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Pubblicato il 22/11/2017

L’INNO GIOVINEZZA VIENE DALLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Roma- Il motivo “Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza” era una canzone che precedeva il fascismo. Lo dovrebbero sapere coloro che vogliono fare polemica sulla versione eseguita dai cantanti invitati dall’Esercito , il giorno di presentazione del Calendario 2018 .
Quel giorno hanno eseguito la canzone del 1908, autore il torinese Nino Oxilia, che divenne poi popolare fra i volontari universitari partiti per la Grande Guerra. Musica di Giuseppe Blanc. Il canto goliardico, che era l’inno di commiato dagli studi degli studenti universitari di Torino, aveva come titolo “Il commiato” e fu eseguito nella sala della trattoria del Sussambrino, al termine della cena di fine corso, per poi essere cantato tutta la notte per le vie deserte di Torino. Giuseppe Blanc, che fu sottotenente di complemento, fece deiventare il suo inno Giovinezza quello degli Alpini e, durante la Grande Guerra, l’inno degli Arditi, con il testo riadattato da Marcello Manni.

Fu poi Manni , tra il 19 ed il 21 a farlo diventare, con alcune modifiche de testo, l’inno ufficiale delle squadre d’azione.
Salvator Gotta, nel 1925, riscrisse il testo di Giovinezza che, dopo l’approvazione definitiva del Direttorio del Pnf, fu adottato come l’inno del Partito nazionale fascista ed era obbligatorio eseguirlo in tutte le ricorrenze pubbliche subito dopo la Marcia Reale.

Glii Arditi del popolo, i primi antifascisti armati della storia, finirono per farsi su misura la propria Giovinezza: “Or ci dicono che la pace / e` voluta dai fascisti / mentre l’arditismo tace / dagli sgherri siam malvisti”

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