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Pubblicato il 18/10/2016

L’IMPIEGO DEI NOSTRI MILITARI IN IRAQ

un cratere procurato da un razzo caduto nelle c vicinanze della diga di Mosul

L’impiego dei nostri militari in Iraq si svolge su due “fronti”:

PRIMA PARTHICA

L’operazione “Prima Parthica” in Iraq è in corso dall’inizio del 2015. L’Italia partecipa complessivamente con circa 950 uomini che si occupano, prioritariamente, dell’addestramento delle forze locali: a Baghdad, con i Carabinieri inquadrati nella Police Advanced Training; ad Erbil, nel Kurdistan Training Coordination Center (Ktcc), a guida italiana dall’8 giugno fino a dicembre 2016. Al Ktcc contribuiscono nove nazioni, con propri addestratori: oltre all’Italia, Germania, Regno Unito, Ungheria, Norvegia, Finlandia, Olanda, Slovenia e Svezia. La scorsa settimana gli italiani del Kurdistan Training Coordination Center (Ktcc) hanno completato l’addestramento di 1.100 soldati dei due battaglioni della Prima e Seconda Brigata dei Peshmerga. Il numero di soldati addestrati dagli istruttori del Ktcc è di oltre 12.500: tra questi, 5.800 sono stati direttamente formati dai trainer italiani.

Nell’ambito dell’operazione “Prima Parthica”, circa 130 militari italiani – elicotteristi, fucilieri, meccanici, addetti alla logistica – si occupano della missione “Personal recovery”, con base a Erbil. Le regole di ingaggio prevedono l’obbligo per i nostri militari di recuperare i soldati della coalizione rimasti feriti o coinvolti in una situazione di grave e imminente pericolo. Una missione che potrebbe diventare necessaria durante le operazioni per Mosul. “Sono ovviamente sottoposti a rischi e per questa ragione hanno dotazioni che consentono loro di rispondere in caso di attacco”, hanno notare fonti qualificate. L’operazione avviene tramite quattro Nh-90 dell’Esercito. La protezione è garantita dagli elicotteri d’attacco A-129 Mangusta.
Alla base di Ahmed al Jaber, nel Sud del Kuwait, sono di stanza inoltre quattro aerei Tornado e un Boeing KC-767 tanker per il rifornimento in volo. Dal Nord del Paese, dove si trova l’aeroporto di Ali al Salem, partono invece due Predator per attività di ricognizione e raccolta informazioni.


PRAESIDIUM

L’operazione “Praesidium” è stata predisposta a seguito dell’aggiudicazione dei lavori di messa in sicurezza della diga di Mosul da parte della ditta italiana Trevi. Il governo ha deciso di schierare una Task Force di circa 500 uomini a protezione della diga e del personale della ditta italiana. Non si tratta, dunque, di una missione di combattimento. La protezione dell’area più esterna alla diga è controllata dai Peshgmerga curdi.
L’immissione del contingente si concluderà entro ottobre, periodo in cui dovrebbe raggiungere la sua capacità massima. In questa fase è previsto anche l’inizio dei lavori da parte della ditta italiana incaricata di effettuare l’intervento tecnico. Attualmente i militari italiani presenti sono poco più di 300.
La diga è considerata una infrastruttura di rilievo strategico per l’Iraq, rifornendo acqua a centinaia di migliaia di persone che abitano nelle regioni circostanti.

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