gli incursori di oggi sono gli unici eredi degli Arditi della Prima Guerra mondiale.
Non per tecniche e procedure. Non per insegne, bandiere e stendardi – per quanto importanti. Non per tradizioni.
Sicuramente per carattere!
Arditi in quanto diversi, e orgogliosi di esserlo.
Arditi perché individualisti all’estremo, pronti a morire per essere i migliori.
Arditi in quanto élite. Unica!
Arditi perché i guai se li vanno a cercare da soli, senza il bisogno di nessuno che glielo chieda o glielo ordini.
Arditi perché, nonostante le difficoltà, l’indifferenza, la diffidenza, l’ostracismo, le manovre di uniformazione ed i mille tentativi di imitazione, non mollano mai rimanendo, loro, gli unici eredi della migliore gioventù di inizio secolo.
Non conosco gli arditi del 1917 ma, con un po’ di presunzione posso affermare che si riconoscerebbero immediatamente negli incursori di oggi….quelli veri!

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